Antisemitismo in classe «Sei ebrea, non ti voglio»

Antisemitismo in classe «Sei ebrea, non ti voglio» Roma, ragazzina dovrà cambiare istituto Antisemitismo in classe «Sei ebrea, non ti voglio» Insultata e aggredita da un compagno «E quell'alunno non è stato punito» ROMA. Prima le rivolge squallide battute: «Come sei brutta», «Vicino a te non ci voglio stare perché sei ebrea». Poi prende una riga e la spezza sulla schiena della bimba e poi ancora con un compasso le punge la mano. Per colpa di quo *,a bravata di un alunno della scuola Giuseppe MoscEili una ragazzina ebrea di 11 anni ha dovuto cambiare istituto. Già da lunedì infatti frequenterà la scuola ebraica. A denunciare l'episodio è stato il vicepresidente della Comunità ebraica, Riccardo Pacifici. Duro il suo commento: «E' un gravissimo fatto di antisemitismo. Ed e ancora più grave che la scuola e gli insegnanti non abbiano preso alcun provvedimento e che si facciano trovare ancora ima volta impotenti e distratti». Parole forti. E una profonda amarezza traspare anche dal racconto della madre della bambina. «La responsabilità - ha affermato la donna - non è della preside e degli insegnanti ma della società, della scuola in generale». La preside non ha voluto sospendere il ragazzino («Inutile, per lui sarebbe solo un giorno di vacanza» ha detto) e ha proposto di mettere la bambina in una sezione con tre turni settimanali pomeridiani. Subilo è arrivato il «no» della madre. E subito è scattata la polemica. Il senatore verde De Luca ha annunciato un'interrogazione parlamentare per sapere «perché non c'è stata nessuna punizione». Più cauto il presidente della Comunità ebraica romana, Sandro Di Castro: «E' stata già fatta una denuncia al provveditorato, dopo le indagini convocherò la Giunta». L'episodio antisemita è avvenuto in una classe con 24 alunni. Uno di questi appena ha saputo che la bambina era ebrea ha cominciato a insultarla pesantemente. «Appena vedeva mia figlia - racconta la madre - urlava Viva Hitler e la picchiava». Una settimana fa l'insegnante ha messo i due ragazzini allo stesso banco. E in quel momento il ragazzino ha moltiplicato i suoi sfottò: «Mio papà e tedesco e vi ucciderà tutti». «Smettila, lo vuoi capire che sono ebrea?» ò stata la risposta all'ennesima presa in giro. La bambina è scoppiata a piangere, poi ha chiesto aiuto alla madre che si è recata dal preside ma non ha ottenuto nulla. «E1 impossibile che la bambina cambi classe - ha detto la preside in quanto le altre sezioni sono già complete. Del resto si tratta solo di una bravata di un ragazzino cresciuto in un ambiente culturalmente retrogrado». Unica magra consolazione concessa alla signora la promessa che la preside avrebbe impartito agli alunni ima ssevera» lezione leggendo alcune pagine del libro di Morante, «La Storia». Nessuna azione disciplinare a carico del ragazzo, nessun intervento per censurare i maltrattamenti. Poi la decisione della famiglia: ritirare la figlia dalla Moscati per iscriverla alla scuola ebraica. Giovanni Lamberti

Persone citate: De Luca, Giovanni Lamberti, Hitler, Morante, Riccardo Pacifici, Sandro Di Castro

Luoghi citati: Roma