«Intoccabili» solo Ciampi e Dini di Maria Grazia Bruzzone

«Intoccabili» solo Ciampi e Dini «Intoccabili» solo Ciampi e Dini Due ministri per Cossutta, 3 all'Udr. Giuntemi al Ppi? ROMA. Walter Veltroni ha già imballato la sua roba negli scatololoni. Un segnale chiaro: il vicepresidente del Consiglio di Prodi, che sa già di dover lasciare la poltrona a un esponente Ppi, non ha alcuna voglia di ridursi a fare il semplice ministro, sia pure del «suo» nuovo ministero della Cultura. Se D'Alema vorrà tenerlo al governo, dovrà trovare una collocazione di serie A. Un problema in più per il premier incaricato, che si somma ai molti che gli derivano dalla necessità di far posto a Udr e cossuttiani, entrambi spinti dal desiderio di una partecipazione «organica». Tre sono i posti richiesti dal partito di Cossiga, due i candidati del Pdci. Per accontentare i «nuovi» e non scontentare i «vecchi» le attuali 21 poltrone dovrebbero dilatarsi a dismisura, altro che ridursi come prevedeva la riforma Bassanini. Tanto che la Quercia, che già avrebbe la presidenza del Consiglio, si vedrebbe costretta a sacrificare 3 o 4 dei suoi 9 ministri, a cominciare da Claudio Burlando, in competizione con Marco Minniti per fare il sottose¬ gretario alla presidenza. Ma l'ex ministro potrebbe anche accontentarsi di un incarico di partito. La cosa curiosa è che, con tanti diversi cattolici che affollano il centro, il nuovo governo, ancorché presieduto da un premier di sinistra, rischia di colorarsi più di bianco che di rosso. Con tutte le litigiosità del caso. La vicepresidenza del Consiglio, per esempio, viene rivendicata dal Ppi per il capogruppo Sergio Mattarella. Ma in ambienti sindacali si vocifera anche di una chance per Sergio D'Antoni, sindacalista del «grande centro» a metà fra Marini e Cossiga. D'altra parte Ppi e Udr si contendono la poltrona della Pubblica Istruzione (a Berlinguer potrebbe restare la sola Università). Rocco Buttiglione avanza la candidatura di Guido Folloni, ma potrebbe andarci lui stesso. Mentre Mastella per il suo candidato Salvatore Cardinale ambirebbe all'altra classica postazione de, Lavori Pubblici (meno chiara la collocazione per il cossighiano Scognamiglio). Ma i> Ppi mira anche agli Interni, dove Napolitano non è più sicuris- simo. In compenso Marini sarebbe disposto a mollare Andreatta, col quale non è in sintonia. Pur tenendosi ben stretta Rosy Bindi alla Sanità. Le ministre, Bindi ma pure Turco e Finocchiaro, non sembrano a rischio; di donne ce n'erano già poche prima. Caso mai il problema è dove mettere Ersilia Salvato, candidata di Cossutta oltre a Nesi. Ministri considerati «intoccabili» sono Ciampi, Visco e Maccanico. Più Ronchi che i Verdi - che chiedono una seconda poltrona - esigono di mantenere comunque l'Ambiente. E al suo posto dovrebbe restare anche Dini, malgrado il sicuro ridimensionamento di Ri. A lasciare saranno molto probabilmente il ministro dell'Agricoltura Pinto, a cui punta il capo della segreteria di Marini Antonello Soro, e l'ex ministro del Lavoro Treu, oltre ai prodiani Costa (già ai Lavori Pubblici) e Flick (già alla Giustizia). Per quest'ultimo posto si fa il nome del diessino Giovanni Salvi, mentre è del tutto caduta la candidatura dell'attuale presidente della Commissione Giustizia Giovanni Pisapia. Ma Salvi potrebbe restare vittima degli sconvolgimenti nell'assetto dei principali ministeri, conseguente a uno spostamento di Veltroni. E alla Giustizia potrebbe finire il popolare Ortensio Zecchino. Maria Grazia Bruzzone Nerio Nesi

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