Angeli tedeschi sul Monte Carmel di Fiamma Nirenstein

Angeli tedeschi sul Monte Carmel Angeli tedeschi sul Monte Carmel Decine di ebrei salvati dall'incendio GERUSALEMME pioppi, i pini, gli eucalipti, le viti e gli ulivi ardevano orrendamente con i fiori di Zichron I Yaacov, uno dei villaggi di più antico insediamento agricolo, quello che il barone de Rothschild destinò agli inizi del secolo ad essere la vigna di Israele. Il grande fuoco lambiva le villette dei poeti, toccava già il portico dello scrittore Hillel Helkin, digrignava i denti di fronte alle case dei contadini, si avventurava fra la disperazione generale fino alla soglia del negozio di sementi e pesticidi di Avigdor Abramovitz. Era lunedì mattina, e già da trentasei ore, quindi, i vigili del fuoco e i cittadini delle zone vicine al Monte Carmel si battevano contro un incendio di dimensioni mai viste prima, una belva che mangiava a pezzi le piante faticose di Israele, che se ne rideva dell'orgoglio dei vignaioli che fingono di vivere in un posto normale, parlano della vendemmia e hanno il glicine sulle mura di casa. Erano ormai quasi senza forza e senza speranza i pompieri che s'avventurarono verso la casa di Hillel Helkin da cui ormai fuggivano la moglie e le bambine; verso il negozio del vecchio Avigdor, dove potevano da un momento all'altro prendere fuoco, spargendo fumi venefici, i suoi concimi chimici. Tutt'a un tratto, uscendo dal nulla come angeli, i biondi capelli sullo sfondo delle fiamme e del fumo, apparvero otto ragazzi; avevano maschere antigas sul volto; abiti resistenti alle fiamme nascondevano i corpi veloci, le braccia muscolose brandivano vecchie pompe, asce) estintori, portavano sacchi di sabbia. Dietro di loro, seguivano tré uomini più anziani, con oggetti di supporto, acqua da bere, maschere di ricambio. «Che fanno qui, questi? Che vogliono?», chiesero i vigili. «Sono i nostri tedeschi - rispose il vecchio Avigdor -. Se li lasciate fare, rimetteranno tutto a posto». Gli angeli tedeschi degli ebrei di Zichron Yaacov di fatto fecero bene il lavoro. Senza tenere se stessi in alcun conto bloccarono il fuoco sulle soglie di casa, si incatenarono in un corpo a corpo con le fiamme che avrebbero potuto spargere il veleno dei pesticidi, fino a salvare il negozio di Abramovitz. Ore e ore gli angeli tedeschi si ingaggiarono in una dimostrazione di plateale amore verso i loro ebrei di Zichron Yaacov, e ce la fecero. Quando nel 1963 venne qui a costruire le sue linde capanì ne con un seguito di qualche decina di persone l'infermiera di Stoccarda Emma Berger, convinta che il compito dei cristiani, e specie di quelli tedeschi, fosse aiutare gli ebrei a realizzare il loro compito di popolo della redenzione vivendo in Israele, non ebbe un'accoglienza favorevole. E non avrebbe potuto essere altrimenti, fra quei sopravvissuti dell'Olocausto, e fra quei fieri contadini che non potevano sopportare di vedere la loro terra venduta per denaro ad alcuni tedeschi. Ma Emma non si dette cura né delle dimostrazioni, né del lancio di sassi, né delle svastiche dipinte sui muri, e nemmeno ài un tentativo legale di espropriazione, peraltro respinto dalla Corte Suprema israeliana. Mentre il suo gruppo cresceva e prosperava creando fattorie e una fabbrica di maschere contro le esalazioni chimiche dei gas, Emma insegnava a regalare caramelle e fiori ai bambini di Zichron anche nei momenti di più grave conflitto. Chiamò la comunità cristiana Beit El, in ebraico Casa di Dio. Nel 1973, durante la Guerra del Kippur, ebbe un gran salto di popolarità ospitando i cittadini di Zichron nei pulitissimi e ben forniti rifugi antibomba della sua comunità. Nell'84, rasserenata dalla crescita dei buoni rapporti, morì. Nel '91 Saddam Hussein durante la Guerra del Golfo lanciava missili che minacciavano ogni volta sorprese chimiche: la gente di Zichron venne ai cancelli di Beit El a chiedere filtri antigas agli angeli tedeschi. Così va la storia. I ragazzi biondi oggi spiegano seri che i loro rifugi sono tanto sicuri e che le loro maschere tanto ben fatte perché con l'avvicinarsi del Duemila e quindi, chissà, dell'Apocalisse, è bene esser pronti al peggio, sempre naturalmente restando abbracciati col «popolo eletto». Il quale nel frattempo ha mandato a chiedere con discrezione se non ci sarebbe qualche posto di lavoro in quelle belle fattorie tedesche, e magari anche nella fabbrica delle maschere antigas. Fiamma Nirenstein Un esempio di eroismo da otto ragazzi della comunità cristiana fondata nel 1963 da una infermiera di Stoccarda

Persone citate: Abramovitz, Avigdor, Avigdor Abramovitz, Emma Berger, Hillel Helkin, Monte Carmel, Saddam Hussein

Luoghi citati: Beit El, Gerusalemme, Israele, Stoccarda