La vedova Allende: niente vendetta la mia famiglia vuole solo giustizia

La vedova Allende: niente vendetta la mia famiglia vuole solo giustizia La vedova Allende: niente vendetta la mia famiglia vuole solo giustizia SANTIAGO. «Non ho mai nutrito sentimenti di vendetta. Voglio solo giustizia». Lo ha detto in un'intervista al Tg3 Hortensia Bussi Allende, vedova del Presidente cileno ucciso nel golpe guidato dal generale Augusto Pinochet, aggiungendo che l'arresto a Londra dell'ex dittatore «è un buon avvertimento per tutti i dittatori che violano i diritti dell'uomo». Secondo la figlia, Isabel Allende, «è un segnale molto importante, che dimostra come nel mondo civile le frontiere non esistano più per i casi molto gravi di violazione dei diritti dell'uomo, come il terrorismo di Stato e il genocidio». Per Isabel l'arresto di Pinochet è «un fatto storico, il trionfo della giustizia e della democrazia». «Una vittoria del diritto», ha detto Fidel Castro a Oporto, in Portogallo, dove partecipa al vertice ibero-americano, ma ha aggiunto in tono preoccupato che l'arresto di Pinochet è «un'ingerenza universale. E' un caso serio e delicato». Il Presidente cubano, ha espresso in particolare il timore che l'arresto possa portare a nuove tensioni in Cile, sia tra le forze politiche e sociali che tra i militari. E in effetti a Santiago del Cile l'arresto dell'ex dittatore ha immediatamente riaperto le ferite prodotte da 17 anni di dittatura militare. Lo stupore regna sovrano, ma le reazioni vanno dalla gioia alla rabbia. Immediatamentre sono scese in campo le Forze annate, il cui comandante in capo, generale Ricardo Izurieta, si è recato sabato dal ministro dell'Interno Raul Troncoso. E ieri mattina i giornali hanno pubblicato una dichiarazione dei vertici militari che, definendo «ingiusto» l'arresto di Pinochet, riferiscono di avere «esposto la gravità di questa vicenda, attraverso i canali previsti, alle autorità governative», invitandole ad adottare «provvedimenti» e dicendosi pronti ad usare «tutti i mezzi a disposizione, giuridici, diplomatici e governativi» per ottenere la liberazione dell'anziano generale. Ieri Augusto Pinochet Hiriart, figlio dell'ex dittatore, ha organizzato una folla di 400 militanti di estrema destra, che hanno manifestato davanti alle ambasciate della Gran Bretagna e di Spagna, urlando slogan, cantando l'inno nazionale, spaccando vetri, abbattendo cancelli e lanciando uova e pietre. Uno sconosciuto ha telefonato all'ufficio di Santiago dell'agenzia spagnola Efe, avvertendo tutti gli spagnoli «di stare molto attenti». Parecchi militanti di sinistra si sono invece radunati davanti alla sede diplomatica britannica per esprimere il loro sostegno ad un'azione «che non si è avuto il coraggio di compiere in patria». Il governo si trova dunque in grave imbarazzo, tanto più che il Paese si prepara alla campagna elettorale per la Presidenza della repubblica. Il candidato democristiano Andres Zaldivar ha definito l'arresto «una grave violazione dell'immunità diplomatica» e il suo avversario socialista Ricardo Lagos, che i sondaggi danno per favorito, ha mostrato estrema prudenza: «Ci troviamo davanti a un fatto eminentemente giuridico che riguarda Spagna e Gran Bretagna», ha detto. Il socialdemocratico Guido Girardi invece, pur se alleato di governo della De, ha parlato di «un passo verso la giustizia». Solo i parenti dei «desaparecidos», le migliaia di persone scomparse nel nulla durante la «guerra sporca» del regime di Pinochet contro l'opposizione di sinistra, non hanno avuto alcuna esitazione nell'applaudire alla determinazione dei magistrati spagnoli e britannici: «Per noi è un'ottima notizia - ha detto l'attivista Viviana Diaz -. Abbiamo chiesto al governo britannico di consentire l'interrogatorio di Pinochet perché questa è probabilmente la nostra unica possibilità di sapere qualcosa dei nostri cari». (e. st.] Nel Paese si sono subito riaperte le ferite infette da 17 anni di dittatura militare Hortensia Bussi Allende la vedova del Presidente cileno ucciso nel 1973 durante il colpo di Stato militare organizzato dal generale Augusto Pinochet

Luoghi citati: Cile, Gran Bretagna, Londra, Oporto, Portogallo, Santiago, Spagna