Parigi, ultimo tango della fantasia di Antonella Amapane

Parigi, ultimo tango della fantasia Cardin ha chiuso le sfilate: tuniche da sera movimentate da cunei e rettangoli, margherite quadrate per cappello Parigi, ultimo tango della fantasia Gli stilisti hanno puntato sulla vendibilità SEGNALI DB MODA PARIGI DAL NOSTRO INVIATO «Vorrei firmare un ospedale. In campagna, fra gli alberi, a pochi passi da Parigi. Sarebbe una grande soddisfazione sapere che un'istituzione sociale - a disposizione di tutti, ricchi e poveri porta il mio nome. Ho avuto tanta fortuna e molta salute nella vita. E' giusto che faccia qualche cosa per gli altri», racconta asciutto Pierre Cardin, unico stilista ad aver marchiato, oltre ad accessori e abiti, ogni sorta di articoli con 800 licenze distribuite in 130 Paesi. Dalle sardine allo champagne, dai sigari ai surgelati (ultimo prodotto della serie alimentare Maxim's, presentato ieri, due ore dopo la collezione). «Le licenze ti mettono al riparo dai tracolli delle borse. Se ne va male una ci sono le altre a garantire un equilibrio economico. Nel business è importante diversificare. Sto tenendo d'occhio anche il settore farmaceutico». Pensa a un griffatissimo Cardin- Viagra? «No, no. Non fa per me», ride il couturier-nababbo, un giro d'affari di 3500 miliardi. Al re della moda spaziale è toccato l'onore di concludere la kermesse parigina dedicata al prèt-à- porter. Settantasei anni portati con ironia e la vitalità di un vecchio leone, siede fra il pubblico godendosi il suo defilé Evolution, disegnato dal napoletano Sergio Altieri. «Italiano come me, soltanto che io vengo dalla provincia di Treviso», dice soddisfatto, mentre qualcuno bisbiglia che voglia finanziare il faro di Alessandria d'Egitto con l'Unesco. In pedana scorrono tuniche da sera movimentate da cunei e rettangoli, ellissi e triangoli, nel perpetuo gioco geometrico e optical che contraddistingue lo stile Cardin. Margherite quadrate per cappello, calle rovesciate per colli-bocciolo, stampe di righe in positivo e negativo, volant rigidi. Ogni abito è un'atemporale costruzione forgiata con sete mikado, lini grezzi e cotoni. Con gli ultimi applausi a un grande maestro cala il sipario sui 77 defilé parigini. Ma che cosa resta, in termini di indicazioni pratiche, dopo quest'overdose di moda? Per la prima volta i francesi tengono a freno l'iperbolica fantasia in nome della vendibilità. Uno sforzo degno di nota che si traduce in reali trend per consumatrici cosmopolite, desiderose di arricchire con nuovi spunti le tenute troppo bon ton. Ecco che l'Oriente di JeanPaul Gaultior, a cavallo ira Pechino e Tokyo, scatena la voglia di vivacizzare il solito tailleur da istitutrice svizzera con le camiciole alla Susy Wong. Fitte di dragoni e ideogrammi, si comprano a poche lire nei quartieri cinesi di qualsiasi metropoli. Etnico è anche Valentino, autore di un allegro stile gitano, fatto di gonnellone ampie e gonfie, che scoprono l'ombelico, e camiciole bianche arricciate sulle spalle nude. Un genere spagnoleggiante che, nelle versioni più semplici, si trova nei bazaar. Il romanticismo inglese di Stella McCartney, stilista di Chloò, insegna a mischiare blazer e pantaloni a top di pizzo tinta pastello, articoli che abbondano nel settore lingerie dei grandi magazzini di lusso. Preso dalla strada e sublimato per poi tornare «on the road» è il militar chic di Dior. Giubbe, pantaloni da para, canotte verdi da recluta. Una formula già adottata dai giovani che scovano nei mercatini dell'usato le divise dell'esercito e le personalizzano. Gonne a vita alta, come bustini rampicanti, dice John Galliano consigliando modelli dall'orlo a metà popalccio, con spacchi generosi. La sottana longuette - insieme con morbidi pantaloni alla caviglia - sarà uno dei capi vincenti della prossima stagione. A copiare i modelli più azzeccati prowederà Zara, l'economica catena spagnola di boutique che clona alla perfezione i best seller dei grandi della moda (le prime filiali italiane apriranno fra poco a Milano e Roma). I volani, rivisti con rigore da Cerruti por abiti fango arricciati, suggeriscono una maggiore femminilità anche alle più convinte minimal, mentre le massimal adotteranno quelli sensuali e svenevoli di Ungaro, punteggiati da fiori tenui. Basta curiosare nei negozi dell'usato per trovare capi che ne ricalcano lo stilo. Antonella Amapane Uno dei modelli di Pierre Cardin Lo stilista francese ha chiuso le sfilate di Parigi

Persone citate: Cardin, Cerruti, John Galliano, Pierre Cardin, Sergio Altieri, Susy Wong, Ungaro