PASOLINI di Giorgio Calcagno

PASOLINI Monumento editoriale allo scrittore: tutti i romanzi, con molti inediti PASOLINI tutte le voci del «corsaro» UANTO ha scritto, PasoliI I ni. L'uomo ucciso in oscure I I circostanze nella notte del 1 I 1° novembre '75 all'Idro- Y 1 scalo di Ostia aveva accu- V mulato in poco più di trent'anni uno sterminato patrimonio di pagine, destinato a confondere i suoi studiosi, stupire i lettori. Dove ha trovato il tempo per produrre tanto? Il torrente della scrittura scorre in lui impetuoso, continuo, senza argini: partecipa della stessa natura del personaggio, impaziente di limiti, refrattario a qualunque disciplina codificata, nella sua sbandierante eterodossìa; e sembra voler possedere tutto, in ogni campo dell'attività umana. Pasolini è, nella sua breve esistenza (53 anni) maestro di scuola ed eversore ideologico, protagonista di cronaca e giocatore di football, pittore e regista. E, dietro ognuno dei personaggi, c'è lo scrittore. Le sue giornate potevano essere spese in viaggi o dietro la macchina da presa, in avventure erotiche o in battaglie giudiziarie. Si concludevano sempre con la stesura di almeno quattro o cinque pagine: direttamente a macchina, con poche correzioni. Lo scrittore friulano (anche se nato a Bologna, di antica, nobile famiglia ravennate) è stato onnipresente nel dibattito culturale, ha pubblicato molto in vita. Quasi ancor più dopo la morte, attraverso le cartelle che pazienti curatori estraevano dagli archivi, sistemando pagine sparse, opere in fieri, romanzi scritti a più strati, che richiedevano incastri non ancora sicuramente definiti dall'autore. Eppure rimaneva tanto di sconosciuto sul fondo del fiume: pietre lucenti frammiste alle opache, pagliuzze, forse perfino fango, che lo scrittore non aveva fatto in tempo a selezionare. «Se volessimo pubblicare tutto si supererebbero le 25 mila pagine», ci dice Walter Siti, italianista e romanziere, impegnato da anni sulle carte di Pasolini per curare l'opera omnia, insieme con Silvia De Laude. «Soltanto D'Annunzio ha scritto più di lui». Curioso l'accostamento fra i due personaggi: divisi nell'arte e nella politica; uniti dalla stessa passione di trasformare la vita in opera e l'opera in vita. L'opera omnia comincia a uscire ora da Mondadori, con i primi due volumi dedicati ai Romanzi e racconti che, arricchiti da una bella cronologia di Nico Naldini, occu¬ pano quasi 4000 pagine dei Meridiani, e ben 300 sono di inediti, provenienti in gran parte dal Gabinetto Vieusseux. Viene alla luce una seconda parte di Amado mio, ambientata a Roma. Si ricostituisce il frammentario Romanzo del mare con la storia di Coleo di Santo, il conquistatore delle colonne d'Ercole. Affiora un intero romanzo friulano, Il disprezzo della provincia, così come il lungo racconto Douce, che era stato pensato come appendice distri impuri. E' questo il miglior Pasolini? Siti, che ha dedicato tanta attenzione all'autore, ci mette in guardia subito, e con buoni argomenti. «Pasolini non è un romanziere», come egli stesso ammetteva. Gli manca il senso dell'intreccio, il «gusto di passare da una situazione A a una situazione B». I suoi personaggi non sono tridimensionali. E c'è sempre lui sulla scena, non riesce ad annullarsi in un personaggio, perché per farlo dovrebbe rinunciare alla vita: «Mentre la passione per la vita presente è in Pasolini un fuoco che brucia tutto». Non è un caso che egli esordisca come poeta e rimanga, anche dopo, «nei territori della scrittura lirica», anziché della narrazione. Proprio per questo lo scrittore va visto tutto insieme, nelle luci e nelle ombre, soprattutto nelle contraddizioni delle quali è vissuto, fra il rimosso richiamo di cielo e la oscura vocazione all'abisso, nella letteratura come nella vita. «Forse di lui non si può indicare nessuna opera perfetta - ammette il suo studioso - anche per l'enorme spreco che ha fatto di sé». Ma rimane lì, davanti a noi, minoritario e inevitabile, pietra d'inciampo contro la quale bisogna battere, anche a costo di farsi male: come lo scrittore segretamente voleva. Giorgio Calcagno Nei «Meridiani» iprimi due volumi dell'opera omnia. La prima sorpresa proviene dalle carte sconosciute conservate a Firenze nel Vieusseux e: NIi o» tuita presente è in Pasoliuoco che brucia tutto». un caso che egli esordime poeta e rimanhe dopo, «nei terella scrittura liriziché della narrario per questo lo e va visto tutto e, nelle luci e nelbre, soprattutto contraddizioni uali è vissuto, fra sso richiamo di a oscura vocazione all'abisa letteratura come nella virse di lui non si può indicare a opera perfetta - ammette tudioso - anche per l'enoreco che ha fatto di sé». Ma lì, davanti a noi, minoritaevitabile, pietra d'inciampo la quale bisogna battere, a costo di farsi male: come tore segretamente voleva. Giorgio Calcagno Entni- r-o20

Luoghi citati: Bologna, Firenze, Idro, Roma, Vieusseux