Dall'Antartide la madre di tutti gli iceberg di Gian Antonio Orighi

Dall'Antartide la madre di tutti gli iceberg La sua nascita è stata studiata dagli scienziati di Cambridge: «Ma 1'eftetto serra non c'entra» Dall'Antartide la madre di tutti gli iceberg Grande il doppio della Valle d'Aosta, è largo 150 chilometri MADRID NOSTRO SERVIZIO Martedì scorso, nel Mare di Weddell, a Nord-Ovest dell'Antartide, ò nata una gigantesca isola di ghiaccio ancora senza nome. Le sue dimensioni lasciano a bocca aperta: 150 km di larghezza, 35 di lunghezza. Ben 5250 km quadrati, quasi il doppio della Valle d'Aosta. «Negli ultimi 50 anni non ho mai visto un iceberg del genere», confessava stupefatto ieri dalle colonne di El Mundo il suo scopritore, il prof. Chris Doake, direttore del britannico Centro di studi sull'Antartico di Cambridge e uno dei massimi esperti delle regioni polari. La «madre» della maxi-isola galleggiante è il celebre «Tavolato di Konne». Una zona gelata in cui il termometro scende a - 80° ed in cui lo spessore dello strato del ghiaccio raggiunge in media 2 km e da cui si staccano sovente enormi iceberg (dall'olandese ijsberg, montagna di ghiaccio), come quello dell'agosto scorso dal limitrofo «Tavolato di Larsen», 660 km quadrati, battezzato «Larsen B». Il «parto» dell'iceberg è stato fotografato dallo statunitense Noaa, uno dei tanti satelliti di tclerilevamento che seguono in tempo reale l'arretramento dei ghiacci e le loro variazioni stagionali. Dice il prof. Doake: «Dopo aver ricevuto le foto, benché i tavolati di ghiaccio antartici si stiano ritirando a seguito del riscaldamento della Terra, crediamo che questa volta l'«offetto serra» non c'entri. La «nascita» è un fatto naturale, fa parte del ciclo vitale di un tavolato e ce l'aspettavamo da tempo. La grande novità consiste nelle sue dimensioni». Ma se lo scienziato inglese ha predetto la morte del «Larsen B» nel prossimo dicembre, è stato molto cauto sulla vita del nuovo iceberg. «Non sappiamo quanto tempo impiegherà a rompersi. Potrebbe rimanere lì per molti anni - sottolinea Doake - Oppure essere attratto verso la Patagonia e il Sud Africa. Se così fosse, l'iceberg sarà sciolto da acque più calde. Ma ci potrebbero volere molti anni». L'isola gelata, che galleggia perché il ghiaccio ha una densità inferiore a quella dell'acqua e quindi la punta dell'iceberg, di solito un nono della superficie totale, riesce ad emergere, sarà battezzata la settimana prossima dall'equipe di Cambridge. «Ci atterreremo con un Piper, lì dove si troverà, e procederemo a rilevare sul campo dati più esatti assicura Doake -. Vicino a lui, come attratti dalla sua energia, viaggiano due iceberg molto più piccoli. E finalmente sapremo dove si dirige l'iceberg, attualmente alla deriva». Ma l'Antartide, la più grande riserva di acqua dolce della Ter¬ ra, grande 13.177.000 km quadrati, che, se dovesse sciogliersi completamente farebbe innalzare il livello del mare di 60 metri in tutto il pianeta, pare goda buona salute. «Sembra poco probabile che sia proprio l'Antartide la causa dell'innalzamento del livello dei mari, che si deve all'espansione termica dell'oceano, dovuta al riscaldamento globale - sostiene il prof. Duncan Wingham, dell'University College di Londra - La liquefazione dell'Antartide ha contribuito solo con 1,7 centimetri». Speriamo che sia vero. I ghiacciai, infatti, il 10 per cento delle terre emerse, sono fondamentali. Sia per il clima, in quanto svolgono la funzione di termostati: il loro biancore riflette nello spazio la radiazione solare in arrivo. Sia per la geologia: il loro peso agisce, stabilizzandole, sulle «placche» della crosta terrestre. Gian Antonio Orighi

Persone citate: Chris Doake, Doake, Duncan Wingham, Larsen, Tavolato