Un «velino» in mezzo ai Poli di Lino Jannuzzi
Un «velino» in mezzo ai Poli Due fogli quotidiani affidati a Lino Jannuzzi: «Per far capire a chi non ha tempo che cosa vale la pena leggere» Un «velino» in mezzo ai Poli LINO Jannuzzi è un giornalista di lungo corso che ha raggiunto il sogno inconfossato di molti narcisisti della carta stampata: fondare e dirigere un giornale che porta il suo nome. A dire il vero, più che un giornale, il «VeLino» è un foglio volante: due facciate distribuite agli abbonati via fax, ogni mattina direttamente sul tavolo di manager, imprenditori, «gente che vuole sapere come sono andate le cose ma non ha tempo o voglia di leggersi tutti i giornali», spiega Jannuzzi. Due pagine, comunque sufficienti, a diffondere la voce di quella parte degli elettori del Polo che, magari senza strillarlo troppo, hanno tifato per l'ascesa di D'Alema a Palazzo Chigi. Una newsletter, come dicono gli americani. Una velina, come si dice nelle redazioni italiane, abituate da anni a ricevere quotidianamente i fogli dattiloscritti di Vittorio Orefice e Pasquale Laurito, un paio di paginette che sintetizzano, interpretano, spiegano la politica vista dal centro o da sinistra: la velina di Laurito, non a caso, si chiama «rossa». Uno dei primi assaggiatori della terza velina, che sarà sulle scrivanie degli abbonati a partire dal 3 novembre, è stato Francesco Cossiga. Forse non a caso, anche se Jannuzzi giura il contrario: «Ho portato al ristorante uno dei numeri 0 che stiamo preparando in questi giorni - racconta Jannuzzi -. Volevo farlo vedere ad al- cuni amici. Invece ho incontrato Cossiga, che si è divertito moltissimo. D'altra parte, quel numero era quasi tutto su di lui. Ce ne fossero di personaggi come lui...». Il «VeLino», che a differenza delle altre testate ha pure una testata, disegnata da Gregoretti, è rigidamente divisa in due: «Abbiamo una piccola redazione che si occuperà della prima parte - spiega Jannuzzi -, fatta di notizie e indiscrezioni dal Palazzo, sempre ammesso che ce ne siano. La seconda pagina, invece, sarà tutta mia». Editoriali? Opinioni? «Chiamateli come volete - replica il direttore -. Io dico solo che sarà uno spazio in cui Lino Jannuzzi scriverà quello che lui sa, che ha capito o che ha creduto di capire della giornata politica». L'appuntamento è per cinque giorni la settimana, dal lunedì al venerdì: «Nel weekend i manager cui ci rivolgiamo non lavorano», conclude Jannuzzi, che in quei due giorni ne approfitterà per dormire qualche ora di più. Ogni edizione del «VeLino» sarà infatti completata all'alba di ogni mattina: «Scriverò una quindicina di righe con i consigli per la lettura dei quotidiani del giorno - conclude -. Indicazioni pratiche per chi non ha tempo da perdere. Tipo: leggete il fondo di quel giornale, lasciate stare quell'altro, perché non ne vale la pena». I criteri di scelta? «I miei, naturalmente...». Guido Tib erga fflm Lino Jannuzzi
Luoghi citati: Laurito
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