LA PACIFICAZIONE di Augusto Minzolini

LA PACIFICAZIONE LA PACIFICAZIONE SMUSSARE, sopire, sdrammatizzare. Nei discorsi fatti da Massimo D'Alema nelle prime 48 ore del suo pre-incarico ai collaboratori, alle delegazioni degli altri partiti, ai possibili ministri del suo governo, agli interlocutori nelle varie istituzioni il verbo più utilizzato è stato pacificare con la sua lunga serie di sinonimi. E lo strumento della pacificazione è proprio il nuovo governo, dove il segretario della Quercia vuole riassorbire gli scontri, le contraddizioni, i duelli, le competizioni provocate dal suo incarico a sorpresa. Ogni casella della struttura del nuovo esecutivo e del nuovo organigramma di Botteghe Oscure sembra destinata, infatti, a risolvere un problema che domani potrebbe diventare devastante. Ad evitare, cioè, che un'incomprensione o una diversità politica si trastormi in un focolaio di guerriglia contro il governo. Walter Veltroni, ad esempio, avrebbe potuto capeggiare la rivolta degli ulivisti? Ebbene, da qualche giorno l'ex-vicepremier ha sul tavolo una proposta di D'Alema: «Tocca a te decidere se vuoi essere il mio successore al partito, 0 no». Augusto Minzolini CONTINUA A PAG. 2 SECONDA COLONNA

Persone citate: D'alema, Massimo D'alema, Walter Veltroni