Con 42 miliardi riparte la caccia al sei
Con 42 miliardi riparte la caccia al sei Vinti 3600 milioni con il «5+1» in Lombardia e a Napoli, calo dell'ultima ora nelle puntate Con 42 miliardi riparte la caccia al sei Superenalotto, nuova delusione \ ROMA. Superenalotto, il sei sfugge ancora. Per il nono concorso consecutivo nessun giocatore ha indovinato i numeri che valevano 35 miliardi e 83 milioni. E sabato il jackpot dovrebbe superare i 42 miliardi. Sarebbe la seconda vincita di ogni tempo in Europa dopo quella di 48 miliardi realizzata in Inghilterra alla National Lottery. Ma il Superenalotto ha creato ieri due nuovi miliardari grazie al «5+1»: vincono 3 miliardi 600 milioni ciascuno. I tagliandi sono stati giocati a Garbagnate (in provincia di Milano) e a Napoli. Un'inaspettata flessione di giocate dell'ultima ora ha dunque «ristretto» il premio di prima categoria che fin da martedì sera si ipotizzava dovesse superare i 37 miliardi. Il dato definitivo è stato reso noto alle 19,45 dalla Sisal, al termine delle rilevazioni sulle giocate. In particolare si segnalava che erano state giocate 131 milioni di combinazioni. Tanto, tantissimo, ma sempre un calo di gioco che logicamente ha investito anche il «5+1» perché alla fine è risultato un montepremi di seconda categoria di 7 miliardi 294 milioni. Un paio di miliardi in meno rispetto alle previsioni. Con una nuova delusione per milioni di italiani che ieri hanno inseguito la fortuna. Ma anche la rinnovata speranza di realizzare, sabato, la vincita della storia, almeno nel nostro Paese, indovinando tutti i sei numeri. E' stato un assalto quello verificatosi ieri alle 14.800 ricevitorie del Superenalotto. Un assedio che si è protratto ben oltre l'orario di chiusura delle giocate, fissato per le 17,45.1 dati relativi alla pre-raccolta della mattinata registi avano un dato tendenziale del 100% in più rispetto allo stesso giorno della settimana scorsa. Contenere la massa di persone che voleva giocare al Superenalotto è stata impresa a tratti impossibile. Ulteriore conferma si è avuta dal gestore di una ricevitoria di Verona: per evitare la ressa e far fronte alle richieste di centinaia di clienti non ha esitato a coinvolgere parenti e amici per farsi dare una mano. Non è stato il solo a trovarsi in difficoltà. «Per noi ricevitori quest'ultimo concorso è stato un autentico massacro - ribadiva verso le 18,15 Massimo Scaleia, ricevitore torinese di via Madama Cristina, zona San Salvario -. Per smaltire le code abbiamo rinunciato fin da lunedì alla pausa pranzo e saltato il giorno di chiusura. Anche ora che abbiamo chiuso le giocate da mezz'ora la gente continua ad entrare. Vuole giocare ad ogni costo, far parte in qualche modo dell'ubriacatura collettiva. Fortuna che avevamo ancora dei sistemi precompilati a quote». Nella capitale, per respingere gli «assalti» dei giocatori c'è stato invece chi si è dotato di due terminali: «Li avevamo già - afferma il proprietario di una ricevitoria del centro - ma non li avevamo mai utilizzati così tanto come in queste ore». Considerevole anche la categoria dei non-giocatori, coloro che hanno deciso di puntare una volta tanto la sorte con una sola schedina da 1600 lire. Tramontata la speranza di fare «sei secco» per tutti l'attenzione si sposta ora al prossimo concorso che dovrebbe registrare ulteriori record, anche fuori dai confini dell'Italia. In proposito c'è un apposito indicatore che si utilizza per le classifiche europee e che fa stimare ancora alti i margini di crescita delle puntate, soprattutto nella nostra penisola. E' un rapporto che si ricava dal rapporto tra stipendio medio annuo e spesa media annua per i giochi. In Italia il rapporto è del 3%, in Francia del 3,8%, in Inghilterra è del 3,6%, in Germania è del 4,2% mentre in Spagna il rapporto è del 7%. Nel '98 si prevede che per tutti i giochi disponibili verranno spesi, in Italia, 24 mila miliardi. In questo settore almeno e in generale la crisi sembra una parola di scarso significato. Ivano Barbiero Il prossimo jackpot costituirebbe la seconda vincita di sempre in Europa L'assedio alle ricevitorie è durato anche oltre l'orario di chiusura \ Una ricevitoria per giocare le schedine del Superenalotto e il «padre» del fortunato gioco Geo Molo
Persone citate: Ivano Barbiero
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