Il Polo; è una truffa, daremo battaglia

Il Polo; è una truffa, daremo battaglia Sotto accusa i «traditori»: «Ma sono ingannati anche gli elettori moderati dell'Ulivo che scelsero Prodi» Il Polo; è una truffa, daremo battaglia «L'Udrporta a D'Alema due milioni di nostri voti» ROMA. Por il Polo l'incarico a Massimo D'Alema è una «truffa» che vale due milioni di voti: tanti quanti ne servirono, secondo i conteggi fatti in via del Plebiscito, per eleggere nelle liste del centro-destra nel 1996 i 30 parlamentari «traditori» dell'Udr di Francesco Cossiga. Nel loro quartier generale, i tre leader del Polo hanno denunciato «una scelta inaccettabile che delegittima gli elettori» promettendo «una risposta fortissima» sin da domani, quando a Montecitorio si riuniranno tutti i parlamentari. «E' una truffa senza precedenti - ha detto Gianfranco Fini - che il leader del principale partito di sinistra possa formare, per la prima volta, un proprio governo grazie a due milioni di voti del centro-destra». Ma c'è dell'altro. «Ad essere truffati - ha aggiunto Silvio Berlusconi - sono anche quegli elettori moderati che hanno votato per l'Ulivo guidato da Prodi e che non lo avrebbero fatto se il candidato alla guida del governo fosse stato D'Alema». Segue l'annuncio di iniziative «clamorose». Teodoro Buontempo e una pattuglia di suoi facinorosi colleghi sono arrivati a paventare scelte aventiniane con dimissioni in massa e rumoroso abbandono del Parlamento «contro un colpo di Stato». I toni forti della polemica e le minacce (poi rientrate) di disertare le Camere hanno tradito l'ultimo tentativo concepito, nel corso della mattinata, di far tornare il Quirinale sui propri passi ed evitare l'incarico a D'Alema. Il duro intervento dell'«Avvenire», il quotidiano dei vescovi, aveva rafforzato la convinzione dei leader del Polo che la nomina di D'Alema non fosse scontata, che fosse possibile giocare ancora la carta di un candidato istituzionale come Nicola Mancino o di Lamberto Dini. «I patti sottoscritti con i cittadini vanno rispettati, è una questione di igiene politica che non riscontriamo nell'incarico per D'Alema né nelle disinvolte scorribande fra un Polo e l'altro», aveva scritto il quotidiano dei vescovi italiani, dando modo a Gianni Baget Bozzo di affermare che «c'è del nuovo in Vaticano» perché «il rapporto difficile fra Conferenza episcopale e Partito popolare, già danneggiato, lascia il po¬ sto ad una svolta culturale: i vertici della Chiesa sono contro un governo della sinistra rovesciando per la prima volta la scelta che nel 1996 premiò l'Ulivo». Pier Ferdinando Casini, richiamandosi aH'«Avvenire», parlava di un «popolo italiano ingannato da una decisione immorale». Sarcastico il Ccd Marco Follini: «Siamo davanti ad una maggioranza che va da Gladio, di cui Cossiga fu protagonista, a Ponomariov, l'esponente del Pcus che tenne i rapporti col Pei negli Anni Settanta». Ma la linea dura del Polo nel primo pomeriggio, quando era oramai chiaro che D'Alema sarebbe salito sul Colle, lasciava il posto a posizioni più pragmatiche. Giuseppe Pisanu (Fi) e Maurizio Gasparri (An) escludevano «dimissioni errate» assicurando «piena fedeltà e non diserzione delle istituzioni». Niente Aventino '98 dunque ma domenica, promette Pisanu, inizierà «un'opposizione dura che non darà tregua ad un governo frutto di un atto di violenza inaudito». In fondo già si intravede un rilancio della sfida sulle riforme. Berlusconi annuncia un disegno di legge per l'Assemblea Costituente anche se il «clima non potrebbe essere peggiore». Forse non a caso l'assemblea protestataria di domani si svolgerà nella Sala della Regina, già sede della Bicamerale. L'intenzione è di rendere difficile la vita al governo a D'Alema ma guarda anche pivi lontano, mira a far rimanere nel centro-destra i voti che elessero i parlamentari dell'Udr già dai prossimi turni amministrativi. «Siamo sicuri che gli eletti del Polo che voteranno per D'Alema - osserva Casini non si porteranno dietro gli elettori del centro-destra. L'Udr è un esercito con molti generali ma pochi soldati». Proprio i «traditori» dell'Udr, in serata, sono stati oggetto dell'ultima offensiva del Polo nel tentativo di convincere «dei vecchi amici come Angelo Sanza», dice Gasparri, «a tornare indietro». Pisanu è convinto che «alla conta finale ci saranno delle sorprese» anche se «non cambieranno l'esito finale». Dalla loro assemblea a porte chiuse non sono stati pochi i parlamentari dell'Udr a telefonare a Pisanu per metterlo al corrente di «una divisione fra noi e D'Alema sulla politica e non solo, comi! dice Rocco Buttigliene, su scuola o bioetica». Ad andare controcorrente e scegliere l'Udr è stato invece Saverio Vertono, ex professore di Forza Italia, già osale noi gruppo misto. [m. ino.] In mattinata Buontempo e altri deputati propongono «dimissioni in massa» dei parlamentari del centro-destra Poi Pisanu precisa: niente Aventino ma opposizione dura E intanto il leader pds assicura la lista dei ministri entro 48 ore

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