Una svolta a rischio per la democrazia cilena di Aldo Rizzo

Una svolta a rischio per la democrazia cilena OSSERVATORIO Una svolta a rischio per la democrazia cilena HISSA' se il governo britannico concederà davvero ai magistrati spagnoli l'estradizione di Augusto Pinochet, fino a sette mesi fa comandante delle forze armate cilene e da allora senatore a vita (con passaporto diplomatico). E' già sensazionale comunque che colui che fu per sedici anni, dal 1973 al 1989, il padrone politico del Cile, guidando poi in notevole misura lui stesso il ritorno alla democrazia, dopo gli orrori della dittatura, sia ora trattenuto in arresto in una clinica di Londra, in attesa di comparire davanti a un tribunale. Se poi si arrivasse a un regolare processo in Spagna (per le violenze ai danni di cittadini spagnoli in Cile, ma in pratica per l'insieme delle repressioni sanguinose del suo regime), sarebbe un caso davvero unico, estremamente positivo per molti versi, sottilmente inquietante, o almeno problematico, per altri. Naturalmente Pinochet è indifendibile e anzi esecrabile, per quanto attiene alla sostanza del suo lungo potere. Quell'undici settembre di venticinque anni là (giusto un quarto di secolo), con le truppe corazzate che si muovono da San Felipe verso Santiago, e la Marina che si solleva a Valparaiso, e l'attacco decisivo dell'Aviazione al palazzo presidenziale della Moneda, e il presidente legittimo Salvador Allende morto imbracciando un fucile mitragliatore e poi sepolto dai militari in una tomba senza lapide. Immagini e ricordi non cancellabili. E quindi l'abolizione di tutte le libertà, una repressione spietata degli oppositori veri o presunti. C'è tuttavia mi altro problema, che non elude l'ansia di giustizia, ma la cala, come si dice, nel terreno della politica. E su questo terreno, che resta alla fine fondamentale, ci si può chiedere se una soluzione giudiziaria di ima tragedia storica, una soluzione tardiva, favorisca o danneggi quegli obiettivi di democrazia e di libertà finalmente raggiunti dal popolo cileno. E tanto più lo si può chiedere se l'azione giudiziaria è promossa, sia pure con buone ragioni, da Paesi diversi dal Cile. Dico questo pensando al delicato equilibrio che regge la ritrovata democrazia cilena, con quell'esercito che resta «un enigma inquietante», come ha ricordato Igor Man. E infatti non è un caso che la transizione democratica sia stata fermamente voluta dalle forze politiche, ma sia stata resa concretamente possibile da im potere militare che ha deciso di autolimitarsi a certe condizioni. E quella decisione potrebbe essere rivista per l'«umiliazione», eventualmente avallata dal potere politico, del suo capo storico. (Del resto, la «politica» ebbe a che fare pareccliio anche con l'avvento della dittatura, che non fu solo il frutto della rapacità militare, ma anche e molto della debolezza crescente, infine del vuoto di potere, nel governo «civile», a causa d'incontrollabili contraddizioni, come ebbero a rilevare, all'epoca, personaggi insospettabili come Zhou Knlai e Enrico Berlinguer). Va infine ricordato che nelle discussioni sul neonato Tribunale penale intemazionale per i crimini di guerra e contro l'umanità è stato fatto valere il principio che il Tribunale medesimo non interferisca negativamente in delicati momenti di mediazione politica e di composizione di un conflitto. Questo per dire come e quanto sia difficile conciliare, non in astratto, ma volta per volta, nella realtà «effettuale», per citare i classici, l'ansia di giustizia e i risultati concreti. E d'altra parte, se si volesse davvero essere rigorosi e coerenti, quanta gente importante non bisognerebbe arrestare, approfittando di uno dei tanti viaggi in Occidente: per esempio, Li Peng, ex primo ministro e attuale presidente del Parlamento chiese, nove anni dopo la strage di Tienanmen? O lo stesso Fidel Castro, dopo quarant'anni di potere repressivo a Cuba? E ci sarebbero altri casi clamorosi. Certo, Pinochet è particolarmente sgradevole e colpevole, e tuttavia resta il problema che i processi non servano a rimuovere le responsabilità della politica. Aldo Rizzo

Persone citate: Augusto Pinochet, Enrico Berlinguer, Fidel Castro, Igor Man, Pinochet, Salvador Allende, Zhou Knlai

Luoghi citati: Cile, Cuba, Santiago, Spagna, Valparaiso