«Ma il comunismo è morto»
«Ma il comunismo è morto» «Ma il comunismo è morto» // vescovo Casale: incoraggiare chi vuole la giustizia sociale FOGGIA. Un via libera a D'Alema, ma anche una strigliata ai parlamentari deU'Udr per il «ribaltone». L'arcivescovo di Foggia, mons. Giuseppe Casale, è tornato ieri a parlare del governo. Dopo aver sottolineato che «il comunismo è sepolto», monsignor Casale si chiede anche «perché si concede a D'Alema quanto è stato negato a Prodi». «Il rifiuto a Prodi - dice - è espressione di beghe interne all'Ulivo o esprime una scelta più moderata, strano a dirsi, da un uomo più a sinistra, il segretario del Pds?». A proposito del comunismo, monsignor Casale spiega di non condividere «gli aUarmismi» di certa stampa cattolica. «Si tratta di giornali autorevoli - dice - Rispettiamo le loro opinioni. Comprendiamo i loro timori. Ma ci sembrano ispirati più a visioni nostalgiche e superate che ad una attenta lettura dei fatti». «Il Comunismo è sepolto. La guerra fredda - aggiunge il prelato - è finita. I muri sono ca¬ duti. Mi sembra strano che coloro che esaltano la vittoria di Giovanni Paolo II sul comunismo abbiano ancora paura del comunismo e ne agitino il fantasma». «Perciò - aggiunge - ci sembra da incoraggiare il tentativo di portare a responsabilità di governo coloro che vogliono concretamente attuare un progetto politico che assicuri giustizia sociale in un assetto democratico dello Stato». Mons. Casale chiede quindi una risposta alla domanda sul perché si concede a D'Alema quanto è stato negato a Prodi. «Dobbiamo uscir fuori dalle acque melmose del compromesso, che, per anni, ha reso scivoloso e perdente il cammino della nostra politica. Spero che qualcuno (D'Alema, Prodi, Cossiga...) mi chiarisca le idee». E a proposito dell' Udr, mons. Casale ribadisce di non ritenere «un fatto politicamente legittimo» il «ribaltone» compiuto dai parlamentari che si trovano in questo raggruppamento, [r.i.]
Persone citate: Cossiga, D'alema, Giovanni Paolo Ii, Giuseppe Casale, Prodi
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