Wojtyla: non mi dimetto di Marco Tosatti

Wojtyla: non mi dimetto L'annuncio durante la festa per i 20 anni di pontificato. Poi si è commosso ricordando l'attentato dell'81 Wojtyla: non mi dimetto «Sarò Papa fin quando lo vorrà Dio» CITTA' DEL VATICANO. Festa grande in San Pietro per i vent'anni da Papa di Karol Wojtyla, e il Pontefice ribadisce che resterà sul soglio di Pietro l'ino alla l'ine. Un'affermazione indiretta, espressa in forma di richiesta alle migliaia di pellegrini polacchi che ieri mattina hanno gremito l'udienza straordinaria a loro dedicata. «Pregato per me, affinché io possa compiere fino alla fine l'opera che Dio mi ha affidato per la sua gloria al servizio della Chiesa e del mondo», ha chiesto Giovanni Paolo 11. Al suo fianco c'era il cardinale Jozof Glemp, primato della Chiesa polacca. Con il progredire della malattia nervosa che tormenta il Papa in marnerà visibile dal 1992, una forma di Parkinson, sono ciclicamente ricorrenti in Vaticano le voci di possibili future dimissioni, magari dopo la chiusura dell'anno giubilare, il 6 gennaio del 2001. Ma Giovanni Paolo II sembra volerle smentire, come fece già il 17 maggio 1995, alla vigilia del suo settantacinquesimo compleanno : «Prima di tutto rinnovo davanti a Cristo l'offerta della mia disponibilità a seivire la Chiesa quanto a lungo lìgli vorrà, abbandonandomi completamente alla sua santa volontà. Lascio a lui la decisione sul come e quando vorrà sollevarmi questo seivizio». Un'udienza ricca di spunti emotivi, in sintonia con l'anima slava. «Questo incontro mi ricorda quell'istante nella Cappella Sistina, quando dopo l'elezione fatta secondo le prescrizioni dei canoni mi fu chiesto: accolti? Io risposi: nell'obbedienza della fede, consapevole delle grandi difficoltà, accetto. Sono davvero imperscrutabili le vie della Provvidenza». Un boato festoso, una salva di applausi ha salutato la clùusa di questa frase; e intanto l'orchestra di Varsavia intonava «Sto lat, Sto hit» (Cento anni), il canto augurale per i re di Polonia, e che ha seguito per tutti questi vent'anni Giovanni Paolo II, in ogni parte del mondo in cui si e recato. Dalla Polonia sono giunti a Roma 16 mila pellegrini, e le più alte autorità del Paese: il presidente della repubblica Alexander Kwasniewski, il presidente di Solidarnosc Krzaklewsi, i presidenti di Camera e Senato. Bene in vista c'erano ieri gli stri- scioni dei cantieri navali di Danzica, la culla di Solidarnosc. «I problemi della mia patria sono stati e sono sempre molto vicini a me - ha ricordato Wojtyla -; conservo profondamente nel cuore tutto ciò che vive la mia nazione. Il bene della mia patria lo ritengo il mio bene, e ciò che le fa torto, o la disonora, tutto ciò che la minaccia, diventa sempre in un certo senso la mia parte, la parte del mio cuore, dei miei pensieri e di ciò che provo». Ieri il Papa ha voluto pranzare, come fece prima del conclave, con la comunità polacca, all'Aventino. Un'ondata di commozione ha toccato anche il Pontefice, ricordando l'attentato. «Vi sono particolarmente grato per quel rimanere nella preghiera nei momenti della mia sofferenza e della malattia, e specialmente in quel memorabile 13 maggio 1981. Mi e difficile parlare di ciò senza commuovermi. Oggi voglio ricordarvi tutto questo e dire: Dio ve lo renda!». Nel lungo discorso pronunciato in polacco non poteva mancare un omaggio all'ailora Primate di Polonia, il card. Wyszynski. «Durante il Conclave ha ricordato il Pontefice - il giorno di S. Edvige di Slesia mi disse: se ti eleggeranno, non rifiutare». Di un'altra profezia si è parlato invece nella curetta organizzata da «Telepace» sotto la finestra del Papa ieri sera. In collegamento con Cracovia, si è saputo che la «perpetua» che si occupava della casa del cardinale Wojtyla, salutandolo mentre partiva per il Conclave gli disse: «Cardinale, sento che tu tornerai a Cracovia non con un cappello rosso, ma con uno bianco». Il coro e l'orchestra della diocesi di Roma hanno fatto una «serenata» al Papa, che si è affacciato alla finestra per ringraziare. E poco prima Amedeo Minghi aveva eseguito una canzone composta proprio per Wojtyla: «Un uomo venuto da molto lontano - negli occhi il ricordo dei campi di grano - il vento di Auschwitz portava nel cuore - e intanto scriveva poesie di amore». Marco Tosatti Il Pontefice è sceso in piazza per salutare il presidente della repubblica Kwasniewski venuto a Roma con 16 mila connazionali J% Il Santo Padre ha festeggiato ieri i 20 anni di Pontificato. Accanto: l'attore Nino Manfredi che ha ritrovato la fede dopo un colloquio con il Pontefice