La rabbia della Salvato «Silurata dal mio partito» di Ant. Ram.

La rabbia della Salvato «Silurata dal mio partito» La rabbia della Salvato «Silurata dal mio partito» SROMA UL sentiero dei veti incrociati s'è persa la candidatura di Ersilia Salvato a Guardasigilli. E così ieri al Quirinale lei non c'era, e c'era invece a) suo posto Oliviero Diliberto, giurista con cattedra a Cagliari e capogruppo dei cossuttiani che, fino al pomeriggio prima, girava per il Transatlantico giurando «il partito ha bisogno di ine, al governo andranno altri compagni». 1 nomi, si sapevano già da giorni: Nerio Nesi ed Ersilia Salvato. Ma Nesi, appena intravista l'ombra del dubbio, aveva dettato un bel comunicato alle agenzie, del genere hic mancbimus optime. Il iiome di Salvato, invoce resta in ballo fino all'ultimo. Via Arenula è un dicastero che scotta, e non da popolarità: Botteghe Oscure lo cederebbe volentieri ai Comunisti italiani. Ma, forse, ai diessini la candidatura dell'ipergarantista Salvato potrebbe essere meno gradita di quella di Diliberto che, ancorché professore di diritto romano, è anzitutto un politico. Ma, appunto, ncssiuio spiega questo a Salvato. Che ieri si è sfogata: basta con questa pratica di partito, sono stati i miei a silurarmi. Tutto si è giocato alle otto di sera, nell'ufficio di Cossutta. Racconta Salvato che, improvvisamente, il ministero della Giustizia non era più disponibile. «C'erano invece, le Comunicazioni per Nesi, e i Rapporti con il Parlamento per me. Chiama tu Marco Minniti, mi ha detto Cossutta. A Minniti, che io ho ringraziato per l'offerta, ho spiegato che, essendo io già vicepresidente del Senato, ed essendomi occupata di giustizia per tutta la vita, se era ancora disponibile per il nostro partito il ministero della Giustizia, l'avrei preferito a quello dei Rapporti con il Parlamento. Va bene, fa Minniti, ti faccio sapere. Invece, dopo un quarto d'ora, mi chiama Cossutta, e mi comunica che Diliberto diventerà Guardasigilli, e io andrò ai Rapporti col Parlamento. Grazie no, ho risposto». Così Salvato scarta i messaggi di solidarietà, e gli appelli di ripensa- mento che da Cossutta, Diliberto e Nesi, le sono venuti. «Perché il problema è quello della trasparenza dei rapporti, del nostro percorso nelle decisioni politiche. Avevano deciso di dare quel ministero importante a Diliberto, ma questa decisione andava condivisa. Non si fanno partiti nuovi con una pratica politica vecchia», dice. L'accusa è forte, e non è nuova: quando Cossutta e Bertinotti erano assieme dentro Rifondazione, Salvato si è sempre dissociata e astenuta dalle decisioni, denunciando quella «mancanza di democrazia nel partito» che alla fine Cossutta aveva fatto propria contro Bertinotti. «E adesso che Bertinotti non c'è più, continuiamo con una persona sola che decide per tutti?». E così, dopo aver ricevuto solidarietà da molti, e dai Verdi l'invito a passare con loro: «Ci sto pensando». E così farà pure il senatore Carcarino. Un bel guaio, per i Comunisti italiani che già dovevano trovare due senatori per poter formare un gruppo. [ant. ram.]

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