Mercati a rischio: come difendersi e su cosa puntare

Mercati a rischio: come difendersi e su cosa puntare Passata la paura dell'inflazione, i risparmiatori attendono tempi migliori fidando nei titoli di Stato, nelle Utilities e nei settori più sensibili ai consumi Mercati a rischio: come difendersi e su cosa puntare PER i mercati azionari europei, il terzo trimestre del '98, a livello di performance, è stato il peggiore degli ultimi sette anni e uno dei tre peggiori negli ultimi dodici anni. Dopo 13 trimestri consecutivi chiusi in rialzo, culminati nei rendimenti record di inizio '98, una correzione era attesa, Ma quanto è accaduto dopo i massimi di metà luglio è stato ben peggiore di quello che ci si poteva razionalmente aspettare. UN MIX ESPLOSIVO Dal punto di vista dei fondamentali, negli ultimi mesi le cattive notizie sono state di gran lunga superiori a quelle positive. Nonostante l'ulteriore calo dei tassi d'interesse, la fiducia sull'andamento degli utili aziendali è scesa, sull'onda di forti revisioni al ribasso nelle stime di crescita del Pil (prodotto interno lordo), di un dollaro più debole e del rischio di forti perdite nel settore finanziario. Le aspettative deluse si sono trasformate in una forte avversione al rischio, l'instabilità del sistema finanziario globale ha fatto sembrare le cose ancora peggiori di quanto non fossero veramente. L'incertezza si è rapidamente trasformata in paura e panico, facendo rivivere i ricordi delle passate crisi. FLESSIONE RECORD In un momento di crisi, il mondo è sembrato privo di una chiara leadership politica: Clinton alle prese con i propri problemi domestici, Kohl in attesa delle elezioni (che hanno decretato il passaggio di consegne a Schroeder), il primo ministro giapponese Obuchi molto esi¬ tante di fronte a una situazione interna sempre più drammatica. Il risultato è stato che gli investitori sono stati obbligati a rivalutare il rischio politico e di mercato, e molti si sono trovati costretti a chiudere le proprie posizioni in un mercato in rapido deterioramento. Questo processo ha aumentato l'instabilità del mercato finanziario, rendendo sovente più gravi i problemi economici sottostanti. E così, quella che poteva essere una correzione salutare si sta trasformando in una mezza débàcle: rispetto ai massimi, i principali titoli europei hanno perso mediamente quasi il 30% (il peggiore scivolone dall'87) e quelli del settore bancario più del 35% (un crollo di tali dimensioni non si era mai visto negli ultimi 30 anni). CONTRADDIZIONE Mentre Fmi e governi continuano a prevedere,' per il '99, una crescita economica nell'area Euro del 2,8%, i mercati azionari incorporano nei prezzi, per l'anno prossimo, uno scenario di recessione (ovvero una crescita vicina a zero). E' probabile che entrambi gli scenari siano esagerati: mentre, da un lato, le previsioni ufficiali sembrano ignorare che il 40% del Pil mondiale è prodotto in Paesi attualmente in recessione o a crescita molto lenta, ed è quindi estremamente difficile pensare che Stati Uniti ed Europa possano rimanere le uniche oasi di prosperità, dall'altro lato i mercati stanno forse reagendo in modo esagerato ai rischi economici e finanziari generati dalla crisi dei Paesi emergenti. IN EUROPA Al momento, infatti, la congiuntura europea rimane positiva, e la crescita è stata solo appannata dai primi effetti della crisi asiatica, mentre l'avvio, ormai vicino, dell'Unione Monetaria contribuisce a mantenere un certo ottimismo fra gli industriali. Il recente scivolone dei mercati implica una visione molto negativa sul futuro dell'economia, mentre le probabilità di una futura recessione rimangono molto basse. Le principali case di investimento mondiali prevedono attualmente una crescita degli utili per le principali blue chips europee pari al 10% per l'anno in corso e in accelerazione al 14% nel '99. Le stime non hanno tuttavia avuto sufficiente tempo per adeguarsi al panorama di crescita economica più lenta emerso negli ultimi tempi. Ancora meno per adattarsi alla forza delle valute che faranno parte dell'Euro nei confronti del dollaro (la lira, che il 28 agosto sfiorava quota 1800, è addirittura scesa sotto quota 1600). ACCANTONAMENTI Per quanto riguarda le banche, le previsioni sono ancora più a rischio, in quanto nessuno, al momento, è in grado di quantificare le perdite di portafoglio che potranno emergere e gli accantonamenti da effettuare per i prestiti in sofferenza nei confronti dei Paesi emergenti. Se il futuro non ci riserva una recessione globale, le azioni sembrano a buon mercato, considerando i margini di ristrutturazione aziendale e il potenziale di crescita dejla redditività. Allo stesso modo, se le paure di ri- schi sistemici e perdite economiche nel settore finanziario dovessero risultare eccessive, i titoli bancari hanno sicuramente spazio per riprendersi. MINIMI STORICI Dopo la revisione al ribasso delle prospettive di crescita per il '99, il mondo sembra avviato su un sentiero in cui l'inflazione fa sempre meno paura. Anche grazie al cosiddetto «flight to quality» (la ricerca di rendimenti sicuri investendo nei titoli di Stato dei principali Paesi occidentali), i tassi d'interesse continuano a scenderete sono sui minimi storici sia in Usa che nell'area Euro. Dopo la recente correzione, se si confrontano i rendimenti cedolari con quelli del mercato obbligazionario, i mercati azionari appaiono decisamente sottovalutati rispetto alla media storica. LIQUIDITÀ' A partire da luglio, la raccolta dei fondi azionari, che è stata un fattore di sostegno importante nel rally degli ultimi anni, ha iniziato a scendere decisamente, tanto che a settembre, in Italia, è tornata a essere ne- tativa. Nel medio periodo, il asso livello dei tassi d'interesse dovrà però continuare a stimolare il passaggio della ricchezza verso il mercato azionario. Questo trasferimento, favorito dalle variabili demografiche (esigenza di difendere il valore reale dei risparmi in vista della pensione) e dalla bassa percentuale di ricchezza investita in Borsa in tutta l'Europa continentale, rimarrà un importante sostegno alle performance future del mercato. LIVELLI Dall'inizio della correzione, il mercato ha decisamente premiato i settori più difensivi. Quelli che hanno avuto performance migliori (ovvero sono scesi meno) sono stati quelli poco soggetti al ciclo economico, con una parte preponderante degli utili derivanti dall'attività domestica e con un rendimento cedolare relativamente interessante. Gli investitori sono seriamente preoccupati per le prospettive degli utili sui titoli finanziari e ciclici, mentre privilegiano quelle aziende che offrono maggiori garanzie di poter sostenere nel '99 i livelli attuali di redditività. DIVIDENDI Nel breve periodo, in attesa di arrivare al momento in cui i mercati avranno scontato le peggiori notizie sugli utili aziendali e i timori di sviluppi tragici sull'economia saranno svaniti, la strategia migliore è quella di continuare a puntare su titoli difensivi (settori poco ciclici con bassa rischiosità degli utili), domestici (bassa esposizione ai mercati emergenti, redditività generata soprattutto nell'area Euro) e con un buon dividendo (rendimenti cedolari superiori al 4%). Tra i settori più interessanti, troviamo sicuramente le Utilities, assieme ai settori più sensibili ai consumi, come tempo libero, media e assicurazioni vita. Ma anche alcuni comparti ciclici, come petroliferi e materiali per l'edilizia, iniziano ad apparire molto interessanti dopo i recenti crolli. Lorenzo lori

Persone citate: Clinton, Kohl, Mercati, Obuchi, Schroeder

Luoghi citati: Europa, Italia, Stati Uniti, Usa