Pinochet nelle mani di Scotland Yard di Fabio Galvano

Pinochet nelle mani di Scotland Yard Giudici spagnoli chiedono l'estradizione dell'ex dittatore per crimini contro l'umanità Pinochet nelle mani di Scotland Yard Piantonato in una clinica, protesta formale del Cile LONDRA DAL NOSTRO CORRISPONDENTE I nodi tornano al pettine. Il generale Augusto Pinochet, che con un sanguinoso golpe rovesciò nel 1973 il governo cileno di Salvador Allende dando il via a una dittatura militare durata 17 anni, è stato arrestato a Londra su richiesta della magistratura spagnola. Pinochet, 82 anni, è in una clinica privata di Londra - la London Clinic, la stessa in cui anni fa era stato ricoverato anche l'ex re Umberto dove nei giorni scorsi, il 9 ottobre, è stato sottoposto a intervento chirurgico per risolvere una dolorosa ernia del disco. I giudici spagnoli lo accusano dell'uccisione di numerosi cittadini spagnoli negli «anni di sangue» del Cile, quando migliaia di avversari politici fu¬ rono giustiziati o semplicemente «scomparvero»; ma non si sa ancora quando la domanda di estradizione sarà esaminata dal tribunale di Londra. L'azione di Scotland Yard ha colto tutti di sorpresa. Anche perché Pinochet, senatore a vita dopo avere lasciato nel marzo scorso il comando delle forze armate, era a Londra con passaporto diplomatico. E infatti da Oporto, la città portoghese dove è in corso l'8° vertice ibero-americano, e dove si trova in questi giorni il presidente cileno Eduardo Frei, si è saputo che il Cile rivolgerà una protesta formale al governo di Londra, sostenendo che l'arresto viola il principio dell'immunità diplomatica. La Gran Bretagna, secondo un comunicato del ministero degli Esteri cileno, deve «fare tutti i passi necessari per porre fine a tale situazione». Ma secondo il Foreign Office Pinochet non gode di alcuna forma d'immunità diplomatica in Gran Bretagna: «Questa - ha aggiunto un portavoce - non è una decisione politica ma è una semplice questione di polizia». E Downing Street si è lavata le mani: «Siamo stati tenuti al corrente della situazione - ha detto un portavoce di Tony Blair - ma la questione riguarda i giudici e la polizia». Soltanto domani il giudice spagnolo Baltasar Garzón spiegherà formalmente i motivi per i quali ha chiesto l'estradizione. La sua richiesta dovrà poi passare al vaglio del governo che la inoltrerà a Londra per canali diplomatici. Se le condizioni di salute di Pinochet lo consentiranno, l'ex presidente cileno dovrà comparire davanti a un tribunale che deciderà se confermare l'arresto. In attesa che si compia la procedura per l'estradizione, molto rigida in Inghilterra e semmai volta a proteggere l'imputato, è difficile che Pinochet finisca in carcere. Sarà probabilmente libero su cauzione, e forse resterà in clinica. In ogni caso avrà una scorta armata di Scotland Yard, come quella che da ieri presidia la London Clinic, dove ci sono già stati i primi assembramenti di dimostranti. Non è escluso che il giudice Garzón e il suo collega Manuel Garcia Castellón, che tale richiesta aveva formulato nei giorni scorsi, possano venire a Londra per interrogare Pinochet. Ma al momento nessuno può o vuole fornire particolari. Mentre Amnesty International esulta per l'evento «storico», parlando di «crimini contro l'umanità troppo gravi per essere dimenticati», da Santiago del Cile arrivano voci contrastanti. Il figlio dell'ex dittatore, Augusto Pinochet Hiriart, ha chiesto ai suoi connazionali di reagire «come cileni» di fronte all'arresto del padre: «Prego tutti - ha detto - di esaminare questa vicenda per quello che può significare per il popolo cileno, non come il caso di un singolo individuo in difficoltà». Parla invece di «una buona notizia» Viviana Diaz, vicepresidente del movimento che raggruppa i famigliari dei detenuti scomparsi: «Avevamo chiesto a Tony Blair che non permettesse la partenza di Pinochet». Ci ha pensato il giudice spagnolo: appena avuta notizia che il generale poteva lasciare Londra ha giocato la carta dell'estradizione. Fabio Galvano