LA GERMANIA DI SCHROEDER SENZA MEMORIA
LA GERMANIA DI SCHROEDER SENZA MEMORIA NON COMMEMORA IL 1915-18 LA GERMANIA DI SCHROEDER SENZA MEMORIA IL desiderio e la volontà di lavare le proprie mani da tutta la carne del secolo finita in cenere ha davvero spinto il Cancelliere Scliroeder ad annullare la celebrazione in Francia, I'8 novembre prossimo, della fine del primo grande conflitto europeo del ventesimo secolo? Un dubbio fratricida strappa da ieri una trama invisibile, intessuta nell'arcolaio della memoria, nel cuore d'Europa. Un'Europa die vuole crescere unita ancor prima di aver risolto i dubbi sulla propria aspirazione genetica, i dubbi di aver sbrigativamente sostituito la volontà di unita all'unità delle volontà. L'ambizione della generazione di Schroeder di sollevarsi una volta per tutte dal peso di una colpa a cui tutti i tedeschi appartengono senza che essa appartenga a loro, è comprensibile. Un'identità positiva nel Paeseche batte come un muscolo cardiaco i ritmi europei è d'altronde una premessa alla ricerca di un'identità positiva della stessa Europa. Ma l'identità di un popolo non è una somma algebrica: non diventa positiva per il solo fatto di negare ciò che non e, o almeno non vuole più essere. La risposta di Helmut Kohl era nella costruzione di un'Euiopa unita che pure è difficile non chiamare tedesca. Una risposta che dà e riceve senso anche alia ritualità delle celebrazioni comuni. Schroeder è stato indotto a cancellare le celebrazioni dalla vicinanza con le celebrazioni della caduta del Muro? Ma l'unità tedesca non era l'altro iato della medaglia dell'unità europea? Da che laro finirà per cadere la medaglia lanciata in aria da Schroeder? Non solo la Germania, ma prima di tutti la Germania, è esposta al dubbio della tentazione, perpetua ed umana, al nazionalismo. Cinquant'anni son molti per chi ne ha cinquantacinque come Schroeder, ma erano il '92 e il '93 quando le case dei turchi bruciavano in Vestfalia, quando le grida di Rostock resuscitavano lo spettro di Hitler, quando i j «bravi cittadini» di Hoyerswerda applaudivano dai balconi la caccia agli emigrati. Gli interrogativi che allora erano una necessità sono ora un dovere. Ora che la Germania è tornata forte e unita, per la prima volta vincente in Europa. Un dovere comune che nella solitudine nega la propria soluzione. 11 futuro ha un cuore antico, scriveva Primo Levi. Senza memoria non ha cuore e non ha futuro. Carlo Bastasin SERVIZIO A PAGINA 8
Persone citate: Carlo Bastasin, Helmut Kohl, Hitler, Primo Levi, Schroeder
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