«Bill, grande leader e uomo stupido» di Franco Pantarelli

«Bill, grande leader e uomo stupido» SEXGATE Sfogo dell'ex portavoce McCurry. La moglie di Starr: mio marito non è assatanato di sesso «Bill, grande leader e uomo stupido» «Sono sconvolto e deluso, non volevo credere che fosse capace di mentire così sulla Lewinsky» NEW YORK NOSTRO SERVIZIO «Un leader altamente qualificato per guidare la Nazione», ma anche «esasperatamente stupido» nel gestire la sua vita personale: è questo il Bill Clinton «visto da vicino» da Mike McCurry, l'uomo che negli ultimi tre anni è stato il suo portavoce. McCurry ha lasciato l'incarico il primo ottobre e ora la sua vita, almeno per un po', sarà quella tipica di chi ha acquistato una certa fama: il circuito delle conferenze. La prima l'ha tenuta ieri all'Università di Pittsburgh e ne ha approfittato per manifestare - ora che può - la sua delusione nei confronti del Presidente. Lui all'affermazione solenne di Clinton, «mai avuto una relazione sessuale con quella donna, Miss Lewinsky», aveva creduto, ha detto. Ed ha anche cercato di spiegarsi come mai: «Semplicemente non volevo credere che fosse capace di mentire così». Come si sente ora che è fuori dalla Casa Bianca?, gli hanno chiesto. «Finalmente libero», ha risposto lui alzando le braccia al cielo. E la sua libertà l'ha esercitata anche nel criticare il comportamento dei media. Era «letteralmente sconvolto», ha detto, di fronte a quegli interi briefing passati a rispondere solo ed esclusivamente a domande riguardanti Monica Lewinsky, come se non esistesse più mula al mondo. Ma Mike McCurry non è stato il solo, fra i protagonisti di questa storia, a sentirsi finalmente libero di parlare. Anche la moglie di Kenneth Starr, Alice, ha deciso di «scendere in campo» in difesa del marito «che non può difendersi perché non è autorizzato a parlare». Alice ha resistito a lungo a tutte le «malignità» scritte sul conto del suo Ken, alle telefonate minatorie o di scherno, alla loro vita trasfomata «in una pentola a pressione», ma quando ha letto un articolo di Maureen Dowd, una nota columnist del «New York Times», in cui lui veniva definito un «assatanato», non ha retto più. Così eccola concedere un'intervista al mensile «Mirabella» per dire che invece il procuratore speciale è «un marito affezionato» e «un padre tenero» (la coppia ha tre figli) che ha fatto di tutto in questo periodo per «lasciare in ufficio lo stress che questa vicenda gli procurava». Lei naturalmente percepiva la pressione cui lui era sottoposto, ma siccome lo ama e lo conosce sapeva benissimo che l'unica cosa da fare era tacere. «Se gli avessi detto "Dio mio, devi essere esausto", avrei peggiorato ancora di più le cose perché sapevo benissimo che non c'era nulla che io potessi fare». Uno che invece da ieri parlerà di meno ma farà ancora di più è John Podestà, che è stato nominato capo dello staff di Bill Clinton in sostituzione di Erskine Bowles, di cui era il vice. «Lui e la sua famiglia amano molto andare sulle montagne russe, e questo gli sarà certamente utile qui», ha detto il Presidente nella cerimonia di investitura tenuta come al solito nel Rose Garden della Casa Bianca. Come vice di Bowles, Podestà - suo nonno emigrò tanto tempo fa dalla provincia di Savona - è stato per anni una specie di «addetto agli scandali» della Casa Bianca. Sul Whitewater, sul suicidio di Vince Foster, sul problema dei «files» dell'Fbi finiti in mani sbagliate, era sempre lui il punto di riferimento, colui che «coordinava» il comportamento dei funzionari. (Incidentalmente, è stato lui a «intervistare» Monica Lewinsky per vedere se era adatta a un lavoro alla missione americana all'Onu). «Mister President, la lascio in buone mani», ha detto Bowles nel discorso di commiato. Dopo McCurry, lui è il secondo stretto collaboratore di Clinton ad abbandonare la Casa Bianca. E come si sa, uno è un caso, due sono una tendenza. Franco Pantarelli Un nuovo capo di Gabinetto alla Casa Bianca: John Podestà, italoamericano Mike McCurry, per tre anni il portavoce di Clinton

Luoghi citati: New York, Savona