Pai fischi di Trap al fumo di Zeman

Pai fischi di Trap al fumo di Zeman UN RITORNO AL PASSATO Il citi, che domani sarà all'Olimpico, mette a confronto i «suoi» allenatori Pai fischi di Trap al fumo di Zeman Zoff: uno è moccoli e muscoli, l'altro un piccone ERCOLEDI' era a Zurigo per Svizzera-Danimarca. Domani sarà airolimpico: Roma-Fiorentina. Dino Zoff ha avuto Giovanni Trapattoni come allenatore nella Juventus e, in epoca più recente, è stato presidente di Zdenek Zeman alla Lazio. Il più lavoratore? «Siamo lì. Ognuno segue un suo metodo particolare, entrambi hanno un solo chiodo fisso: la sacralità del campo». Il più fondamentalista? «Trap direi proprio di no. E' partito a uomo, è arrivato a zona: e se non proprio, quasi. Zeman, viceversa, un pochino sì». E come carattere? «Trap è entusiasmo allo stato puro. Zeman è più compassato, più musone. Trap è un fischio, un moccolo. Zeman una sigaretta, un piccone: da quando, almeno, ha sbriciolato le farmacie del calcio». Lei con chi ha legato di più? «Col Trap. Insieme, abbiamo la- vorato dal 1976, anno in cui si presentò a Torino, al giugno del 1983, quando mi ritirai. Adesso si dice feeling: noi, allora, lo chiamavamo stima reciproca». Con Zeman., le riuscì, o le fu permesso, di fare il presidente alla Boniperti? «Senza interferire, se mi si chiedeva un parere lo davo e, talvolta, addirittura lo sollecitavo. Sia con Zeman che con Eriksson». Il boemo è da scudetto? «Mi creda: da scudetto sono le squadre, non gli allenatori». Chi vince, domani? «Da Roma-Fiorentina tutti si aspettano una valanga di gol. Non so perché, ma io preferisco volare basso. Trap è Trap. E Zeman, si fidi, è più scaltro e meno scollacciato tatticamente di quanto lo celebrino». Che campionato sarà? «Equilibrato, intasato. Con cinque, sei squadre in lotta per il titolo. Lo so, si dice sempre così: ma questa volta è vero. Si segna di meno, si pareggia di più. E in testa c'è la Fiorentina, il cui ultimo scudetto risale al 1969. Ci troviamo di fronte a un livellamento esasperato. Lo stesso che avverto in Europa. Faccio un esempio: la Turchia batte la Germania e, sempre in casa, si fa battere dalla Finlandia. Prima dei Mondiali, c'era in fuga il Brasile. Adesso siamo tutti in gruppo. Anche noi, e la Francia campione. Tutti». Trapattoni primo, Simoni secondo: sessantenni alla riscossa. Che cosa significa? «Esperienza, voglia di mettersi in discussione, grandi giocatori in organico, e la consapevolezza che il lavoro e la competenza pagano, sempre». A proposito: per Campana, si gioca troppo e il preparatore atletico sta schiacciando la figura dell'allenatore. «Sono sincero. Ai miei tempi, non è che si giocasse molto meno. Prenda la stagione 1976'77, quella in cui noi della Juve conquistammo lo scudetto e la coppa Uefa. Nel dettaglio: 30 partite di campionato, 12 di coppa Uefa, 10 di coppa Italia, 7 di Nazionale. Totale, 59 gare. Se la memoria non m'inganna, i giocatori impiegati in campionato furono quindici, non uno di più. Diverso, era l'approccio, soprattutto il rodaggio estivo. Le nostre sì che erano amichevoli. Oggi non più: oggi Milan e Juventus si sfidano il 25 agosto per il trofeo Berlusconi in diretta tv, davanti a 70 mila spettatori, non so se mi spiego. Inoltre...» Inoltre? «Quando giocavo io, i preparatori o non esistevano o contavano poco, pochissimo. Capisco l'intemerata di Campana». Era meglio o peggio? «Sono smeero: siamo passati da un eccesso all'altro». Il nostro vivaio non butta poi così male. «In teoria, sì. In pratica, se le dico che io normalmente pesco fra trenta giocatori, le assicuro che non sbaglio per difetto. E trenta non mi sembrano molti». Ritornando al campionato, quale Juventus ci riser¬ verà Vicenza? «Aveva smarrito Del Piero, lo stava cercando disperatamente, la Nazionale glielo ha riconsegnato. Sarà un'altra Juve». Perché ignora Moriero? «Non riesco a entrare nella sua testa, nei suoi dribbling. Più lo seguo, più mi sfugge». Parliamo di arbitri. «Sapevo che il sorteggio non avrebbe spazzato via la sudditanza psicologica. E comunque, il livello mi pare dignitoso. Ma più che sugli arbitri, vorrei che si facesse un discorso serio sui simulatori. Domenica scorsa, in serie B, ho visto sceneggiate e tuffi da arresto immediato. A Verona, a Reggio Emilia, a Bergamo. Un campionario disgustoso. Non credevo ai miei occhi. Prendersela con gli arbitri non è giusto. Sono i cascatori che vanno perseguiti e messi al bando. E' un fatto di educazione sportiva. Abbiamo superato ogni limite». Roberto Beccantim «Con Giovanni ho lavorato dal 76, quando arrivò a Torino, all'83 e c'era grande stima. Zdenek? Senza interferire, davo pareri» avere a disposizione un adeguato sostituto. Non mi sembra questo il caso». Più sfumate le dichiarazioni del presidente della Lega, Carrara: «Per ora non è stato individuato alcun mandante. I giocatori e le società sono assai dispiaciute perché l'immagine del calcio è stata lesa». Ancora nebuloso il caso Under 18. Solo pochi giorni fa il presidente della Dilettanti, Giulivi, aveva sentenziato: «Noi siamo più che puliti», ma il capo ufficio indagini ....g della Figc sta inda- v" Zoff: le squadre e non i tecnici vincono scudetti TORINO. Il Conisariato. Lo ha dcommissione di vambizioni della c2006. Il vicepres«il governo non èque non potrebbse». Alla domandbia indetto elezndr)?», Veltroni hl'ente sulle qualiuna rapida riformoderno, in cui controllati, in cune della riforma lo sport, bisogna tica. Io sono per politiche». Pescante, il prto dimettere, sorVeltroni: «Imio. HoVelt Zoff: le squadre e non i tecnici vincono scudetti