Cosa Nostra, scommessa sulle squillo

Cosa Nostra, scommessa sulle squillo Così l'Fbi sventa il piano delle Famiglie di accaparrarsi le prostitute a domicilio Cosa Nostra, scommessa sulle squillo In palio a Las Vegas mercato da 3 mila miliardi NEW YORK DAL NOSTRO INVIATO Stando al rapporto inviato dall'agente dell'Fbi Charles Maurer, che ha agito per mesi come infiltrato nella mafia a Las Vegas, così sono andate le cose. La mattina del 7 ottobre, a Tampa Bay, in Florida, Vincent Congiusti chiuse la serranda della sua impresa da idraulico e andò a preparare la valigia: effetti personali e un trapano. Bagaglio classico di «Vinnie Aspirina», l'analgesico di Cosa Nostra. Un boss ha troppi pensieri in testa, gli viene l'emicrania e allora telefona a Vinnie. Lui localizza il male e lo cura, a modo suo: trapanandogli la testa. Una sera d'estate il pentito Mario Pugliese gli vide fare quattro buchi tra i capelli a un rivale dei Gambino, con punte di diverso spessore, e poi guardare dentro incuriosito, con l'interesse professionale di chi osserva condotti e tubature, che siano in una parete o in un cranio, poco cambia. Dopo, i ragazzi di New York dormirono meglio, e Vinnie divenne «Aspirina». Lo aspettava all'aeroporto Anton Nelson, età indefinita, professione mercenario, specializzazione esplosivi, soprannome Tony Boom. Destinazione: Las Vegas. Missione: trapanare, minare, uccidere. Bersagli: tre uomini che gestiscono un giro d'affari su cui Cosa Nostra voleva mettere le mani, quello delle squillo a domicilio nei grandi hotel-casinò. Fatturato: due miliardi di dollari l'anno. Potenzialità di sviluppo: infinite. Vinnie Aspirina e Tony Boom arrivarono in pieno giorno. Li accolsero il sole e Christian De Carlo, 27 anni, testa di ponte mandata da New York a sondare la situazione. Li accompagnò nel suo ufficio, al numero 1500 di Tropicana Street, e mostrò loro tre foto di altrettanti bersagli: Richard Sorrano, Vince Bartello e Harry Jacobs, titolari delle principali agenzie di squillo. Spiegò: «Fateli fuori, ma uno alla volta, per non attirare troppo l'attenzione, non vogliamo federali, qui intorno». Non sapendo che aveva già l'agente Maurer, da sei mesi, alle costole. Nella stanza a fianco, per la precisione. Aspirina, che era un tipo curioso e pieno di scrupoli, chiese cosa avessero fatto quei tre, per far venire il mal di testa a Cosa Nostra. Christian accese un computer. Digitò qualche paro la, arrivò su Internet, cercò un sito chiamato «Vegasgir ls.com», lo trovò e mostrò lo schermo. Apparvero una schiera di volti femminili. I due non si eccitarono. Christian cliccò e le ragazze, a turno, mostrarono tutto il resto, dichiararono misure e specializzazioni, tariffe e numeri di telefono: Janette (bellezza solare e californiana, 96-60-90, amichevole e dispo nibile, pronta a «danzare» nel privato della vostra camera d'albergo per 200 dollari, man- eia esclusa). «Queste sono le ragazze di Sorrano. Le voghamo. Non vogliamo lui - spiegò guardando Aspirina -. E' il primo della lista. Abbiamo provato a comprarlo, ma non ne ha voluto sapere. Non ci ha lasciato alternative». Quando De Carlo lo aveva avvicinato, Sorrano, un bel tipo con un passato da ballerino, aveva detto: «No, grazie. Ho studiato a una scuola cattolica per 13 anni e credo che le suore sarebbero orgogliose di quello che faccio. Dò lavoro a 200 persone. Se mi mescolassi con voi, farei un peccato che non mi sarebbe perdonato, nell'aldilà». De Carlo lo aveva guardato perplesso, poi aveva chiamato New York dicendo: «Credo che questo ci pigli per i fondelli». Dall'altro capo gli avevano risposto: «E' una cosa brutta, di quelle che fanno venire il mal di testa, ti mandiamo un rime- dio». Vinnie Aspirina estrasse dalla valigia il trapano: senza fili, lucente, maneggevole, poco rumoroso. Lo fece ronzare nella stanza. Tony Boom lo guardò con invidia. «Io mi prendo gli altri due», disse. Decisero di studiare gli obbiettivi e programmarono il primo per fine mese, dopo l'apertura del «Bellagio», l'hotel più costoso del mondo, che avrebbe attirato a Las Vegas troppi riflettori per poter commettere un crimine nell'oscurità. Andarono in albergo e, coscienzioso come sempre, Vinnie Aspirina ordinò una delle ragazze di Sorrano. Duecento dollari di mancia e la «danza» fu esattamente quel che la polizia del Nevada finge di non immaginare neppure. «E' tutto a posto - disse De Carlo all'infiltrato Maurer - i due della Florida sono vecchi bacucchi, ma sanno muoversi, tra poco farà caldo». L'agente lanciò l'allarme. Lo sceriffo Jerry Keller fu svegliato da un sonno che durava da anni. Per l'esattezza, dal 1986, quando Anthony Spilotro, boss di Chicago che controllava la strip, fu ammazzato nel suo regno e nessuno provò a ereditarlo, cosicché Las Vegas fu dichiarata «zona franca» per le 26 famiglie mafiose d'America, libero territorio nel quale ciascuno poteva impiantare la propria piccola impresa di riciclaggio, racket o, come nel caso di Sorrano, prostituzione mascherata. L'unico comandamento era: non ammazzare. Un delitto avrebbe costretto i federali a indagare e avrebbe finito per inceppare gli ingranaggi di una roulette in cui il banco vinceva sempre e senza fatica. Che poi di indagare ne avessero voglia, era improbabile, essendo molti di loro a libro paga di una delle 26 famiglie. Il ronzio del trapano di Vinnie Aspirina ruppe la tregua. Nel momento del grande rilancio della capitale del gioco, l'ul- timo degli azzardi possibili era il rosso del sangue sulla strip. Dopo il Bellagio, altre grandiose cattedrali del rischio sono in costruzione. Il miraggio nel deserto lo ebbe per primo, come noto, un gangster visionario di nome Bugsy Siegel, che illuminò la notte e il nulla con insegne fucsia a forma di fenicottero mentre progettava di assassinare Benito Mussolini. Tenere i suoi successori lontano dall'eredità che ne venne, o almeno evitare che la crivellino di trapanate e )a facciano saltare con il tritolo, è l'unico modo per consentire alla immensa slot-machine di continuare a incassare monete, legale o illegale che ne sia la provenienza. Un delitto a Las Vegas non conviene a nessuno. Tre delitti a Las Vegas sarebbero stati mortali per tutti, anche per i mandanti lontani. Per questo, in un pomeriggio rovente, prima che l'atmosfera si surriscaldasse ancor più, i federali e gli uomini dello sceriffo hanno fatto irruzione al 1500 di Tropicana Street, ammanettato De Carlo, Vinnie Aspirina, Tony Boom, i tre scagnozzi che avevano ingaggiato e chiuso la partita. Solo allora Richard Sorrano ha saputo che stava facendo l'esca. A pericolo scampato, ha recitato il rosario, come gli insegnarono le suore, ma non il mea culpa. Il suo sito è ancora aperto e offre una ventina di «danzatrici» a domicilio. Stasera balleranno sulle piste da letto del Bellagio. Lontano, a New York, un boss ha l'emicrania. Chiuso in cella, Vinnie è un'aspirina con la scadenza che incombe. Prigioniero di un involucro con la scritta «prove», il suo trapano arrugginisce. Gabriele Romagnoli Le ragazze si offrono su un sito Internet in cui dichiarano misure e tariffe Per eliminare i rivali erano stati scelti un killer specializzato in omicidi col trapano e uno in esplosivi Per mesi un federale lavorò da infiltrato prima di far scattare la trappola ai sicari Nella città dell'azzardo un patto tra le cosche dividersi i business ma senza delitti ***** «*tà# Uno dei grandi cartelloni pubblicitari di Las Vegas e nell'altra foto il sito Internet sulle squillo a domicilio che faceva gola ai boss di Cosa Nostra