L'odissea del piccolo Robin. Malpensa 2000 vista da Torino

L'odissea del piccolo Robin. Malpensa 2000 vista da Torino LETTERE AL GIORNALE L'odissea del piccolo Robin. Malpensa 2000 vista da Torino Dalla Svezia senza amore Sono il padre di un bimbo di 6 anni. Circa 4 anni fa la madre lo ha portato con sé in Svezia e qui il tribunale svedese lo ha affidato a lei pur essendo un cittadino italiano. Io non mi ero opposto alla cosa poiché ritenevo che fosse la soluzione migliore per il bambino. In questi anni ho sempre versato gh assegni aumentali e mi sono recato in Svezia a visitarlo e tutti gli anni ho portato il bimbo in Italia per alcuni mesi. All'inizio del '98 mi telefona la madre affermando che poiché non riusciva a tenere il piccolo Robin io dovevo andarlo a prendere fino a che fosse stato necessario altrimenti lo avrebbe dato in affidamento. Dopo qualche tempo 1' assistenza sociale svedese mi contattava per sapere se volevo andare a prendere il bimbo che nel frattempo era stato dato in affidamento temporaneo ad una famiglia, visto che né la madre né i genitori della stessa potevano o meglio volevano occuparsi del piccolo. Dopo un colloquio con gli assistenti sociali ho portato mio figlio in Italia con il patto di riportarlo in tempo per l'inizio dell'anno scolastico. Una volta giunto in Italia ho dato le cose in mano ad un legale per intentare una causa di affidamento poiché non voglio assolutamente che il piccolo torni in Svezia con sua madre. Ora sto aspettando che la causa proceda ma nel frattempo il tribunale svedese mi accusa di sottrazione di minore. Vorrei sapere se ci sono casi analoghi. Alessio Battistini Cervia (Ra) balesso@mail.asianet.it Quelle interruzioni sono fuori legge Scrivo in riferimento alla lettera del signor Mauro Crippa, pubblicata sulla Stampa del 16 novembre 1998. In tale lettera viene detto che la legge non proibisce interruzioni pubblicitarie all'interno di un cartone animato se questo è lungo almeno 30 minuti; a tal proposito, però, vorrei ricordare che nella puntata dei Simpson dell 19 novembre sono state mandate in onda ben due interruzioni pubblicitarie e questo (come lui stesso implicitamente afferma) non è affatto a norma di legge. Ogni puntata dei Simpson, infatti, dura dai 20 ai 22 minuti, ma quel giorno è iniziata alle ore 14;02 ed è terminata alle ore 14;32, proprio perchè le due interruzioni pubblicitarie hanno comportato un «allungamento» di 8 minuti circa. Questo è solo un episodio, ma anche in numerosi casi precedenti le puntate sono state interrotte da almeno una interruzione e questo contraddice palesemente la legge n.122 dell'aprile 1998 alla quale lo stesso signor Crippa fa riferimento. Alberto Greco alby-greco@iol.it Caselle continua a perdere voli Ho scoperto, con mia grande sorpresa, che i problemi creati dall'apertura del nuovo aeroporto a Milano si ripercuoteranno anche sulla nostra città. Dopo il fatidico 25 ottobre, data di apertura di Malpensa 2000, Torino non avrà più l'onore di avere un volo diretto Torino-Parigi operato dalla nostra compagnia di bandiera. Dopo tale data la sola Air France manterrà 2 voli giornalieri da Torino a Parigi con buona pace di chi, come me, credendo sia meglio affidarsi a prodotti nazionali ha stipulato quello che dovrebbe essere un rapporto fiduciario con la compagnia italiana associandosi al club «Millemiglia». Ora scopro che ancora una volta l'Alitalia tratta Torino alla stregua di un villaggio di pescatori. Vorrei ricordare che già alcuni anni or sono Torino non si è potuta dotare di un volo diretto con New York offerto dalla T.W.A. per la ferma opposizione deU'Alitalia che aveva minacciato di togliere voli e servizi da Caselle. E ancora voli che sono via via scomparsi col tempo. Oltre a danni indiretti: è stato infatti grazie all'intensificarsi dei voli Alitalia che la British Airways decise di to- gliere i propri collegamenti tra Londra e Torino. Ora, sempre grazie alla famigerata Malpensa 2000, i voli Torino-Londra sono solo 3 di cui 1 solo con London City, ma ad un orario difficile, mentre gli altri 2 operano su Stanstead. Vorrei ricordare cha da Milano perai arranno decine di collegamenti giornalieri sui 3 principali aeroporti londinesi (Heathrow Gatwick e London City). Tutto questo è successo mentre Torino, con altissimi costi, si è dotata di un moderno aeroporte costruito proprio per l'intensificarsi dei passaggi sia passeggeri che merci. Roberto Porzionato Torino porzionato.roberto@publitalia.it Spaccio di hashish e reato impossibile L'articolo del 15 ottobre dal titolo «Cessione hashish Palmella rinviato a giudizio» contiene informazioni parziali e inesatte. Infatti, in seguito al pronunciamento del gip di Roma del 14-10-1998, con il quale veniva rinviato a giudizio Pannella e altri 20 imputati per il reato di concorso in cessione di hashish, si è tenuta a piazzale Clodio una conferenza stampa in cui Rita Bernardini, e alcuni degli avvocati difensori, hanno spiegato e contestato la recente sentenza delle Sezioni Unite Penali della Corte di Cassazione, del 22 settembre, con cui si è stabilito che «qualsiasi sia il principio attivo contenuto nella sostanza stupefacente e dunque anche ove non si rilevi alcun effetto drogante il soggetto detentore va comunque perseguito penalmente». E ciò nonostante l'articolo 49 del codice penale, che prevede la non punibilità di chi commette un'azione inidonea a ledere il bene giuridico protetto dalla norma penale (reato impossibile). Solo in esito a tale spiegazione, ed all'evidente scopo di «celebrare» la sopra menzionata sentenza, venivano consegnate da Rita Bernardini e da altri multanti, ai giornalisti e agli agenti di polizia presenti, sedici scatole di cartone bianco con i simboli della Lista Pannella e del Partito Radicale, contenenti ciascuna un microgrammo di hashish con accanto una lente di ingrandimento, la descrizione della sostanza stupefacente, la sentenza della Corte di Cassazione e la targhetta: «reato impossibile». aw. Giuseppe Rossodivita Monterotondo (Roma) Il governo Andreotti e il rifiuto di Donat-Cattin Desidero precisare che, a differenza di quanto asserisce Filippo Ceccarelli su La Stampa di domenica 18 ottobre, a pagina 3, mio fratello Carlo Donat-Cattin decise di non presenziare alla cerimonia del giuramento dei ministri convocati al Quirinale il 26 giugno 1972, perché in disaccordo con l'aUora presidente incaricato, Giulio Andreotti, circa i ruoli assegnati nel governo appena formato, dei due esponenti di Forze Nuove, chiamati a farne parte, vale a dire il senatore Eugenio Gatto e lo stesso Donat-Cattin (non si capisce perché CeccareUi tiri in ballo le bugie). Mentre il primo ri¬ tenne di dover accettare l'incarico a titolo personale, dissociandosi in tal modo dalla linea politica del proprio gruppo di appartenenza, Carlo Donat-Cattin, al contrario, soppesati limiti e conseguenze del rifiuto, comunicò ad Andreotti le ragioni della propria indisponibilità. Chi ha voluto vedere in questa decisione intenti dissacratori nei confronti di una istituzione fondamentale qual è in concreto la Presidenza della Repubblica dimostra inadeguatezza nella valutazione di taluni avvenimenti politici dai risvolti particolari, che imporrebbero, se non altro per un'esigenza deontologica, il ricorso alle fonti originarie, che nel caso in questione non furono chiamate in causa. Questo per la verità dei fatti. Antonio Donat-Cattin Torino Per la verità dei fatti si trattava, in effetti, del primo e non del secondo governo Andreotti (febbraio e non giugno 1972). Per la verità delle testimonianze, d'altro canto, non si comprende il richiamo all'inadeguatezza, alla deontologia e alle fonti originarie. In diverse occasioni Giulio Andreotti, presidente di quel governo, ha ricostruito l'episodio del barbiere: «Al momento del giuramento non si presentò Donat-Cattin e, poiché poco prima era stato visto dal barbiere della Camera, vi si fecero sopra sferzanti commenti (...) Lasciai quindi che passasse una giornata e Donat Cattin venne con me al Quirinale a giurare da solo. Piccolo privilegio televisivo». Da Governare con la crisi, Rizzoli, 1991, pagina 176. Vedi anche, sempre di Andreotti, De Prima Re Pubblica, sempre Rizzoli, 1996, pagina 123. [f.cec] Le lettere yanno inviate,.^ a: jr\ r LA STAMPÀ\ \f Via Marenco 32,10126 TORINOVl r fax Oli -6568924 1 e-mail lettere@lastampa.lt