«Forza Europa, è possibile creare lavoro» di Ugo Bertone

«Forza Europa, è possibile creare lavoro» I NOBEL E I TASSI Parlano Solow e Turow: se Greenspan avesse fatto come la Buba l'America sarebbe piena di disoccupati «Forza Europa, è possibile creare lavoro» «Ma non seguire Tietmeyer, è l'ultimo capitano del Titanio» BRESCIA DAL NOSTRO INVIATO «Avete l'inflazione al 2%. E che volete? Andare sotto quota zero, magari a costo di qualche milione di disoccupati in più?». Robert Solow, premio Nobel dell'economia, scuote la testa sconsolato quando parla della politica delle banche centrali europee. Qui, a Rodengo Saiano, a due passi da Brescia, gli economisti sono riuniti per discutere il manifesto contro la disoccupazione in Europa promosso da Franco Modigliani, altro premio Nobel, e da altri studiosi di primo piano. Ma, per Solow, la disoccupazione europea è parente stretta, tra l'altro, della politica troppo accademica seguita dalle banche centrali europee. «Sapete a chi assomigliano incalza - i banchieri centrali europei? Non parlano come mangiano, ovvero non badano alla realtà delle cose perchè sono troppo legati alle regole, come lo fu, fino all'ultimo, il capitano del Titanio...». «Le banche centrali spiega - hanno sprecato l'occasione che si è presentata nel recente passato quando si poteva usare la leva dei tassi in assenza di un pericolo inflazionista, prima che crescesse il pericolo di deflazione...». Ma la Bundesbank non ha voluto. Il motivo? Lester Thurow, altro economista americano di chiara fama, è più duro di Solow. «La banca centrale tedesca - dichiara - è una specie di rana congelata in un iceberg». Nè, in futuro, le cose potrebbero andar meglio. «Con l'Euro - aggiunge Thurow - potrebbe andare anche peggio perchè la Banca centrale europea dovrà essere ancor più rigida della Bundesbank per acquistare credibilità presso gli investitori». Eppure l'esempio di Greenspan, dicono in coro i due, merita di esser seguito...«Se il presidente della Federai Reserve sottolinea Solow - avesse seguito la stessa logica di Tietmeyer, la disocuppazione americana sarebbe molto più alta». Ma attenzione, questo non vuol dire che l'Europa deve seguire rigorosamente la lezione americana, anche perchè l'Europa, grazie all'Euro, oggi è più protetta dalla crisi di Giappone e Stati Uniti. «Guai - aggiunge Thurow - se venisse applicata la flessibilità totale americana, troppo lontana dalla storia e dal quadro delle esperienze europee. Una politica del genere potrebbe far salire ancora la disoccupazione nel vecchio Continente: da 18 ad almeno 24 milioni». Vietato rinchiudersi negli schemi precostituiti, insomma. Un tentativo presente, del resto, nel «manifesto» di Modigliani, sottoscritto da Jean Paul Fitoussi, Beniamino Moro, Dennis Snower, Alfred Steniherr, Paolo Sylos Labini oltre che da Solow. Dal lato dell'offerta, si scrive, si sono spesso seguite in Europa politi eli e sbagliate: la legislazione sul salario minimo, quella sulla sicurezza del posto di lavoro, la ventilata riduzione per legge dell'orario settimanale a 35 ore, sia in Italia che in Francia. Solow è drastico: è «un grave errore di economia» pensare che ci sia un numero fisso di posti di lavoro e che dividendo le ore si avranno più occupati, continuare nella «ossessione europea di ridurre la settimana lavorativa, una ossessione che è anche una ammissione di incapacità». Il problema occupazionale, per il Premio Nobel, con le 35 ore «non sarebbe risolto, probabilmente sarebbe aggravato». In alternativa, al contrario, vanno stimolati gli investimenti «avendo cura di non riaccendere le pressioni inflazionistiche e di non aumentare il debito pubblico». Si tratta, insomma, di far ripartire la domanda (investimenti privati e pubblici) e di intervenire sul lato dell'offerta, non con la semplice «flessibilità», pur necessaria («ma da non intendere come semplice libertà di licenziare»), ma con un ventaglio di misure sul lato dell'offerta: salario rninimo, riduzione del «cuneo fiscale», riforma del Welfare. Non è facile trovare la quadratura del cerchio, ammettono gli autori del «manifesto», ma non è nemmeno impossibile. Si tratta di centrare gli investimenti «giusti» in iiifrastrutture capaci di rivelarsi redditizie già nel breve periodo grazie ai quattrini raccolti in Borsa oppure puntando su istituzioni come la Bei. Ugo Bertone «Con le vostre 35 ore verrà aggravata la disoccupazione» Robert Solow e (a fianco) Franco Modigliani Ai Nobel non piace la «Buba»