SE FINI STRIZZA L'OCCHIO di Edmondo Berselli

SE FINI STRIZZA L'OCCHIO SE FINI STRIZZA L'OCCHIO IL Polo si sta lentamente riprendendo dallo choc provocato dal contratto che sta per essere stipulato da D'Alema e Cossiga. Ieri, nella Sala della Regina della Camera, durante l'assemblea dei parlamentari del centrodestra ha rifatto capolino la politica. Certo, all'inizio s'è assistito alle prevedibili anche se talora violentissime accuse contro Scalfaro, «l'arbitro che gioca contro di noi», all'indignazione contro il furto di voti dei parlamentari cossighiani, agli annunci di manifestazioni contro la «congiura di palazzo» in corso di perfezionamento. Ciò rappresenta più che altro tin'espressioné di emotività politica, e sarebbe stato soltanto il sigillo dell'impotenza del Polo, se Gianfranco Fini non avesse avuto l'accortezza di rilanciare, delineando una prospettiva politica che sembra guardare molto al di là della situazione contingente. Il leader di An infatti ha posto nuovamente sul tappeto il tema dell'assemblea costituente, formulando così una sfida esplicita a Cossiga, storico sostenitore di questa soluzione istituzionale. Perché la scelta di questa variante tattica? Da parte di Fini c'è la percezione nitida che il disegno di Cossiga potrebbe rivelarsi nel medio periodo molto insidioso per il Polo. Non è un segreto che la «politica tra complici», cioè il patto a termine di cui ha parlato ieri su queste colonne Barbara Spinelli, prefigura sin d'ora la nascita di uno Edmondo Berselli CONTINUA A PAG. 10 SESTA COLONNA

Persone citate: Barbara Spinelli, Cossiga, D'alema, Fini, Gianfranco Fini, Scalfaro