Vivere con un dollaro al giorno

Vivere con un dollaro al giorno Vivere con un dollaro al giorno Rapporto Gnu: si fa troppo poco per un miliardo e mezzo di poveri GINF.VRA. Ogni anno 12 milioni di bambini sotto i 5 anni muoiono di malattie curabili o di denutrizione. On miliardo e mezzo di persimi! sopravvivono con il corrispettivo di un doli.irò al giorno, circa 1 (ìlio lire, hanno un accesso insufficiente o nullo agli alimenti, ai servizi di base, ad alloggi adeguati. Nell'Africa sub-sahariana, per un terzo della popolazione totale la speranza di vita non va oltre i 40 anni. K questo il quadro poco edificante che emerge del rapporto del Programma dell'Orni per lo Sviluppo (Undp) che definisci! l'estrema povertà una negazione dei diritti umani l'onda mentali. «Una buona salute, un'alimentazione adeguata, l'istruzione elementare i! il lavoro non sono favori o atti di carità che i governi o le organizzazioni internazionale devono concedere ai poveri. Sono diritti umani». La causa di questa agghiacciante situazione? «Si fa troppo poco»: solo 38 dei 130 Paesi presi in considerazione nel rapporto dell'Undp li.inno adottato piani mirati alla riduzione della povertà estrema. Gli aiuti internazionali ai Paesi in via di sviluppo hanno toccato l'anno scorso un record negativo asso luto: ammontano a solo lo 0,2 % della somma degli indici del Prodotto nazionale lordo (Pil). Nessuno dei l'aesi più ricchi quelli riuniti nel G-7, cioè Stati Uniti, Ciappone, Canada, francia, Gran Bretagna, Italia e Germania - hanno fatto donazioni corrispondenti alla percentuale indicata dall'Onu: lo 0,7%dei rispettivi Pil. Molti Paesi in via di sviluppo sono schiacciati dal debito estero e difficilmente po tranno dedicare risorse agli indigenti: ad esempio, le nazioni sud-asiatiche sono costrette a spendere il 22% di ciò che incamerano per li- Alan Grecnspan esportazioni al pagamento dei debiti. Allo stesso tempo, gli investimenti esteri in quei Paesi non hanno compensato questa emorragia di capitali. In sintesi, il rallentamento della crescita mondiale peggiorerà la situazione, anche se è provato che la crescita economica non basta a migliorare i sistemi di sostegno sociale alle fasce a rischio. 11 Ghana è un esempio di questo meccanismo perverso. Ha registrato un tasso di crescita del 5% annuo nel decennio 1983-93, ma ha ancora un terzo della sua popolazione sotto la soglia di povertà. Questo perché ha dovuto utilizzare gran parte dei suoi introiti nel pagamento ilei debito estero che in vent'anni si è raddoppiato. Dunque occorrano piani mirati da parte dei governi, la sola crescita economica non garantisce di per se il miglio ra mento delle condizioni di vita La Tunisia rappresenta la contro prova di questa tesi: nononslante una crescita economica più modesta, il 2,2"n negli anni tra il 1975 e il 1995, il numero degli indigenti è sceso, nello stesso periodo, dal 22"o della popolazione al (>% proprio perche le autorità di Tunisi hanno investilo in programmi di istruzione, sanila e in industrie che potessero dare lavoro ai contadini inurbati. Un capitolo a parte riguarda il persistente divario tra nomi e donne: due terzi dei 900 milioni di adulti analfabeti «totali» sono donne. D'altro canto, sono proprio le donne ad essere pili capaci di utilizzare i programmi di prestiti minimi delle cosiddette «banche dei poveri» e molte di loro sono state in grado di uscire dalla polvcrtà estrema riuscendo a creare micro-imprese clic bastano al sostentamento por loro e i loro figli. |a. vig.) Alan Grecnspan

Luoghi citati: Africa, Canada, Ciappone, Germania, Ghana, Gran Bretagna, Italia, Stati Uniti, Tunisi, Tunisia