Mallarmé, enigmi nel santuario

Mallarmé, enigmi nel santuario A cent'anni dalla morte, libri, convegni, concerti e una grande mostra al museo d'Orsay Mallarmé, enigmi nel santuario Parigi celebra il profeta della Modernità IPARIGI A proposta è coraggiosa. Per celebrare un poeta oscuro come Mallarmé, viene aper 1 to al pubblico il suo santuario in gran parte inedito e l'anticipatore della Modernità diventa il tema di una serie di iniziative (libri, mostre, concerti, convegni) dedicate all'incontro tra poesia, pittura e musica a cavallo del secolo. Col titolo Mallarmé 1842-1898, fotografie lettere e schizzi colorati, manoscritti dei primi versi e bozze martirizzate, edizioni illustrate, riviste, oggetti e soprattutto opere d'arte di illustri amici o di altrettanto illustri ammiratori - circa 400 pezzi - saranno esposti da martedì 29 al Musée d'Orsay mentre il suo Auditorium ospiterà concerti e laboratori musicali. Aiuteranno a squarciare il «mistero» del riservato professore di inglese che per guadagnare qualche lira arrivò a redigere le ricette di cucina e i consigli di moda di una rivista femminile ma che intanto tormentava i suoi versi perché, come gli impressionisti, voleva «dipingere non la cosa, ma l'effetto che provoca»? Serviranno a capire il segreto di un'opera divisa tra versi di circostanza e ardue sperimentazioni affidate a testi frammentati, spesso incompiuti, o innovativi come Un coup de désjamais n'abolirà le hasard dove «l'effetto» risulta da una rivoluzionaria dislocazione delle parole e dal diverso uso dei caratteri tipografici? A cento anni dalla morte, nonostante la mole di studi critici, Mallarmé risulta ancora di accesso impervio, ma nelle iniziative del Musée d'Orsay le premesse per correggere la prospettiva e favorire l'accostamento ci sono tutte. A cominciare dal pastello anonimo di Amleto che, significativamente, compare nella prima sala accanto al ritratto di Mallarmé trentenne firmato dall'amico Manet. L'esposizione si snoda in cinque stanze non comunicanti, cinque cubi cui corrispondono altrettante tappe tematiche. Sullo sfondo di ritratti di famiglia, sul filo di un'adolescenza segnata dal dolore per la morte della madre e della sorellina, dalla cupezza per l'incarceramento «tra le quattro mura» del collegio e la delusione per il secondo matrimonio del padre, quattro quadernetti testimoniano la vocazione poetica e gli esordi. Colpisce la scrittura regolare, lavorata e con effetti di eleganza poco in linea con l'atteggiamento di uno scolaro «assente, discontinuo», che cova fuochi di rivolta. Forse, copiando i poeti che ama, è già convinto della sacralità e del carattere aristocratico dell'arte. Sono poi documentate le collaborazioni alle riviste e con poeti e artisti che lo aiutano a liberarsi dall'abbruttimento di un impiego voluto dalla famiglia. «Mi sono fatto coraggio e ho cercato di perseverare leggiamo in una lettera al nonno del 1862 -. Ma l'Ufficio del registro non si accontenta di assorbire il tempo, assorbe anche l'individuo». Di Marie Gerhardt, la governante inglese più grande di sette anni che incontra qualche tempo dopo e che sposa quando l'infatuazione ha già ceduto alla fratellanza, c'è appena qualche ritratto. Che il fascino malinconico, la silhoutte esile come un virgulto di questa «anima gemella» avessero folgorato Mallarmé in un periodo di solitaria inquietudine e di irrisolto lutto, non stupisce. La felicità che avrebbe dovuto scaturire «da due malinconie», infatti non arrivò mai. A illustrare ancora una prima fase, ci sono tra l'altro i manoscritti di Hérodiade su cui il poeta seguiterà a lavorare tutta la vita e le prime versioni de L'après midi d'un faune accostate all'omonima scultura lignea di Gauguin e al calco Fauno e ninfa di Rodln. La scrittura è cambiata. Secca, frettolosa e così spezzata che è difficile da decifrare ma non ancora strizzata come nelle Notes per il Tombeau d'Anatole in mostra nella seconda sala dedicata ai tombeaux. Per Mallarmé, il Sepolcro non fu solo un genere letterario di circostanza. Scriverne uno per il figlio gli costò nove anni, quanti ne aveva Anatole nel 1879. E più della documentazione filologica, o delle testimonianze di quanto fosse profonda l'amicizia con Manet o con Villiers de l'Isle Adam, qui è la sua paternità a costituire U grande elemento d'interesse. Accanto a una letterina di «Tble», c'è un carnet di schizzi coloratissimi disegnati dal padre per intrattenerlo durante la malattia. Sono fiabe, avventure in cui compaiono potenti eroi, oggetti bizzarri e animali esotici come il pappagallo regalato da Robert de Montesquoiu per distrarre il bambino. Diversa l'atmosfera nelle altre due sale che ospitano, una la moda dell'epoca e i relativi interventi del poeta, l'altra la fase matura. Siamo all'epoca degli ormai celebri Mordi de la rue de Rome frequentati da Verlaine, Renoir e Gauguin o, tra i tanti giovani, Gide e Valéry. I versi d'occasione sono diventati galanterie per i ventagli delle signore o récréationspostales per gli amici; le tele e i ritratti fotografici consacrano ormai un maestro o l'Eden di Valvins con le uscite in barca insieme ad Odilon Redon; e i biglietti alla bella Méry Laurert rivelano un sentimento imperioso e insospettato. Accensione dei sensi, ritrovata vitalità e materna protezione: questo suscitava l'ex modella di Manet intrattenuta da un ricchissimo dentista americano che in una raffigu¬ razione de L'Autunno sprizza sensualità ma che al poeta che andava a trovarla ogni giorno anziché il suo corpo dispensò affetto e soccorso generoso. Infine, sulle pareti bianco calce dell'ultima sala la trascrizione di Un coup de dés provoca un senso di vertigine. L'enigma resta, ma come in ogni grande opera. Secondo Valéry, Mallarmé aveva introdotto in Francia la nozione di «autore difficile» perché esigeva dal lettore una interpretazione personale e l'obbligo di «uno sforzo mentale» pari a quello necessario per produrre un'opera d'arte. Sarà così per i visitatori di questa mostra? Paola Decina Lombardi Esposti 400fotografie, manoscritti, disegni e dipinti di illustri amici o ammiratori Dagli esordi di scolaro ribelle ai «Mordi» in me de Rome con Verlaine, Renoir e Gauguin ocietà e Cultura Mercoledì 21 Otto una grande mostra antuario al museo d'OrModernità Mallarmé vistNell'immaginClaude Debuche in «TroisPlacet futile, alle liriche deè diverso: Subond), Paul Hérodiade), improvisatioMatteo D'Amtinto alla pescrigno fonicduttili da pdavvero divperfezione ti Mallarmé visto da Levine. Nell'immagine piccola Claude Debussy, musicista che in «Trois poèmes: Soupir, Placet futile, Eventail» ha attinto alle liriche del poeta francese

Luoghi citati: Francia, Hérodiade