Cacciari: il vero problema? Finanziare la scuola privata di Flavia Amabile
Cacciari: il vero problema? Finanziare la scuola privata Cacciari: il vero problema? Finanziare la scuola privata IL SINDACO FILOSOFO VENEZIA DAL NOSTRO INVIATO Massimo Cacciari, il Capo dello Stato ha riaffermato nel suo incontro con papa Giovanni Paolo II la laicità dello Stato, ha parlato di «politica della solitudine» e ha ribadito che «questo è il nostro dovere del quale dobbiamo rispondere noi soli». Che cosa sta accadendo ai rapporti Stato e Chiesa? Siamo di nuovo di fronte a un irrigidimento nei rapporti? «No - risponde il sindaco di Venezia -, non sta accadendo nulla. Nessuno mette in discussione l'autonomia dello Stato. Scalfaro ha fatto bene a dire quello che ha detto». Ma quella del Capo dello Stato è un'affermazione che giunge dopo l'attacco dell'Osservatore Romano dei giorni scorsi. «Quell'attacco non impegna il mondo cattolico. E' un corsivo in merito a una vicenda politica scritto da un giornale politico. Non vedo nulla di male nel fatto che un giornale esprima le proprie perplessità. Certo, è un giudizio arcaico che mette in evidenza un anticomunismo privo di agganci con la realtà attuale, ma non e una presa di posizione della Cei ovvero dei vescovi. Ripeto: è solo l'opinione dell'Osservatore». E' innegabile però che per il governo D'Alema il mondo cattolico rischi di rappresentare un problema. «Il problema esiste. E' chiaro che l'Udì- di Cossiga entra a far parte del governo D'Alema chiedendo una serie di garanzie ben precise. Certo non vorrà imporre una teocrazia, ma vi sarà un duro scontro sulla scuola. Ed è questo il problema del futuro governo D'Alema con il mondo cattolico, non le questioni di principio». E' una questione di soldi insomma? «Esatto. Tutto si risolve nel trovare i finanziamenti per la scuola privata». Non sarà semplice. «No, infatti, perché è un problema costituzionale quello di garantire la possibilità di far convivere l'uguaglianza di trattamento sancito dalla Costituzione con la questione del "senza oneri per lo Stato", ovvero con l'obbligo di non effettuare spese senza un'entrata corrispettiva». Dunque quale può essere la strada da seguire: forse una riforma della Costituzione? «E sarebbe l'unica riforma costituzionale che forse si riuscirebbe a far andare in porto. No, dico questo per far capire che tutto questo conflitto di cui si parla non è una polemica di principio, né di valori, soltanto di soldi». Allora è un conflitto che si può sanare? «No, perché non ci sono i soldi. Qualunque intervento, come ho detto, richiede un'entrata corrispettiva. Bisogna allora trovare un marchingegno che permetta di reperire il sostegno chiesto dal mondo cattolico a favore dell'insegnamento privato senza ulteriori oneri per lo Stato». Quale potrebbe essere questo marchingegno di cui parla? «Possono essere molti, si tratta di effettuare uno studio specifico. Si sa ad esempio che nel Sud sono stati spesi miliardi per l'edilizia scolastica dando vita a una serie di strutture inutilizzate. Queste strutture possono essere messe a disposizione degli istituti privati. Oppure si può intervenire sui cosiddetti doppioni, ovvero sulle situazioni in cui si trovano nello stesso centro un istituto privato ed uno pubblico, entrambi con un numero di alunni inferiore alle proprie capacità». E' necessario allora fare una mappa degli istituti pubblici e privati e poi intervenire. «Sì, e un gruppo di esperti è al lavoro per riuscirci. Si tratta di un'opera di programmazione che dovrà dare vita a vere e proprie tavole che dovranno permettere di evitare doppioni e sprechi. Soltanto così si potranno trovare le risorse necessarie a soddisfare le richieste del mondo cattolico». Supponiamo che le risorse si trovino: tutti gli istituti privati potranno averne diritto? «No, andiamoci piano. I privati sono tanti. Non si può raddoppiare il numero dei licei presenti in Italia. Non può esserci una situazione di concorrenza. Si può invece stabilire una competizione. E' necessario poi che gli istituti diano le necessarie garanzie sul rispetto dei corsi: non potranno effettuare 40 ore di religione, ma dovranno garantire lo stesso equilibrio degli istituti pubblici tra le varie materie insegnate». E chi non rispetta tali regole? «Si fa l'istituto privato con i soldi propri». Flavia Amabile «Dall'Osservatore un attacco arcaico che però non impegna il mondo cattolico» Massimo Cacciari
Persone citate: Cacciari, Cossiga, D'alema, Giovanni Paolo Ii, Massimo Cacciari, Scalfaro
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