Videogiochi truccati da «slot» di R. Amb.

Videogiochi truccati da «slot» AVerbania Videogiochi truccati da «slot» VERBANTA. Videopoker e slot machine nei bar sul Lago Maggiore si sono dimostrati veri e propri mangiasoldi. C'è chi ha perso qualche milione e così s'è arrabbiato. Certo, per qualche esercente e distributore gli affari negli ultimi tempi andavano decisamente bene, ma alcuni giocatori hanno deciso di rivolgersi alla magistratura. E' partita così l'inchiesta coordinata dalla procura verbanese. Da Verbania a Domodossola, da Stresa a Baveno. da Omegna e Gravellona Toce, per due giorni, carabinieri, poliziotti e finanzieri (più di 200 uomini) hanno passato al setaccio locali pubblici (bar, trattorie, pizzerie, sale giochi, ristoranti e circoli) e le società distributrici di videogiochi. Sono siate sequestrate attrezzature per alcuni miliardi, oltre ad assegni, titoli e denaro contante. Sul registro degli indagati sono finite una cinquantina di persone, tra esercenti e distributori. Dovranno rispondere di «esercizio del gioco d'azzardo in locale pubblico» oppure di concorso nello stesso reato. Il regolamento, stampigliato sulle macchinette «mangiasoldi», prevede uno stretto collegamento tra l'abilità del giocatore e la vincita di consumazioni. Ma, secondo gli inquirenti, che hanno effettuato perquisizioni e sequestri in molti locali, per chi giocava con le macchinette «il fine di lucro» diventava preminente rispetto allo svago e alla prova d'abilità. I distributori dei videogiochi li davano in gestione agli esercenti, pattuendo la metà del ricavato. Ma c'è di più: alcuni distributori, per convincere gli esercenti a installare i videogiochi, offrivano loro grosse somme. Molte macchinette, inoltre, sarebbero state tarate in modo da consentire a distributore ed esercenti (diventati soci in affari) di realizzare alte percentuali di vincita, naturalmente a scapito dei giocatori. Il fenomeno dei videogiochi aveva assunto in provincia un'insolita diffusione. Ma non mancavano le proteste di quanti non sapevano resistere alla tentazione e al tempo stesso non sopportavano di perdere regolarmente, o quasi. Da qui, alcune segnalazioni informali e alcune denunce circostanziate che hanno fatto partire le indagini. Le reazioni di distributori ed esercenti non si sono fatte attendere. «Ci etichettano come delinquenti comuni - dicono -. Che dire allora dei miliardi che distribuisce la tv? E il Supere nalotto? Non obblighiamo nessuno a giocare. Ci chiediamo, poi, se queste macchinette sono diventate fuorilegge solo qui da noi». [r. amb.]

Luoghi citati: Baveno, Domodossola, Gravellona Toce, Omegna, Stresa, Verbania