Fidanzato conteso, rissa a coltellate

Fidanzato conteso, rissa a coltellate Genova, all'origine del litigio avvenuto nella casa di lui la restituzione di alcuni regali Fidanzato conteso, rissa a coltellate Aggredita dalla rivale, giovane è in fin di vita GENOVA. Una ragazza ridotta in fin di vita a colpi di coltello, un'altra arrestata con l'accusa di tentato omicidio: in mezzo, un giovane conteso. Scenario della tragedia, alle 9,30 del mattino, un palazzone di via Bari, la strada che si arrampica sulle alture di San Teodoro, quartiere ad alta densità di popolazione che vanta splendidi panorami sul porto ma è degradato da un'edificazione selvaggia Anni Cinquanta. Federica Madau, 23 anni, disoccupata, baby-sitter quando può, dopo un intervento chirurgico è ricoverata in rianimazione. Le cinque coltellate della rivale l'hanno ferita profondamente al torace, a un braccio, tanto da rivelare l'osso, al collo e alla guancia. Sabrina Di Cristina, 22 anni, capelli biondo rossi, paffuta, aria simpatica e paciosa, ha il setto nasale fratturato, un labbro gonfio, un dente traballante, un bernoccolo sulla testa, una ciocca di capelli strappata, rimasta tra le dita della sua vittima. «Mi ha aggredito, non ho capito più niente, ho tirato fuori il coltello e ho colpito» avrebbe detto ai carabinieri, raccontando quello che era successo. Il coltello non c'è più: l'ha gettato nel Polcevera, il torrente che attraversa il Ponente, durante la fuga in motorino fino all'estremo quartiere di Pontedecimo, nella casa di parenti dove i militari l'hanno trovata, un'ora dopo il ferimento. Tra le due giovani c'è Massimo Gangemi, 26 anni, falegname che lavora con il padre nei fondi del palazzo di via Bari 26 dove la famiglia abita. Un ragazzo alto e abbronzatissimo, capelli ricci, orecchino, aspetto choccato e male in arnese dopo quanto ha visto. «Adesso non voglio parlare». E' stato lui a soccorrere la fidanzata ferita, lui a cacciare dall'androne l'ex fidanzata accoltellatrice. La storia ha radici lontane. Massimo e Federica, che abita nel quartiere, in via Bologna, stanno insieme, ma i genitori di lei non vogliono. Il ragazzo a loro sembra poco serio, non affidabile. Così, l'anno scorso, i due si separano. Massimo si consola con Sabrina, che vive anche lei nella zona, in via Alizeri. Però, a quanto pare, quello con Federica è un tira e molla, finché la fidanzata «storica» si decide a tornare con lui e l'altra viene abbandonata. Tra Sabrina e il giovane, però, restano alcune cose in sospeso, tra cui, ad esempio, la reciproca restituzione dei regali, tra cui due giubbotti che i fidanzati si erano vicendevolmente regalati. Questo è il pretesto per discussioni a tre, dato che Massimo si porta dietro Federica ad ogni incontro. Anche martedì sera, quando la discussione si è trasformata in un litigio vero e proprio. Che ha avuto uno strascico ieri mattina, con un nuovo incontro in casa di lui. Alla fine sembra scontato che i due si rivedranno per la famosa restituzione. Ma il giovane falegname non sospetta che Sabrina possa tornare così presto e scende nel laboratorio, cui si accede dall'esterno del palazzo. In casa resta Federica. La mamma di Massimo non c'è, è ricoverata all'ospedale per un delicato intervento chirurgico. Quando Sabrina suona, l'al- tra le apre ignara, ma già sul pianerottolo si scatena l'alterco che degenera nell'assalto con il coltello. «Aiuto, aiutatemi, mi ammazza» grida Federica. Le urla richiamano i vicini. Molti telefonano al 118 per un'ambulanza e al 112 e al 113, intasati da altre chiamate. Anche Massimo sente e corre su, trovan¬ dosi di fronte la fidanzata a terra, in un lago di sangue, e l'ex imbambolata, con il coltello in mano. Subito lui pensa a soccorrere la giovane ferita, la solleva, la trascina fino al portone lasciando dietro di sé pareti e scale insanguinate. Poi, quando arriva una vicina, afferra l'altra, la sbatte fuori: «Vattene via, bastarda. Non farti più vedere». «Aiuto, non sento più il braccio, non lo muovo più» si lamenta Federica. Finalmente un'ambulanza la trasporta all'ospedale Galliera, dove viene immediatamente trasferita in sala operatoria per l'intervento. Sabrina inforca il motorino e scappa. Ci mette quasi un'ora ad arrivare in casa di parenti. Lungo la strada getta via il coltello nel torrente. 1 carabinieri la cercano dai genitori, da altri congiunti e nell'appartamento di Pontedecimo. Quando se li trova di fronte, ammette tutto. Alessandra Pieracci A dare l'allarme è stato il giovane Poche ore dopo lei è stata arrestata Così si è giustificata: «Lei mi ha provocata, e allorl'ho colpita con la mia arma» A sinistra l'androne in cui è avvenuta la lite Sopra Sabrina Di Cristina, ora in carcere

Persone citate: Alessandra Pieracci, Federica Madau, Massimo Gangemi

Luoghi citati: Genova, San Teodoro