Colpì Stendhal la Giulia di Soliva di Giorgio Pestelli
Colpì Stendhal la Giulia di Soliva A Lugano un omaggio al musicista Colpì Stendhal la Giulia di Soliva A~|PPEr& rimesso piede a Milana il 24 settembre del 106, Stendhal si recò senza perdere tempo alla I Scala (ove esordiva La testa di bronzo opera del giovane Carlo Soliva; he :u conquistato a tal segno da scrwere sul Diario: «La sua musica èia più solida, la più accesa, la piùdrammatica che io abbia sentito eh tempo; è un'opera di genio». Iva era il 1816, e un altro «genio» )roprio in quell'anno aveva meso fuori un Barbiere di Siviglia :he da Roma si era messo a corrre per il mondo come un matto; aoccò appunto a Rossini ridimenionare Soliva, anche agli occhili Stendhal, facendolo apparire per quello cheera: un degne campione dell'ultima, classicf stagione dell'o pera italiana pri ma del rinnova mento e dell'uni ficazione rossi niana. Soliva eri ancora il tipo d musicista italia no a casa sua h Europa: precoce dopo i trioni' Stendhal scaligero lo sco priamo a Varsa via, dove un gimo del 1830 gli capita di dirigerai Primo Concert o di Chopin coni giovane autore al pianoforte; l'ano dopo è maestro di cappellai San Pietroburgo, incontra Glii:a e Gogol; poi si stabilisce a Parij, capitale musicale d'Europa, ove ritrova Chopin, conosce Gerge Sand, Liszt, i Belgiqjoso e dovmuore nel 1853. Più devoti e slerti di noi piemontesi, i ticinsi, facendo leva sul fatto che i gaitori provenivano dalla Valle dBlenio, gli dedicano questa ser. a Lugano, presso l'Auditorio ella Radio della Svizzera Italian (Radiotre Rai lo trasmetterà in ifferita), un sostanzioso omagp con l'esecuzione concertistici della sua opera Giulia e Sesto Pmpeo affidandone la direzione d Angelo Campori e a Diego Fascis: una ripresa di rara perspicaci che brilla in mezzo ai festegiamenti per il duecentesimo anniversario dell'indipendenza del Canton Ticino. Giulia e Sesto Pompeo è la quarta opera del compositore casalese, rappresentata alla Scala con discreta accoglienza il 24 febbraio del 1818: si sente che, dopo La testa di bronzo, Soliva si mette sulle tracce di Rossini, l'orchestra è meno elaborata, meno mozartiana, e il canto domina sovrano; ma anche l'orchestra, specie i fiati, rivela varietà e inventiva e l'abilità con cui tratta i concertati conferma il primo giudizio di Stendhal: «Soliva trionfa nei pezzi d'assieme e nei recitativi obbligati, che dipingono il carattere». Il libretto di Benedetto Perotti preme il pedale del gusto classico alla Vincenzo Monti e si ricollega al ritorno a Milano dell'Austria propiziando la restaurazione asburgica: ricordiamoci che sono gli anni in cui Milano assiste alla prima penetrazione italiana del teatro di Mozart: Don Gio- vanni e Nozze di Figaro nel 1815, Flauto magico nel 1816; e nel 1819 arriva alla Scala La clemenza di Tito con l'esaltazione della magnanimità imperiale: la stessa celebrata nell'opera di Soliva, quando Ottavio perdona Sesto Pompeo che aveva attentato alla sua vita; ma questa cornice non impedisce lo sbocciare di passioni singole, specialmente infiammate nelle scene di gelosia. Ora che tutto Rossini è stato ripreso in blocco ed esplorato a fondo, sarebbe ora di fare più luce sui paraggi e la proposta di Lugano potrebbe essere seguita dai teatri lirici italiani sempre a corto di titoli nuovi: come ha cominciato a fare Lugo di Romagna, che ha messo in cartellone una Italiana in Algeri di Luigi Mosca sullo stesso libretto musicato poco dopo da Rossini. Giorgio Pestelli Stendhal
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