Londra sbagliò i conti di Fabio Galvano

Londra sbagliò i conti Un errore sui disoccupati fece rialzare i tassi Londra sbagliò i conti CLONDRA OME se non bastasse la crisi mondiale, a complicare la situazione per Tony Blair si mettono anche i «mandarini» del suo governo. La vicenda sarebbe spassosa se non ave;sse provocato, come; afferma l'ccExpress», diecimila disoccupati. E' semplicemente accaduto che i solerti funzionari statali abbiano proso lucciole por lanterne; i; fornito, nelle loro stime: dell'andamento economico, dati sugli aumenti salariali molto più allarmanti di quanto fossero in realtà. Sulla scorta di quei dati il comitato monetario della Banca d'Inghilterra, nella sua riunione di giugno, aveva temuto una spinta inflazionistica e: aveva aumentalo i tassi di un quarto di punto: proprio mentre la crisi asiatica imponeva, semmai, di dare una mano al business. Risultato: uno strappo sulla via della recessione. Con la perdita, appunto, di 10 mila posti di lavoro. ( )ra l'Ufficio per le Statistiche fa atto di contrizione, ammettendo di avere sbagliato perchè in rettila Iti crescila salariale era ben sotto controllo. Troppo lardi: per mesi milioni d'inglesi - è questo il polso dell'economia reale - sono stati afflitti da mutui casa più alti, che hanno ridotto il loro potere d'acquisto e quindi favorito le temute spinte recessive. La scorsa settimana, riducendo di un quarto di punto i tassi («Troppo poco, troppo tardi», ha subito protestato il mondo finanziario), la Bank of England non ha fatto che riportare la situazione allo status quo tinte. Intanto, però, l'errore di t]litri calcoli potrebbe avere spinlo il carretto nazionale sulla china della recessione. Per una volta i «saggi» della Banca d'Inghilterra non sono sotto accusa. Non è stata colpa loro. Le statistiche avevano indicato salari in aumento, su base annua, del 5,2%; quando in realtà, si scopre ora, enino ben sotto il 4%, cioè a un livello che rientra nei modelli di sviluppo fissati dal governo. Tale il balzo, improvviso, che persino la Banca ne fu sorpresa: «Troviamo questi dati molto curiosi e li esamineremo con attenzione», precisò un comunicato. Ora c'è allarme. «Nei mesi a venire - ha osservato un funzionario - ci saranno da prendere decisioni delicate in merito ai tassi, per le quali sarà necessario avere a disposizione! i migliori dati economici possibile. Al momento è un problema». Ma è il caso di credere, allora, alle nuove cifre presentate dai responsabili della statistica nazionale? «Non ho mai visto revisioni cosi massicce di dati essenziali al dibattito economico», denuncia Kevin Cardaci', economista della Morgan Stanley. Si difendono i colpevoli: «La Banca sa bene che noi rivediamo di continuo i nostri dati». Ma ormai il danno è fatto. Quella gaffe; di giugno, però, si aggiunge ai motivi che spingono il governatore della Bank of England, Eddie George, a non aspettare! fino al mese prossimo per rivedere la situazione. Tutti chiedono una seduta straordinaria del comitato monetario, soprattutto dopo il secondo taglio dei tassi Usa. Ma nessuno sa piìi su quali dati George c i suoi esperti potranno basare una decisione. Fabio Galvano

Persone citate: Eddie George, Kevin Cardaci', Morgan Stanley, Tony Blair

Luoghi citati: Londra, Ome, Usa