I ministri, ultimi ritocchi per D'Alema di Alberto Rapisarda

I ministri, ultimi ritocchi per D'Alema Fallito l'obiettivo di presentare già ieri sera la lista, il candidato premier I ministri, ultimi ritocchi per D'Alema Cossiga s'impunta: vogliamo una poltrona dipeso ROMA. Massimo D'Alema era quasi riuscito a completare la lista dei ministri, in una giornata arroventata da ultimatum, minacce e dalle inevitabili tensioni che accompagnano sempre questi passaggi. L'obiettivo era salire al Quirinale alle 21 di ieri sera. Ma quell'ora è passata senza clie il presidente del Consiglio incaricato fosse riuscito a risolvere l'ultimissima grana provocata dall'Udr di Cossiga. La quale gli ha presentato una rosa di candidati alle poltrone ministeriali che comprende anche Rocco Buttiglione. Personaggio che creerebbe seri imbarazzi ai comunisti di Cossutta. Imbarazzi, comunque, Buttiglione ne crea anche al suo partito, perché continua a minacciare una scissione se non sarà accontentato. Ma, soprattutto, l'Udr vuole un ministero importante, «un ministero politico» (la Difesa) per Scognamiglio. Stremato dalla complessità della trattativa con dieci partiti alleati, Massimo D'Alema si è concesso altre dodici ore per concludere. Dovrebbe, quindi, salire al Quirinale questa mattina con la lista definitiva dei ministri. Nel pomeriggio la squadra potrebbe giurare davanti al capo dello Stato. Non è ancora certo quando comincerà il dibattito sulla fiducia. D'Alema potrebbe tenere il suo discorso alla Camera giovedì e il dibattito e il voto di fiducia dovrebbero essere compressi entro la giornata di venerdì. Per permettere al presidente del consiglio di recarsi sabato a Vienna, alla riunione dei capi di governo europei. Il Polo, però, già protesta e esorta i partiti della nuova maggioranza a «non strangolare il dibattito», invitandoli a farlo proseguire nella giornata di lunedì. Scegliere i ministri si sta rivelando un po' più difficile che trovare l'accordo politico con gli alleati. «Penso che il Paese abbia diritto a un governo di qualità aveva spiegato a tutti i plenipotenziari il presidente incaricato -. Non soltanto rappresentativo, ma di forte qualità». Per questo ha imbarcato Ciampi, Giuliano Amato, il sindaco Bassolino e voleva arruolare anche Emma Bonino, commissario europeo di radice radicale. Quest'ultima è una operazione incerta che non pare concludersi favorevolmente. D'Alema, comunque, può essere soddisfatto per avere aperto un canale di dialogo anche con la formazione di Marco Pannella (dopo quello con la Lega di Bossi). «Pronto, Marco, qui è il regime che parla...» è stato l'inizio della telefonata di D'Alema a Pannella per parlare della candidatura della Bonino. «Un atto di intelligenza e un segno di grande attenzione, che va apprezzato» ha commentato Gianfranco Spadaccia, ex leader radicale. Prima della grana Udr, D'Alema aveva dovuto vedersela con i socialisti italiani di Boselli, che insistevano per ottenere un ministero, minacciando di votare contro. «Voghamo la pari dignità» andava dichiarando alle agenzie il segretario Boselli, visto che non riusciva a parlare al telefono con D'Alema. A sera la telefonata di D'Alema è arrivata con l'offerta della desiderata poltrona. E la guerra è finita su quel fronte. Ma la guerriglia serpeggia un po' dappertutto. Nel partito popolare è insorto Gerardo Bianco, presidente del partito, che si aspettava dai suoi l'offerta della vicepresidenza del Consiglio, visto che il segretario Marini non era disponibile. Bianco ne ha fatto un caso annunciando la rottura col segretario e chiedendo una discussione nel partito sulla linea politica. Per l'immediato Bianco sta cercando un collegamento con Romano Prodi: «Aspettiamo che parli lui. Mi sembra che ci siano parecchi elementi non noti nella gestione di questa crisi». Lui, Prodi, pare altrettanto amareggiato e, secondo quel che dicono gli ulivisti, avrebbe addirittura pensato di iscriversi al gruppo misto della Camera, per non stare con i popolari. Proposito che sembra rientrato. Un contentino ai «prodiani» verrà dato col ministero per l'Europa che dovrebbe andare a Enrico Letta (e non alla Bonino), vicesegretario del ppi di fede prodiana. Stamani D'Alema se la dovrà vedere anche con i problemi posti dai cossuttiani, incerti sulla delegazione da mandare al governo. Alberto Rapisarda Boselli punta i piedi e minaccia di votare contro. Poi arriva un incarico e tutto torna nella norma Accantonato il nome di Buttiglione l'Udr pretende un «ruolo politico» per Scognamiglio mm li fondatore dell'Udr Francesco Cossiga con Clemente Mastella e Rocco Buttiglione

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