Il Polo promette ostruzionismo giapponese
Il Polo promette ostruzionismo giapponese Il centrodestra in aula farà allungare i tempi: tutti i deputati parleranno per due minuti Il Polo promette ostruzionismo giapponese E sabato la marcia su Roma contro «l'imbroglio» ROMA DALLA REDAZIONE I rapporti tra il governo D'Alema e l'opposizione di centrodestra iniziano nel modo più traumatico: dopo la richiesta del presidente del Consiglio di accelerare i tempi del dibattito sulla fiducia, in modo da poter partecipare al vertice europeo di Klagenfurt di sabato e domenica, il Polo ha deciso di protestare, adottando una forma di contestazione senza precedenti: nel corso del dibattito alla Camera, anziché affidare il proprio no ad alcuni, significativi interventi, i deputati del centro-destra interverranno tutti e 211, parlando ognuno per 2 minuti l'uno. L'«ostruzionismo alla giapponese» deciso dal Polo non impedirà al presidente del Consiglio di incassare la prima fiducia, quella della Camera, entro il tempo desiderato: il voto di Montecitorio infatti dovrebbe concludersi intorno alle 20,30 di venerdì. Un voto che consentirà a D'Alema di partire, sabato mattina, per l'Austria. E sabato pomeriggio, il Polo ha in¬ detto per le strade di Roma una marcia, inizialmente contro il governo Prodi e che si trasformerà in un corteo «contro l'imbroglio» di D'Alema e Cossiga. In questa chiave i leader del centro-destra avrebbero preferito far marciare la propria gente con un governo ancora senza fiducia? O l'ostruzionismo serve proprio a creare il clima «giusto» per la marcia? Oppure, come ipotizza il presidente del Gruppo misto Mauro Paissan, «il Polo perde tempo per cercare l'esercizio provvisorio». A sentire gli esponenti del centro-destra non sono questi i motivi dell'ostruzionismo, che comincerà da oggi, quando alle 15 inizierà il dibattito sulla fiducia, avviato dalle comunicazioni del presidente del Consiglio previste per mezzogiorno. La polemica tra D'Alema e il Polo si era aperta ieri durante la conferenza dei capigruppo della Camera. Il presidente del Consiglio aveva spiegato che avrebbe gradito partecipare al vertice europeo avendo già ricevuto la fiducia da almeno uno dei due rami del Parlamento, ma che era pronto a rinunciare al viaggio in Austria, ritenendo prioritario il dibattito sulla fiducia. Ma la conferenza dei capigruppo, nella quale le forze del centro-sinistra sono maggioritarie, ha deciso per un iter accelerato, quello gradito da D'Alema: alle opposizioni sono stati assegnati i minuti che le spettano, ma in un arco di tempo contratto: il dibattito inizierà alle 15 di oggi e si concluderà alle 19 di domani. Ma la decisione, presa a maggioranza dalla conferenza dei capigruppo, a caldo è stata immediatamente contestata dal Polo: «Il rapporto di questo governo con l'opposizione - ha detto Gustavo Selva, vicepresidente del grup¬ po di An - inizia male, strangolando il dibattito in Parlamento: occorreva lasciare più tempo perché siamo davanti ad una svolta politica storica, che andava attentamente valutata». E Beppe Pisanu, presidente dei deputati di Forza Italia, era ancora più aspro: «Se vogliono un dibattito di marionette se lo facciano da soli: alla sordità della maggioranza, risponderà la sordità dell'opposizione. Se il profilo del dibattito sarà cosi basso, inviteremo Fini, Berlusconi e Casini a partecipare a convegni in altri luoghi...». Poi, dopo la reazione a caldo, i capigruppo del Polo si sono consultati e hanno deciso la forma di protesta più singolare. Lo annunciavano in una nota congiunta i presidenti dei gruppi di Forza Italia, An e Ccd Pisanu, Tatarella e Giovanardi: «Nel tempo rigorosamente contingentato, ogni deputato avrà a disposizione circa due minuti e ognuno riuscirà ad esprimere personalmente la sfiducia al governo D'Alema e la fedeltà al mandato degli elettori». E intanto il Polo si prepara a riaccogliere tra le proprie braccia eventuali delusi dell'Udr. Ieri il senatore Maurizio Ronconi, vicino a Buttiglione, ha annunciato che non voterà la fiducia al governo D'Alema, di fatto mettendosi fuori dall'Udr, mentre un altro senatore dell'Udr, Renzo Gubert, ha chiesto al suo amico Buttiglione di dimettersi. Silvio Berlusconi, leader di Forza Italia, con Gianfranco Fini, presidente di An
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