Medio Oriente, Clinton ai supplementari

Medio Oriente, Clinton ai supplementari Il presidente prende in mano la trattativa, ma Netanyahu ora vuole garanzie ancora più solide Medio Oriente, Clinton ai supplementari Attentato in Israele, il negoziato rischia di fallire WASHINGTON DAL NOSTRO CORRISPONDENTE L'attentato di Beersheba apre uno squarcio pericoloso nei negoziati in Maryland e il presidente Clinton è costretto a tornare una quarta volta alla Wye River Plantation per far ripartire i colloqui. «E' chiaro che questo incidente complica la situazione», ha riconosciuto Clinton prima di rituffarsi in un'altra serie di incontri con Benjamin Netanyahu e Yasser Arafat. «Le questioni da risolvere sono difficili e la diffidenza rimane profonda». Ma l'intenso coinvolgimento del Presidente - domenica è rimasto a parlare con Arafat fino alle tre di notte prima di tornare alla Casa Bianca - fa ritenere che egli sia ancora convinto che un accordo possa essere raggiunto nonostante le nuove difficoltà provocate dall'attentato. Anzi, le due bombe a mano scagliate a Beersheba sembrano aver liberato energie che secondo alcuni potrebbero addirittura sbloccare una situazione che rischiava di arenarsi. L'attentato di Beersheba ha costretto tutti i partecipanti a concentrarsi su quello che gli israeliani considerano l'argomento-chiave dei colloqui: la questione della sicurezza. Anche perché la delegazione israeliana non ha perso tempo per rifocalizzare il negoziato. Netanyahu è stato svegliato e avvertito dell'attentato prima che l'alba sorgesse sulla Wye River Plantation. Poco dopo Arafat, che risiede in una villa a tre chilometri di distanza da quella di Netanyahu, ha chiamato il premier israeliano per condannare quello che era successo in Israele. Ma la delegazione israeliana è subito giunta alla conclusione che per tragico che fosse l'attentato esso rafforzava improvvisamente la sua mano. E dopo una riunione con i suoi più stretti collaboratori, Netanyahu è passato all'offensiva. «Se i palestinesi non rispettano i loro impegni sulla questione della sicurezza un accordo diventa impossibile», ha ammonito il premier israeliano in un comunicato in ebraico destinato all'opinione pubblica in Israele. Allo stesso tempo David Bar-Illan, stretto collaboratore di Netanyahu, andava giù ancora più pesantemente in un'intervista alla radio israeliana (la richiesta americana alle due parti di non parlare con i media durante il negoziato è ormai ridotta a carta straccia): «I palestinesi fanno le loro condanne di rito ma non c'è alcuna collaborazione sul fronte anti-terrorismo. Niente». E il portavoce del premier, Aviv Bushinsky, annunciava che gli israeliani non avrebbero partecipato ai colloqui già iscritti all'ordine del giorno come quello sul futuro aeroporto palestinese - se prima non veniva affrontato e risolto il capitolo sicurezza: «E' una condizione per andare avanti con gli altri aspetti del negoziato». La delegazione palestinese, messa sulla difensiva dall'attentato, ha faticato a reagire all'offensiva diplomatica scatenata da Netanyahu. «Questo rifiuto degli israeliani non è altro che un bieco ricatto», ha protestato Yasser Abed Rabbo, un consigliere di Arafat. Lo scambio di accuse ha creato un clima spiacevole che è durato tutta la mattina. Ma l'arrivo di Clinton ha rimesso il processo in moto, seppur con qualche difficoltà. Un'altra nota incoraggiante: l'arrivo di re Hussein di Giordania in Maryland, dove possiede una tenuta. Ieri il suo entourage non escludeva che il re potesse partecipare anche lui alla fase finale dei colloqui. Durante il fine settimana un quotidiano israeliano aveva citato fonti americane secondo cui Hussein, che è malato di cancro, era ormai l'ombra di se stesso e non era più in grado di svolgere un ruolo di primo piano. Ieri il Dipartimento di Stato è stato costretto ad una smentita: «Il re sta facendo progressi e non vediamo l'ora che si rimetta pienamente». Andrea di Robilant Arriva in Maryland anche re Hussein Il Dipartimento di Stato costretto a smentire le voci secondo cui è in fin di vita «Il sovrano si sta riprendendo»

Luoghi citati: Giordania, Israele, Maryland, Medio Oriente, Washington