Unicredito prende tempo di Zeni
Unicredito prende tempo Unicredito prende tempo MANCA l'ultimo tassellino, la quotazione in Piazza Affari del nuovo titolo: succederà tra due giorni, venerdì, quando in Borsa Unicredito italiano sarà la nuova sigla al posto del vecchio Credit. Per il resto, assicura Alessandro Profumo, amministratore delegato del nuovo supergruppo nato dalla fusione tra Credit, Rolo, Banca Crt, Cassaverona e Cassamarca, tutto secondo i programmi. Pronto il nuovo marchio (un uno a forma di freccia in un cerchio rosso), pronti gli spot pubblicitari, pronti i piani di riorganizzazione che daranno vita a una holding, a società di produzione centralizzate con, sotto, le varie reti. «Un modello - insiste Profumo - in grado di attirare banche medio-piccole come nel caso della Trento e Bolzano». Come dire che i! polo Unicredito punta a calamitare nella sua orbita banche ancorate nel territorio, soprattutto là dove (per esempio in Toscana) il nuovo supergruppo ha scarsa presenza. Niente maxialleanze, tanto per intenderci, col Sanpaolo di Torino come qualcuno aveva immaginato tempo fa: «Abbiamo preso strade diverse», dice Profumo. Niente di niente nemmeno con l'altra galassia in formazione, con Banca Intesa, altra ipotesi vociferata dal mercato. Per ora l'unica occasione nuova viene dalla Polonia dove, conferma l'amministratore delegato, Unicredito è in corsa con Allianz perla privatizzazione di Bank Pekao, seconda banca di un paese «molto interessante». Presenta gli spot del nuovo colosso, Profumo. E aggiunge i numeri di un bilancio consolidato, una specie di semestrale '98 prò forma, che sarà anche esercitazione contabile ma è pur sempre la fotografia più aggiornata della cosa che sta per nascere: utile netto di 1.090 miliardi (+139%) e risultato lordo di 3.148 miliardi. Tutti conferma¬ ti gli obbiettivi a suo tempo annunciati per Unicredito: Roe del 20% nel 2001, utile netto a 3.200 miliardi, Eps (utile per azione) a 650 lire, peso del 14,2% sui ricavi totali del sistema sempre nel fatidico 2001. Costi in calo del 7% con esuberi dichiarati in 2900 a fronte di 900 nuove assunzioni. Mentre per quanto riguarda i timori di perdite, Profumo è categorico: «Non abbiamo posizioni verso hedge fund e non creano preoccupazioni l'esposizione verso i paesi a rischio, in tutto 648 miliardi, lo 0,43% del totale degli impieghi». Non sarà questione di settimane, come era stato detto ad agosto, per la cessione della metà della quota (il 37%) in mano alle Fondazioni Crt, Cassamarca e Cassaverona. Visto l'andamento incerto dei mercati, slitta a data da destinarsi. Spiega Profumo: «E' una cessione che deve essere fatta prima del 2000, che pensavamo di fare in autunno e che è stata sospesa per la grandissima incertezza della Borsa, spero che si possa fare la prossima primavera». In Piazza Affari la conferma del rinvio deprime un pochino il titolo Credit (-0,21%) ma anche in Piazza Affari, alla fin fine, registrano con maggior attenzione le dichiarazioni di Profumo su Mediobanca e Telecom di cui Unicredito è azionista importante, coli'8% in via Filodrammatici e l'l% nella società telefonica. «La quota in Mediobanca è strategica, l'abbiamo e la teniamo - dice Profumo - ma può darsi che la struttura azionaria si trasformi a quel punto vedremo cosa fare». E su Telecom? Risposta fin troppo chiara («Un'esperienza più impegnativa di quella che pensavamo») con postilla che vuol smentire le solite voci che si ripetono: «Non sarò io l'amministratore delegato di Telecom». Armando Zeni
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