Così è nato il padre di tutti i giochi di Daniela Daniele

Così è nato il padre di tutti i giochi Così è nato il padre di tutti i giochi Inventato da un ex pugile e da un pool di esperti PERSONAGGIO UN'IDEA D'ORO SROMA UPER, figlio di Enalotto e Sisal, è, in qualche modo, nipotino della voglia di rinascita dopo la guerra, dopo i bombardamenti e le distruzioni. Ultimo discendente di quell'Italia che voleva dimenticare, e presto, la spesa con la tessera annonaria, l'umiliazione di doversi arrangiare ricorrendo alla borsa nera, la miseria, le privazioni. Passato quel periodo di morte, rinasceva la speranza. E fu in una giornata del '46 che tre giornalisti italiani, sfollati in Svizzera, misero insieme le loro idee, con il preciso intento di far rivivere quello che la guerra aveva, per tanto tempo, soffocato: la voglia di giocare. Geo Molo, Fabio Jegher e Massimo Della Pergola inventarono, quel giorno, una formuletta, semplice quanto quella della relatività, e altrettanto esplosiva: 1 - X - 2. E decisero, intuizione che si rivelerà profetica nel tempo, di riferirla al gioco del calcio. Lungimiranti davvero, se si pensa che all'epoca gli sport più seguiti erano il ciclismo e la scherma. Nasceva la Sisal. Chi allora giocava alla Sisal doveva azzeccare 12 pronostici, non 13 come oggi. I tre proposero al governo il loro gioco, dimostrando che sarebbe stato vantaggioso per le casse dello Stato. Il governo ne convenne. E garantì alla Sisal la concessione per i due anni successivi. A mano a mano crescevano, di pari passo, la passione per le partite di calcio e quella per la schedina e il governo non tardò ad accorgersi che quella formuletta era un vero affare. Così.-mentre Giulio Onesti era presidente del Coni e Giulio Andreotti sottosegretario di Stato alla presidenza del Consiglio, il gioco fu nazionalizzato. Sisal, malgrado lo scippo, non si lasciò deprimere. E trasferì il sistema 1 - X - 2 alle corse ippiche. Nacque così il Totip. Sisal otterrà, poi, nel '91, di portar fuori dalle agenzie ippiche la scommessa Tris. Con un risultato di tutto rispetto: il movimento di denaro passerà da 80 miliardi all'anno a 2400 miliardi, in 15 mila ricevitorie. Ma è il 1° aprile 1996 che nascono le premesse per il Superenalotto. In quella data, Sisal gioca e vince. Vince per davvero, e non è un pesce d'aprile, la gara per aggiudicarsi l'Enalotto, battendo Coni e Lottomatica. L'anno successivo, cambia la formula del lotto. Ma è il 3 dicembre 1997, un mercoledì, che l'Italia, piacevolmente sorpresa, apprende la nascita di Super. Rodolfo Molo, schivo presidente della Sisal (ereditata dal padre), un passato di pugile, una passione per i libri antichi e la determinazione di chi sa bene quel che vuole, aveva fatto un chiaro discorso ai suoi che era suonato, più o meno, così: «Voglio il gioco dei giochi. Dev'essere straordinario. Deve fare la storia del gioco». Nessuno si era scomposto e, senza indugi, tutti si erano messi al lavoro. Presto, convocare esperti in matematica, statistica, maghi del marketing e della comunicazione. Avanti, subito una ricerca di mercato. Che cosa voleva la gente? Era la sola domanda. Tre cose, sopra ogni altra, fu la risposta ricavata da un ampio sondaggio. La prima: un gioco facile da giocare. La seconda: un gioco facile da vincere con molte ca¬ tegorie di premi (il Superenalotto ne ha ben 5). La terza: un premio massimo che fosse una vera e propria cascata di bigliettoni. La proposta fu presentata al ministero delle Finanze che approvò. E oggi la febbre sale e continua a salire. Superenalotto chiuderà l'anno in corso con un movimento di gioco pari a 3200 miliardi. Rodolfo Molo può dirsi soddisfatto: voleva il padre di tutti i giochi. L'ha avuto. Come ha sperimentato, lo scorso giugno, una ragazza nata nella provincia di Cagliari e addetta alle pulizie di un albergo romano. Si narra che, tutta tremante, avesse mostrato la sua schedina all'impiegato della sede Sisal di zona, mormorando timidamente: «Mi dicono che dovrei aver vinto cinquanta milioni, ma forse...». L'uomo aveva controllato la combinazione, poi aveva risposto: «No, signorina. Non ha vinto cinquanta milioni. Ne ha vinti 500». I presenti faticarono non poco per rianimare la giovane che, impallidita, era scivolata al suolo, senza dire una parola. Le fecero annusare una bottiglia di aceto. Daniela Daniele Grazie ad una ricerca di mercato fu decisa l'attuale formula: un sistema facile un premio ricchissimo e molte categorie

Persone citate: Fabio Jegher, Giulio Andreotti, Giulio Onesti, Massimo Della Pergola, Rodolfo Molo

Luoghi citati: Cagliari, Italia, Svizzera