Al vertice un ex pretore d'assalto di Francesco Grignetti
Al vertice un ex pretore d'assalto CAMBIO AL VERTICE DELLE TOGHE «Continuerò sulla linea di Elena Paciotti» Al vertice un ex pretore d'assalto Almerighi nuovo presidente dei magistrati ROMA. Mario Almerighi, giudice romano, ex pretore d'assalto dello scandalo petroli, leader del gruppo Movimenti riuniti, 59 anni, è il nuovo presidente dell'Associazione nazionale magistrati. Sostituisce Elena Paciotti, la presidente dall'eloquio morbido ma dal pugno di ferro. Segretario dell'associazione è stato votato Paolo Giordano, procuratore aggiunto di Caltanissetta, leader della corrente Magistratura indipendente, grande esperto di indagini sulla mafia. «Per il momento posso solo dire che continueremo a portare avanti la linea del presidente uscente Elena Paciotti, la linea della razionalità», sono state le prime parole di Almerighi. Nel momento in cui il mondo politico sta cambiando i suoi equilibri, e nel pieno di una crisi di governo che potrebbe preludere a nuovi ministri e nuove personalità, anche la magistratura cambia i suoi leader. Dopo un'intera giornata di conclave, ieri sera, con voto unanime e senza lasciare fuori alcuna corrente, l'Anni ha infatti rinnovato l'intero vertice. Curiosamente, a rappresentare la magistratura sono le due correnti più piccole. Gli intransigenti dei Movimenti riuniti. 1 moderati di Magistratura indipendente. Restano un passo indietro, in- vece, i loro colleghi delle correnti maggiori. E cioè i tre rappresentanti di Unicost (Giuseppe Meliadò, Franco Castellano, Wladimiro De Nunzio) come anche i tre rappresentanti di Magistratura democratica (Elena Paciotti, Giovanni Salvi, Francesco Pinto). Nel comitato direttivo è stato eletto anche Piercamillo Davigo, secondo rappresentante di Magistratura indipendente. «Nessun segno di discontinuità», avverte il neosegretario Paolo Giordano. Ma che cosa vi aspettate dal nuovo governo? «Osserviamo i cambiamenti del quadro politico e ci aspettiamo che vengano risolti finalmente i problemi che inceppano il funzionamento della magistratura. Che ci sia dato modo di lavorare». Ma davvero una persona vale l'altra? Elena Paciotti ha fama di grandissimo equilibrio. Lei stessa rivendica di aver «sventato l'attacco ai giudici» grazie a un lungo lavoro di tessitura. E Almerighi? Di sicuro il programma dei magistrati non cambierà di una virgola. Ieri l'intera giornata se n'è andata nella lenta scrittura di un testo basato sui documenti delle diverse correnti. Sintetizza Giordano: «Un documento corposo. Affronta i problemi della magistratura italiana e offre alcune risposte». Per esempio? «Per esempio la questione del giudice unico. L'Anni ribadisce che la riforma immaginata da Flick non può entrare in vigore se prima non vengono sciolti alcuni nodi legislativi e organizzativi. La depenalizzazione dei reati minori, ad esempio». La nuova dirigenza riprende fin dalle prime parole, insomma, l'ultimo appello della Paciotti, che due giorni fa diceva: «Politici, vi chiedo di sbloccare almeno le poche e ben precise riforme sulle quali non c'è dissenso». La depenalizzazione dei reati minori, che avrebbe l'effetto di eliminare milioni di piccole ingombranti cau¬ se penali, è una di queste riforme auspicate da tutti e da tempo. Si vedrà se, cambiando lo stile, e Almerighi è di natura più irruente del suo predecessore, cambieranno anche i risultati. Almerighi divenne infatti famoso come pretore - li chiamavano «pretori d'assalto» e non si capiva se era un insulto o un complimento - agli inizi degli Anni 70. Insieme con il pretore Sansa, che poi divenne sindaco di Genova negli anni scorsi, Almerighi fece esplodere lo scandalo dei petroli. Il primo grande scandalo di mazzette che coinvolgeva partiti di governo, ministri, petrolieri. Lui era giovanissimo, in magistratura da appena due anni. Ma fece tremare i politici. Dal '76 all'80 fu eletto al Consiglio superiore della magistratura, corrente di Unicost. Nell'83 fu trasferito a Roma come giudice istruttore. Si è occupato di innumerevoli casi. Il più famoso resta l'inchiesta sulla morte di Roberto Calvi. Poi, negli ultimi anni, è passato alla magistratura giudicante. Dal '97 è presidente di sezione al tribunale di Roma. Fondò la corrente dei Verdi (oggi confluita nei Movimenti riuniti) assieme a Giovanni Falcone, di cui era grande amico. Francesco Grignetti Famoso per avere condotto le inchieste sullo scandalo petroli e su Roberto Calvi II pm di Caltanissetta Giordano eletto segretario: «Dal nuovo governo ci aspettiamo soluzioni che sblocchino la macchina della giustizia» Cambio al vertice della magistratura italiana' Mario Almerighi sostituisce Elena Paciotti alla guida dell'Anni
Luoghi citati: Caltanissetta, Genova, Roma
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