D'Alema riconquista Ciampi, governo al via di Alberto Rapisarda
D'Alema riconquista Ciampi, governo al via Cossiga si scusa col superministro. Il Premier incaricato pronto ad annunciare l'elenco D'Alema riconquista Ciampi, governo al via Totoministri: una donna al Viminale e Amato per le riforme ROMA. Missione! compiuta, o quasi. Questa sera Massimo D'Alcma dovrebbe salire al Ouirinale per comunicare al Presidente della Repubblica che è in grado di formare il nuovo governo. Gli incidenti di percorso provocati da Cossiga (con conseguente ira di Ciampi) e da Cossutta (gaffe su Scalfaro) sembrano ormai superati. In particolare, ed è quel che più stava a cuore al presidente incaricato, Carlo Azeglio Ciampi ieri sera ha comunicato che accetta di fare di nuovo il ministro del Tesoro, appagato dalle scuse che ieri gli ha rivolto Francesco Cossiga. E anche dell'appello che gli ha rivolto D'Alema: «Lei è persona della quale il governo e il Paese non possono fare a meno». E' vero che c'è ancora il brontolio di scontento di una parte del mondo cattolico-curiale espresso anche dall'Osservatore romano. Giornale che D'Alcma ha definito «quotidiano di uno Stato amico». Ma le proteste vescovili sembrano, pili che un veto ai nuovo governo, un modo per influire sulle trattative per la scelta dei ministri. Per fare ottenere, cioè, il ministero della Pubblica Istruzione a Rocco Buttigliene, presidente della Udr e amico del Papa. Qualcosa Buttiglionc deve avere ottenuto, perché è sicuro che avrà il ministero desiderato («non c'è dubbio»). Forse per questo ora invila il «mondo cattolico» a deporre le anni: (Abbia fiducia in noi. Saremo all'altezza della responsabilità». E questo, dopo aver capitanato, per giorni, la pattuglia di parlamentari contrari all'accordo per il nuovo governo. Insomma, i tre ostacoli dell'ultim'ora sembrano ormai sormontati. E, va detto, che Cossiga ci ha messo molta buona volontà. Le sue scuse a Ciampi erano state preannunziate a D'Alcma già per venerdì sera, contenute in una una intervista che l'Eco di Bergamo avrebbe dovuto pubblicare ieri e che, invece, por misteriose ragioni (pressioni della Curia locale?) compariranno solo domani. Cossiga ha, quindi, provveduto direttamente a dire a Ciampi che di lui ha «una altissima stima morale e professionale e non esito a chiedere scusa pubblicamente se, nell'impeto della polemica politica di questi giorni molto duri, posso essere stato ingiusto nei suoi confronti». «Il piccone l'ho buttato nel Tevere» garantisce Cossiga a D'Alema. L'ex capo dello Stato starebbe, addirittura, meditando di dimettersi dalla presidenza onoraria della Udr da lui fondata «per togliere dall'imbarazzo D'Alema nei confronti de! suo partito, dei cossuttiani e della ala ulivista del Ppi», dicono uomini vicini a Cossj- D'Alema va avanti, con cauto otlimismo, e ieri ha già potuto leggere la bozza di programma preparata dagli alleati ulivisti. Sei pagine che rinviano al Parlamento la soluzione dei problemi più scottanti della parità scolastica e delle 35 ore di lavoro. Questa mattina il presidente incaricato incontrerà le opposizioni: Silvio Berlusconi e poi Umberto Bossi e infine, Bertinotti. Con i pri- mi due parlerà, probabilmente, di come riprendere il cammino delle riforme e della legge elettorale. In fondo in fondo, D'Alema spera di riuscire ad ottenere l'astensione della Lega. Berlusconi va a chiedere l'assemblea costituente e una legge elettorale anti-ribaltone. Mentre Fini prende le distanze perché comincia a sospettare ritorni al proporzionale. Per questo avvisa Berlusconi che sarebbe me- glio appoggiare il referendum di Segni e Di Pietro. Sul fronte della squadra ministeriale dice uno scontato no Romano Prodi («una possibilità che non esiste»). Tra i papabili abbastanza sicuri c'è Mattarella (ppi) come vicepresidente del Consiglio, la Jervolino (ppi) agli Interni, Dini agli Esteri, Fassino (ds) alla Difesa e, ovviamente, Ciampi all'Economia. Poi si parla di Amato per le ri¬ forme istituzionali. Si tratta ora di capire quando D'Alema intende presentare la sua squadra a Scalfaro. Aveva previsto mercoledì, per superare «per scaramanzia» il martedì. Non è da escludere che il governo vada a giurare giovedì. Ma poi non ci sarebbe il tempo per aprire immediatamente il dibattito sulla fiducia, perché sabato e domenica D'Alema potrebbe già partecipare a Portschach, in Austria, alla riunione dei capi di governo dei 15 Paesi europei. E questo perché il governo nasce ufficialmente col giuramento al Quirinale. Un ritardo prezioso, che potrebbe permettere a D'Alema di attendere una eventuale, gradita, sorpresa da Bossi, al congresso della Lega che si terrà domenica 25. Alberto Rapisarda Il leader Ds «Lei è una persona della quale il Paese non può fare a meno» Domenica prossima congresso della Lega E dal Carroccio potrebbe venire l'ultima sorpresa Il ministro Carlo Azeglio Ciampi con il premier incaricato D'Alema
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