La Fed taglia il tasso di sconto di Andrea Di Robilant

La Fed taglia il tasso di sconto La riduzione (0,25%) dopo il sì al bilancio Usa. Dollaro debole, nella notte marco a quota 1002 sulla lira La Fed taglia il tasso di sconto E Wall Street subito si infiamma (+4,15%) WASHINGTON DAL NOSTRO CORRISPONDENTE A sorpresa, la Federai reserve lima ancora una volta i tassi d'interesse e la Borsa americana prende il volo scacciando il pessimismo che si era diffuso a Wall Street nelle settimane scorse sulla tenuta dell'economia Usa. La Fed ha ridotto i tassi a breve di un altro quarto di punto, portandoli da 5,25 a 5. E questa volta ha abbassato anche il tasso di sconto, da 5 a 4,75. La banca centrale americana aveva fatto capire che ci sarebbero stati altri ritocchi al ribasso dopo l'inversione di rotta avviata due settimane fa, Ma i mercati non si aspettavano un nuovo intervento prima di novembre. L'annuncio ha avuto un impatto immediato a Wall Street. La Borsa stava già vivendo una giornata positiva grazie ai buoni risultati trimestrali di alcuni titoli importanti, ma la notizia dell'ulteriore riduzione dei tassi è stata accolta da un boato degli operatori. I titoli sono schizzati. Il Dow Jones ha fatto un balzo eccezionale di 330,58 punti, pari al 4,15 per cento, tornando al di sopra di quota 8200, una soglia psicologica importante (ha chiuso a 8299). I mercati americani sono stati galvanizzati anche dalla notizia che la Casa Bianca e il Congresso, dopo un negoziato fiume durato otto giorni, hanno finalmente raggiunto un accordo sul bilancio per il 1999. Adesso gli Stati Uniti potranno finalmente versare la quota di 18 miliardi di dollari promessi da Bill Clinton al Fondo monetario e che il Congresso repubblicano aveva finora tenuto bloccati. La riduzione dei tassi americani ha fatto letteralmente esplodere anche le borse latinoamericane quando la seduta era ormai quasi in chiusura. Il Bovespa brasiliano ha chiuso a + 6,51 percento. L'Ipc messicano ha un balzo del 6,49 per cento. E a Buenos Aires, l'indice Merval è salito del 4,99 per cento. La mossa della Fed è arrivata troppo tardi per influenzare le borse europee, che hanno avuto una giornata mista all'insegna dell'incertezza. Il Mibtel se l'è cavata guadagnando lo 0,14 per cento (Mib30 praticamente invaria¬ to), con le Finmeccanica in gran spolvero (+ 9,93). Ma la riduzione dei tassi Usa ha rafforzato tutte le valute della zona Euro sul dollaro: impennata soprattutto del marco, che, nel cross rate, ha raggiunto quota 1002 sulla lira. La moneta americana stava già perdendo quota ieri pomeriggio e la decisione della Fed ha accelerato bruscamente il trend, spingendo la parità con la lira nuovamente al di sotto di quota 1600 (chiusura a New York, 1597 lire). L'improvvisa riduzione dei tassi voluta da Alan Greenspan conferma la volontà della Federai reserve di stimolare l'economia americana ora che ha cominciato a perdere colpi a causa dell'effettoAsia. Ma l'urgenza con cui si è mosso il capo della Fed, dicono alcuni analisti, nasconde una realtà tutt'altro che incoraggiante. Lo stesso comunicato della Fed dice chiaramente che il ritocco si era «reso necessario» a causa della confusione dei mercati e dell'eccessiva contrazione nel sistema creditizio. «Questo significa che Greenspan è davvero preoccupato», sostiene Larry Chimerine dell'Economie Strategy Institute. «Si rende conto non solo che l'export subirà un crollo a causa di quello che sta succedendo in Asia ma che la fiducia del consumatore sta calando. E se i consumatori battono in ritirata avremo presto una recessione». Non tutti, ovviamente, sono così allarmati. Ma non c'è dubbio che la decisione a sopresa di Greenspan sia in parte dettata dai timori della Fed per il futuro dell'economia Usa. Per cui è possibile, dicono alcuni analisti, che dopo l'esplosione euforica di ieri pomeriggio i mercati tornino ad un comportamento più in linea con le reali prospettive dell'economia americana. Per ora comunque solo una minoranza pensa che gli Stati Uniti siano davvero alle porte di una recessione. L'impressione più diffusa è che i tassi di crescita eccezionali di questi ultimi due anni saranno dimezzati, passando dal 4 al 2 per cento. Andrea di Robilant Il presidente della Federai Reserve, Alan Greenspan

Persone citate: Alan Greenspan, Bill Clinton, Greenspan, Larry Chimerine

Luoghi citati: Asia, Buenos Aires, New York, Stati Uniti, Usa, Washington