Ultimatum di Clinton: tutta la pace o nulla di Andrea Di Robilant

Ultimatum di Clinton: tutta la pace o nulla «Voglio un'intesa piena sul ritiro dal 13% dei Territori e l'antiterrorismo, se no si torna a casa» Ultimatum di Clinton: tutta la pace o nulla Netanyahu a passeggio con Arafat WASHINGTON DAL NOSTRO CORRISPONDENTE 0 tutto o niente, fa sapere Bill Clinton ai negoziatori «sequestrati» da giovedì nella Wye River Plantation. Osi raggiunge un accordo su tutta In linea, senza lasciare sul tappeto questioni pendenti e dettagli irrisolti, oppure si torna tutti a casa. E per dai e più tempo alle parti per mettersi d'accordo il Presidente sposta l'ultimatum da lunedì a martedì Galvanizzato dai sondaggi favorevoli e dall'importante vittoria sul bilancio, Clinton cerca di prolungare lo slancio acquistato nei giorni scorsi con un successo diplomatico sul Ironie mediorientale. Dopo aver inaugurato i tavoli alla Wye River Plantation (Maryland), ieri Clinton ha ceduto il posto al segretario di Stato Madeleine Albright. Ma oggi il Presidente sarà di nuovo in Maryland per continuare a premere personalmente su Yasser Arafat e Benjamin Netanyahu. Oggi è sabato, giorno di preghiera e riposo, e la trattativa vera e propria non potrà andare avanti. Ma Clinton vuole impedire che la pausa nei colloqui 'allenti la tensione. Una sinagoga è stata allestita alla Wye River Plantation proprio per evitare chi; la delegazione israeliana torni a Washington. Oggi è anche previsto l'arrivo di Ariel Sharon, il neoministro degli Esteri che ha già detto di non voler stringere la mano di Arafat (ma ieri ha l'atto visita in una clinica di Maya a re Hussein di Giordania, gravemente malato). E il Presidente americano vuole essere presente per evitare che il «falco» Sharon invelenisca l'atmosfera. Anche perché i progressi sostanziali raggiunti finora sono a quanto pare scarsi. In questi primi due giorni gli americani hanno lavorato soprattutto per creare un clima conviviale tra le due delegazioni e tra i due leader, che ieri sono stati visti passeggiare da soli su un terrazzo in amichevoli! conversazione. Al centro del negoziato c'è una proposta americana che prevede il ritiro degli israeliani da un altro 13% della Cisgiorda- aia. In cambio i palestinesi devono assumersi la responsabilità di un piano anti-terrorismo rigoroso. C'è un accordo di massima sull'insieme della proposta ma rimangono da risolvere una miriade di dettagli importanti, ognuno suscettibile di aprire un nuovo contenzioso. E Clinton vuole appunto un accordo completo, un successo pieno, che permetta di passare senza indugi alla fase finale dei negoziati, su Gerusalemme e sui confini del futuro Stalo palestinese. E che dia smalto alla sua Amministrazione proprio quando i suoi nemici lo accusano di essere onnai un Presidente dimezzato, senza prestigio né autorevolezza. Ma per la verità questa settimana Clinton ha dato la sensazione di essere tutt'altro che appannato. In otto giorni di negoziato serrato con i repubblicani sul bilancio ò riuscito ad ottenere più di quanto non aveva ottenuto in otto mesi. Non solo: per la prima volta da quando è scoppiato lo scandalo Lewinsky l'attenzione dei politici è rimasta concentrata su temi come la scuo¬ la, la salute, le pensioni, il finanziamento del Fondo monetario. A due settimane dalle importanti elezioni congressuali, Clinton vuole dimostrare che anche sulla scena internazionale la sua Amministrazione è in grado di portare a casa risultati preziosi. Ieri mattina, appena ha saputo del Nobel a David Trimble e John Hume, è uscito sul prato della Casa Bianca per congratularsi pubblicamente con i due leader irlandesi e ricordare altrettanto pubblicamente il ruolo da lui svolto per arrivare linaimente alla pace. Poi è tornato a concentrarsi sui colloqui alla Wye River Plantation con l'obiettivo di tornare nuovamente sul prato della Casa Bianca lunedì o martedì, questa volta fiancheggiato da Arafat e Netanyahu, per annunciare al mondo un passo importante verso la pace tra israeliani e palestinesi. Andrea di Robilant

Luoghi citati: Gerusalemme, Giordania, Maryland, Washington