A Wall Street paura di licenziamenti di Franco Pantarelli

A Wall Street paura di licenziamenti La grande finanza Usa taglia migliaia di posti e privilegi: la Merrill Lynch fa da battistrada A Wall Street paura di licenziamenti Ma la grande crisi che è partita dall'Asia sta minacciando altri settori produttivi NEW YORK. C'è chi ironizza su quei «poveri cristi milionari» di Wall Street, chi; stanno perdendo il lavoro, chi si preoccupa per quello che sembra l'avvicinarsi della fine e chi si consola e cerca di consolare gli altri invitandoli a guardare ai «grandi numeri»; ma quello che è sicuro è che nel mercato del lavoro americano - questa specie di cuccagna guardata con invidia in lùiropa e sempre vantata da Bill Clinton come il suo successo più importante - sta accadendo «qualcosa», (ili indici di disoccupazione sono sempre bassissimi, le offerte di lavoro continuano ad aumentare ina nello sfondo si staglia un dato generale allarmante: più aumentano i posti di lavoro, più diminuisce la qualificazione (e la retribuzione) dei lavoratori. In sostanza, quelli chi; nelle innumerevoli «ristrutturazioni» perdono il posto non hanno problemi a trovarne un altro ma difficilmente lo trovano «all'altezza» del precedente, ha «mobilità» si manifesta soprattutto verso il basso ed è come se il famoso pollo delle statistiche si fosse fatto sempre più avaro di cosce e di petti e sempre più incline a fornire solo rigaglie. Il più recente colpo di acceleratore a questo processo lo ha dato sicuramente la crisi finanziaria. Fra i suoi effetti «grandi», cpielli per cui si mobilita il G7, c'è infatti anche un effetto per così dire «umano»: quello che molti di coloro che fino a ieri facevano soldi a palate con i loro giochi di prestigio all'ombra di uno stock market che sembrava destinato a crescere in eterno, oggi sono chi in j'.ravi difficoltà chi addirittura senza lavoro. Ai 3500 licenziamenti annunciati l'altro giorno ufficialmente dalla Merrill Lynch, ci sono infatti da aggiungere altri licenziamenti «ufficiosi» (nel senso che se ne parla ma non si sa con certezza, il che contribuisce ad aumentare lo smarrimento) alla Salomon Smith Barney, alla Bt Alex. Brown, una divisione dela Bankers Trust, e varie altre «potenze». Naturalmente, poiché i personaggi in questione non sono esattamente fra i più amati del mondo, i loro guai sono visti più che altro in chiave comica. L'umorista Bussoli Baker, per dire, li descrivi; «nudi» se non per «i loro vestiti da 3000 dollari, le camicie da 500, le cravatte da 300, le scarpe da 900 e le calze da 200», tutti intenti a piangere «nelle loro limousine da tre cameni e cucina» e attaccati ai loro telefonini non più per coni¬ prare e vendere «azioni, obbligazioni, buoni del Tesoro, hedge funds, atleti, isole, piccole e medie Nazioni, deputati», bensì per chiedere alla mamma se possono andare per un po' a vi¬ vere da lei. Ma al di là del senso di «vendetta» nei confronti di questa gente che «fa soldi ma non costruisce india», secondo la battuta della saggia prostituta di «Pretty Woman». il problema si sta facendo di giorno in giorno più serio e comincia a colpire anche compagnie che invece «costruiscono» ma i cui prodotti sono destinati prevalentemente all'esportazione. Oneste, con i loro compratori nel mondo che si dileguano, sono in pratica il «canale» attraverso cui la crisi internazionale entra nell'economia americana. Lo ha capito Hill Clinton, con la sua perentoria richiesta al Congresso di autorizzare le messa a disposizione ili IH miliardi di dollari per il Fondo Monetario Internazionale, misura indispensabile per tentare, almeno, di rimettere in moto l'economia mondiale, e lo hanno capito perfino : repubblicani, che nonostante il momento «duro» nei rapporti col Presidente che vogliono cacciare dalla Casa Bianca, si sono talmente impauriti che quei 1 fi miliardi li hanno autorizzati rinunciando in pratica a tutti; le condizioni che avevano posto. La loro parola d'ordine era la stessa che usano nei confronti del debito americano con l'Orni: «Prima le riforme e poi i soldi». Ma di fronte alla possibilità di vedere chiudere le aziende dei loro distretti elettorali per mancanza di compratori all'estero si sono accontentati della «promessa» che il governo americano «si adopererà» per arrivare alla riforma del Fini. 1 principii, a volte, si possono «articolare». Franco Pantarelli Il presidente americano Bill Clinton ha vinto la sua battaglia sull'Fmi

Persone citate: Bill Clinton, Brown, Bussoli Baker, Hill Clinton, Merrill Lynch, Pretty, Salomon Smith Barney, Woman

Luoghi citati: Asia, New York