L'Azienda-ltalia rallenta il passo

L'Azienda-ltalia rallenta il passo Bruxelles indica il nostro Paese come «Cenerentola» europea. Sindacati preoccupati L'Azienda-ltalia rallenta il passo Solo +1,3% la produzione ad agosto ROMA. Le cifre non sono ancora ufficiali, ma, se sarà confermato quanto lascia intendere il commissario europeo per gli affari monetari, Yves-Thibault de Silguy, l'Italia sarà probabilmente la Cenerentola della crescita economica 1998. Una correzione al ribasso delle stime di crescita fatte in primavera dagli esperti di Bruxelles pare ormai certa: allora il tasso di sviluppo del Pil italiano era indicato al 2,4%, mentre oggi la Commissione europea è molto più propensa ad indicare l'I,8%, ovvero il dato più recente reso noto da Roma, in netto calo dal 2,5 previsto dal governo ad inizio anno. Tutto ciò in un quadro complessivo che indica la crescita media dei Quindici al 2,8%. E i dati della produzione industriale di agosto diffusi ieri dall'Istat, confermano il rallentamento dell'economia italiana: la crescita dell'indice «grezzo» non è andata oltre l'I,3% rispetto allo stesso mese del '97. Decisamente negativa, invece, la produzione media giornaliera, scesa del 2,4%, valore che migliora appena nel calcolo destagionalizzato (agosto '98 ha avuto 21 giorni lavorativi contro i 20 dell'agosto '97), frenando la discesa al 2,1%. Le cose vanno meglio considerando complessivamente i primi otto mesi dell'anno, che danno una crescita del 2,6% rispetto allo stesso periodo del '97. Ma l'Istat, intanto, ha anche rivisto al ribasso i dati relativi di luglio, correggendo all' 1,2% la crescita dell'indice di produzione, prima all' 1,3.11 giudizio è unanime: non si può parlare di recessione, ma la frenata c'è. «Le cifre non sono buone e mostrano uno sfilacciamento della ripresa», commenta il consigliere incaricato per il Centro studi Confindustria, Guidalberto Guidi, ricordando che la tendenza ad un peggioramento era già stata evidenziata dall'andamento negativo del portafoglio ordini. «Le previsioni aggiunge Guidi - delineano un andamento migliore per settembre, ma ormai non è più il caso di parlare di ripresa sostenuta, in Italia sta venendo meno il clima di fiducia per le prospettive ed è necessario intervenire, partendo dalla riduzione del costo del denaro». Il ministro dell'industria, Bersani, non può'che confermare l'evidenza: «La crescita c'è ma resta debole - dice - non dimentichiamoci comunque che nella seconda metà dell'anno il confronto abbraccia un periodo in cui, nel '97, la ripresa economica era già avviata e quindi lo scarto è comprensibilmente più relativo». I sindacati non drammatizzano, ma non nascondono preoccupazioni, quelle più forti per il lavoro: «L'occupazione, quella sì, è in fase recessiva - afferma il segretario confederale della Cisl, Natale Forlani - mi pare sostanzialmente fallita la politica degli incentivi alla rottamazione. A questo punto servono linee stabili». E si riparla anche dell'effetto Far East: «Lo avevamo detto - sottolinea il segretario Cgil, Giuseppe Casadio che l'Italia poteva subire contraccolpi, ma auorevoli economisti sostenevano che eravamo protetti...». «Ora bisogna rilanciare una politica di sviluppo che dia fiato all'economia e ai consumi - sollecita dalla Uil, Adriano Musi - ma per farlo è urgente uscire dalla crisi di governo». E il peso della crisi politica viene sottolineato da Paolo Onofri, consigliere economico di Palazzo Chigi: «La crisi di governo non aiuta certo a sollevare la fiducia delle famiglie. Dubito che la domanda riprenderà in modo strepitoso verso la fine dell'anno, tanto più se non sarà restituirà l'eurotassa». Vanni Cornerò Il ministro dell'industria, Bersani

Persone citate: Adriano Musi, Bersani, Giuseppe Casadio, Guidalberto Guidi, Guidi, Natale Forlani, Paolo Onofri, Thibault, Vanni Cornerò

Luoghi citati: Bruxelles, Italia, Roma