Prima lite tra Francia e Germania
Prima lite tra Francia e Germania «Troppi impegni». Ma Parigi: «Il Cancelliere dice di voler guardare al futuro» Prima lite tra Francia e Germania Schroeder non commemora la Grande Guerra BONN NOSTRO SERVIZIO Il nuovo Cancelliere Gerhard Schroeder non andrà alla cerimonia in programma per l'8 novembre nelle Ardenne, in Francia, per l'ottantesimo anniversario dell'armistizio del 1918. Il modo in cui Schroeder ha dato Icrfait segue tutti i canoni del messaggio diplomatico chiaro ma cortese, con un anonimo t'Ito funzionario francese che dice quella che poi tutti credono sia la verità nonostante l'immancabile smentita tedesca: «La Germania deve guardare al futuro, non al passato», avrebbe detto il Cancelliere socialdemocratico affermando di volere «una Germania nuova, che presenti un volto nuovo al mondo e non un volto di colpa». Rapida ma non immediata la «netta smentita» di queste frasi da parte di un portavoce di Schroeder che ha spiegato con l'accavallarsi di imprecisati altri impegni la mancata adesione del neo Cancelliere alla cerimonia di Vrigne-Meuse, dove morirono gli ultimi soldati francesi e tedeschi tre giorni prima dell'armistizio dell'I 1 novembre. L'immagine di Helmut Kohl e Francois Mitterrand mano nella mano a Verdun era entrata nei libri di storia a rappresentare la sicurezza della soli¬ dita dell'asse franco-tedesco, il «motore» dell'unità europea nel segno della pace. Immagini del genere non si vedranno più con Gerhard Schroeder, che sembra aver voluto segnare una cesura netta anche con questo armamentario simbolico della politica estera di Kohl. L'idea di questa commemorazione era partita nel febbraio scorso dal presidente francese Jacques Chirac ed era stata accolta in linea di principio da Kohl, non ancora battuto da Schroeder alle elezioni dello scorso settembre. Alcune precisazioni dell'Eliseo modificano il quadro solo di poco: le frasi dell'anonimo «alto funzionario» rilanciate oggi hanno riaperto il discorso sulla «memoria storica» del nuovo Cancelliere e sul suo rapporto con la Francia in chiave europea. Non essendo ancora in carica (la sua elezione è prevista per martedì prossimo) fanno testo da un lato la visita ufficiosa già resa da Schroeder a Parigi tre settimane fa in cui aveva ribadito a Lionel Jospin la solidità dell'asse franco-tedesco, e dall'altra gli accordi di governo varati proprio ieri in cui si sottolinea «il significato centrale» del legame della Germania all'Ue e l'intento di risolvere problemi come quello della disoccupazione di concerto con i partner europei. Una continuità sulla linea europeista di Kohl da un lato ma una prima rottura dall'altro, dato che il Cancelliere uscente non aveva voluto fare della disoccupazione un tema «europeo». A quella discontinuità politi¬ ca si aggiunge ora quella «formale» del rifiuto di imitare l'immagine di Kohl. Un elemento di sinistra che però fa da inquietante pendant con altri rifiuti di Schroeder a confrontarsi con il passato nazista di cui per altro non ha chiara memoria storica diretta (ha solo 54 anni, Kohl nel 1945 ne aveva 15). Clamoroso è stato infatti il suo sostanziale rifiuto di un imponente monumento al genocidio ebraico da costruire nel centro di Berlino. Vi è poi l'abbandono di quei toni elevati nell'affrontare il tema dell'unificazione europea: mentre Kohl parlava sempre di «questione di guerra o di pace» da risolvere cementando la casa europea con la moneta unica, Schroeder si è distinto per aver definito l'Euro «un parto prematuro e malaticcio». Agli psicologi il compito di analizzare quanto la morte del padre sul fronte orientale nel '44, poco dopo la sua nascita, possa influenzare la politica estera di Schroeder ed il suo rapporto con il passato nazista. Agli osservatori politici invece il compito di sfruttare i modi in cui la nuova Germania cercherà intese, meno simboliche ma forse più pragmatiche, con la Francia per affrontare i problemi del continente in una prospettiva di sinistra. Rodolfo Calò li neo Cancelliere Gerhard Schroeder e il presidente francese Jacques Chirac che l'aveva invitato a commemorare l'anniversario dell'armistizio del 1918 ma ha ricevuto un rifiuto
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