«L'Osservatore? Un giornale straniero»

«L'Osservatore? Un giornale straniero» Domani il Papa in visita ufficiale da Scalfaro. Buttiglione: noi garanti dei valori cattolici «L'Osservatore? Un giornale straniero» D'Alema: «Le critiche?Io devo trovare una maggioranza» L'anatema dei vescovi passa sulla testa del governo che verrà senza lasciare tracce eccessive. Massimo D'Alema, a Bruno Vespa che lo intervistava per il Porta a porta che andrà in onda questa sera, ha dato una risposta sorniona: «Gli attacchi dell'Osservatore Romano? - ha detto il leader dei democratici di sinistra -. Il mio compito è quello di verificare se esiste una maggioranza parlamentare, non di polemizzare con un quotidiano di uno Stato amico...». E Francesco Cossiga, con lo stesso tono, ha rispolverato un ricordo storico: «Tanti anni fa, io ero giovane, Antonio Segni stava per varare un governo di centrosinistra. L'Osservatore uscì con un corsivo intitolato "Punti fermi", attribuito al cardinale Ottaviani. Segni rinunciò, e un mese dopo Fanfani fece il governo di centrosinistra...». D'Alema tace, gli altri parlano. E nel coro di messaggi rassicuranti al mondo cattolico, che va da Piero Fassino a Rocco Buttiglione, le uniche voci fuori linea vengono paradossalmente da Marco Pannella e dagli stessi cattolici. Il leader radicale, al solito, non risparmia i toni. In una lettera al Corriere della Sera aveva attaccato D'Alema, ora spara ad alzo zero sui suoi detrattori: «I veti e i ricatti di parte vaticana e clericale - dice - ci appaiono manifestazioni di regime ancor più, se possibile, dell'incarico al leader dell'ex pei, in netta continuità con l'Italia del '29 o contiguità con la cultura dei regi- mi fondamentalisti dei muezzin...». Dal fronte cattolico, padre Bartolomeo Sorge dice che gli attacchi non lo stupiscono, «dopo mezzo secolo di scomuniche e di rotture», ma invita a «fare la politica con coraggio, razionalità e coscienza». Lo storico Pietro Scoppola parla di «fantasmi del passato» e di «attacco incomprensibile». Il comunismo - spiega lo storico - «non c'è più. E i temi del dibattito politico più cari ai cattolici saranno nel programma di D'Alema così com'erano in quelli del governo Prodi». I punti caldi sono sempre quelli: parità scolastica, tutela della famiglia basata sul matrimonio, difesa della vita, fecondazione artificiale. Temi sui quali Fassino rassicura tutti: «La Chiesa sappia che il governo sarà costantemente attento ai grandi temi che stanno a cuore alla sensibilità cattolica», dice il sottosegretario agli Esteri. E Rocco Buttiglione si fa addirittura garante dei patti già presi: «Ben vengano le preoccupazioni del mondo cattolico - sorride il presidente dell'Udr -. Da San Tommaso d'Aquino in poi, i vescovi hanno il diritto-dovere di inter¬ venire su questioni temporali. Ma trovare le soluzioni spetta alla società civile, nella sua componente cattolica. E noi saremo all'altezza della responsabilità». L'attacco a mezzo stampa del Vaticano e dei vescovi, quindi, potrebbe essere interpretato come una sorta di promemoria al governo D'Alema. Così come ne erano stati mandati molti a Romano Prodi. «Ci sono alcune fondamentali aspettative che stanno molto a cuore ai cattolici italiani», aveva detto al premier il cardinale di Stato Angelo Sodano. E non è escluso che su questi temi verta una parte del colloquio al Quirinale tra Giovanni Paolo II e Oscar Luigi Scalfaro, nella visita ufficiale che il pontefice ha in programma domani. Secondo Scoppola, però, la candidatura D'Alema non cambia le carte in tavola. «Non è questo il pericolo che preoccupa maggiormente i cittadini-cattolici - dice lo storico -. Piuttosto andrebbe denunciato il passo indietro che il Paese ha accettato di compiere: l'esperienza dell'Ulivo andava verso il superamento della parti- tocrazia. Adesso, invece, tornano alla ribalta i partiti. Si parla di nuovi ministeri per accontentare le esigenze di tutti. Questo è il vero scandalo, non l'ipotesi di mandare un ex comunista a Palazzo Chigi». Parole che non convincono l'intero mondo cattolico. Secondo padre Sorge, l'alleanza pds-udr non viola il patto elettorale: «Che sia un pasticcio lo penso un po' anch'io - dice in una intervista al Tg3 -, ma le remore morali proprio non le capisco. La formula del centrosinistra numero uno è finita perché con l'errore di Bertinotti è venuta meno una gamba essenziale alla coalizione. Me il fatto di rimpiazzare questa gamba all'interno dell'ottica del centrosinistra che è stato approvato dall'elettorato e a livello delle regole parlamentari, mi sembra razionale e onesto. Oltre che necessario». Scoppola insiste. «D'Alema non è un problema perché viene dal pei, ma perché gli elettori hanno votato un'alleanza che si era presentata con un altro candidato premier - continua - Questa era la cosa da sottolineare. E comunque non parlerei di scomuniche: ci sono state molte opinioni discordanti, anche tra gli stessi vescovi. I dissensi, in un sistema bipolare, sono perfettamente legittimi: i cattolici, come è normale, non possono più stare tutti dalla stessa parte...». Guido Tiberga wimjaduiiuifAiE PER LA SETTIMA VOLTA Con la visita di Giovanni Paolo II (domani) al presidente Scalfaro, sarà fa settimo volta, nella storio dello Stato, che un pontefice varca la soglia del Quirinale. PIO XII INCONTRO' IL VITTORIO EMANUELE III IL 28 DICEMBRE 1939 •GIOVANNI XXIII INCONTRO' IL PRESIDENTE ANTONIO SEGNI L'I) MAGGIO 1963 4 tì yu •PAOLO VI FECE VISITA A SEGNI L'11 GENNAIO 1964 'PAOLO VI VISITO' GIUSEPPE SARAGAT IL 21 MARZO 1966 •GIOVANNI MOLO II INCONTRO'SANDRO PERTINI IL2 GIUGNO 1984 GIOVANNI PAOLO II INCONTRO' FRANCESCO COSSIGA IL 18 GENNAIO 1986 A destra il card. Camillo Ruini

Luoghi citati: Italia, Vaticano