Il governo D'Alema si tinge di rosa di Alberto Rapisarda
Il governo D'Alema si tinge di rosa Ieri mattina la lista dei ministri da Scalfaro, subito dopo l'insediamento: Il governo D'Alema si tinge di rosa Oggi l'esecutivo alla Camera, domani la fiducia ROMA. Il primo governo italiano ;.;uidato da un politico che fu dirigente del pei, Massimo D'Alema, è l'atto ed anche in fretta. Francesco Cossiga, che ha contribuito ad allargare la non più sufficiente alleanza dell'Ulivo, definisce questo passaggio una «pagina definitiva» della storia del Paese perché chiude mezzo secolo di «guerra fredda». I 25 nuovi ministri hanno giurato ieri mattina al Quirinale, mostrandosi come una squadra in larga parte rinnovata rispetto al governo Prodi (16 nuovi) e con ima presenza record di donne: sei. Un quarto del totale. Un'altra novità assoluta è Enrico Letta, del ppi, il più giovane ministro della storia repubblicana con i suoi 32 anni. Il presidente del Consiglio dice di essere «abbastanza» soddisfatto per la formazione che ha messo in campo, frutto di un equilibrio tra «esigenze di rappresentanza politica e qualità personali, competenze». E non poteva essere altrimenti, dato che il governo D'Alema riapre il ciclo dei governi concordati tra i partiti, sul campo. Parte cautissimo Massimo D'Alema, ben conscio delle difficoltà che dovrà affrontare, a cominciare dalla nomina dei sottosegretari che, dice, «è come scalare una montagna». Stamani i prescelti giureranno al Consiglio dei ministri e alle 12 il presidente del Consiglio dovrebbe tenere il suo discorso a Montecitorio. Venerdì, dibattito e voto. La prossima settimana si replica al Senato. La maggioranza sicura c'è, anche se è frutto della somma di dieci formazioni grandi, medie e minuscole («una maggioranza va- riegata e folta» la definisce Bossi). Alla Camera D'Alema potrà contare su circa 340 deputati, contro i 289 delle opposizioni. La cifra esatta non si può ancora dare perché la «battaglia per i ministri» ha lasciato feriti sul campo, alcuni dei quali hanno già deciso, o minacciano di lasciare i rispettivi partiti. Quattro se ne vanno dalla Udr di Cossiga (e forse saranno sei) migrando di nuovo verso il Polo o il gruppo misto. Sembrava che due dovessero lasciare i Comunisti italiani, ma pare che ci stiano ripensando. Intanto, non si è placata la burrasca scatenata da Gerardo Bianco nel ppi. Ci sono, comunque, anche gli entusiasti. I socialisti di Boselli giubilano perché con un ministero ritengono certificata la loro esistenza politica. E' «molto contento» anche Armando Cossutta perchè per la prima volta un comunista (Diliberto) è tornato al ministero (la Giustizia) che 50 anni fa fu di Palmiro Togliatti. Il quale volle l'amnistia per i fascisti sconfitti, nel segno della pacificazione nazionale dopo la guerra e la Resistenza. Accanto al presidente del Consigbo c'è un vice di peso pobtico come 2 popolare Sergio Mattarella. Ci sono anche tre ex presidenti del Consiglio (Amato, Ciampi, Dini), un ex presidente del Senato (Scognamiglio) e un sindaco di grande popolarità che conserverà il suo incarico a Napoli, come Antonio Bassolino. Parte, quindi, il governo di centrosinistra di Massimo D'Alema, con un tandem robusto assieme a Franco Marini, segretario del ppi. Il governo Prodi si è esaurito ed è caduto perché i suoi azionisti di maggioranza avevano visto che si stavano riducendo i consensi. La scommessa vera di D'Alema sarà quella di fa¬ re risalire le quotazioni elettorali del centro-sinistra, in un momento certamente non facile dal punto di vista economico e del lavoro. Il primo esame ci sarà,'prevedibilmente, con le elezioni europee del prossimo mese di giugno. Con tanti alleati attorno, il presidente del Consiglio ha bisogno di avere, almeno, il suo partito compattamente schierato in suo sostegno. Questa, al momento, è solo una scommessa. Il mugugno dei diessini per l'alleanza con Cossiga (che ha l'obbiettivo di dissolvere U centro-sinistra) c'è e si sente. D'Alema ne era ben conscio, ieri, quando ha parlato ai gruppi parlamentari del suo partito, ai quali ha chiesto di aiutarlo, «anche per convenienza». «Rischio non solo in proprio. Siamo tutti chiamati a rispondere in solido. La nostra capacità di costruire una cultura di governo mi spaventa. Ma è questa la sfida». La sfida sarà anche dimostrare a Cossiga che l'alleanza tra moderati e sinistra «è una necessità permanente». La richiesta di aiuto riguarda, innanzitutto, Walter Veltroni, nuovo segretario ds. E Veltroni si mette all'opera pensando ad un partito che possa contribuire al rafforzamento dell'Ulivo. Con Prodi, ha detto, ho «un sodalizio d'acciaio». Prodi ieri ha passato le consegne al suo successore ed ha lasciato Palazzo Chigi tra gli applausi del personale. Prodi non si iscriverà al gruppo misto, come aveva minacciato. Rimarrà nel gruppo dei popolari (8 deputati fanno capo a lui), marcando le distanze da Marini. Alberto Rapisarda Il presidente del Consiglio Massimo D'Alema ha appena giurato e stringe la mano al Presidente Scalfaro
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