L'esecutivo della «pacificazione» di Augusto Minzolini

L'esecutivo della «pacificazione» L'esecutivo della «pacificazione» Valzer di poltrone per rafforzare la squadra CARLO Azeglio Ciampi è fuori di sé per come è stata silurata da Cossiga la sua candidatura a premier? Il presidente incaricato si è adoperato personalmente per portare la pace tra i due e far rientrare il caso del ministro del Tesoro. C'è bisogno di mettere una pietra tombale sulle polemiche tra ex-pci ed ex-psi? Ed allora cosa c'è di meglio che portare Giuliano Amato al governo come ministro delle Riforme Istuzionali? D'Alema sembra muoversi in quella giungla che è la politica delle poltrone con questa motivazione di fondo. Altro esempio, il presidente incaricato ha paura che il suo governo, per come è nato, appaia sono sue parole - come una sorta di «rivincita dei partiti», che venga considerato il primo segnale di «un ritorno alla partitocrazia». E allora, per scongiurare questo rischio, ha offerto a due esponenti di primo piano del movimento dei sindaci un ministero. Ha proposto quello dei Beni Culturali al sindaco di Venezia, Massimo Cacciari, che ha rifiutato, e un nuovo dicastero per il Mezzogiorno al sindaco di Napoli, Antonio Bassolino, che, invece, sta ancora valutando la proposta. Altro problema sono i rapporti con il Capo dello Stato che non è stato un grande tifoso dell'avvento di D'Alema a palazzo Chigi, ritenendolo prematuro. Come segnale di pace il presidente incaricato, rispettando una regola non scritta dei governi che si sono succeduti dal '92 ad oggi (fatta eccezione per quello di Silvio Berlusconi), ha scelto il ministro dell'Interno tenendo conto dei consigli di Scalfaro: così è venuto fuori a sorpresa il nome di Rosa Russo Iervolino, grande amica dell'attuale Presidente della Repubblica. Sulla scrivania del candidato alla presidenza del Consiglio c'è poi la questione incandescente del rapporto con le gerarchie ecclesiastiche, con il Vaticano. E visto che non bastano le telefonate oltre Tevere, che pure ci sono state, D'A- lema ha intenzione di prendere in seria considerazione la candidatura di Rocco Buttiglione al ministero della Pubblica Istruzione. Resta da vedere se il segretario della Quercia riuscirà a sedare la rivolta della sinistra capeggiata dall'attuale ministro, Luigi Berlinguer, a cui le voci di corridoio fanno ri- salire la paternità di questbattuta: «Mettere Buttiglional ministero della Pubblicistruzione equivale a fare entrare Dracula in un laboratoridcll'Avis». Una situazione analoga c'nell'altra casella bollente denuovo governo: il ministero dGrazia e Giustizia. Il numer uno della Quercia preferirebbe un ministro che non abbia una coloritura politica e che non possa essere iscritto né al partito dei giustizialisti, né a quello dei garantisti: «Per fare qualche passo avanti in questo campo minato bisogna sdrammatizzare». Vorrebbe, in altre parole, un tecnico come l'ex-vicepresidente del Csm, Grosso, o giù di lì. Deve, però, convincere il diessino Cesare Salvi, che da sempre aspira a quel posto (la sua delusione per la mancata nomina nel governo Prodi è la ragione di fondo dei rapporti turbolenti tra il segretario della Quercia e il gruppo del Senato). Quindi, usando le armi della politica e le lusinghe che consigliava il Machiavelli, D'Alema sta cercando di far accettare anche agli avversari, che non sono pochi, il suo approdo a palazzo Chigi. Certo, questi argomenti non sono sempre efficaci, specie se le ferite sono profonde. Il presidente incaricato non è riuscito a riagganciare Antonio Di Pietro, che, a sentire gli amici dell'ex-pm, avrebbe rifiutato un ministero. E non ha strappato un sì neppure a Romano Prodi che non ha ancora digerito la sconfitta. «D'Alema - continua a ripetere in questi giorni - con me è stato spietato». Del resto, è difficile che l'opera di pacificazione possa coinvolgere tutte le vittime che sono rimaste per terra in questa drammatica crisi di governo. Ma almeno in parte il presidente incaricato può dirsi soddisfatto: il nuovo esecutivo raccoglierà tre ex-presidenti del consiglio (Ciampi, Dini e Amato) e tutte le correnti politico-culturali della prima repubblica. Somiglia tanto a quel governissimo di cui si parlò tanto tempo fa. Augusto Minzolini | Forse Buttiglione al posto di Berlinguer Cacciari si defila Bassolino ci pensa | Qui sopra Piero Fassino A sinistra Giuliano Amato

Luoghi citati: Napoli, Venezia