Germania, un sofferto addio al nucleare

Germania, un sofferto addio al nucleare L'intesa non fìssa una scadenza precisa per la chiusura delle 19 centrali atomiche che forniscono un terzo dell'energia del Paese Germania, un sofferto addio al nucleare Ma per gli ambientalisti l'accordo Spd-Verdi è una farsa BONN DAL NOSTRO CORRISPONDENTE Il nuovo governo rosso-verde si impegna al graduale «abbandono dell'energia nucleare». Ma awierà subito contatti con le industrie produttrici per «arrivare entro un anno a una soluzione concordata» in grado di «evitare danni al Paese», di garantire dunque convincenti soluzioni alternative. E soprattutto, non fissa i tempi di un distacco che gli ecologisti volevano invece «immediato». Un compromesso inevitabile, considerati i rapporti di forza fra Spd e Verdi e le profonde divergenze su un tema fra i più delicati all'ordine del giorno delle trattative. Un compromesso che impone - certo - un principio politico irrinunciabile per i Verdi, la «messa per iscritto e in una legge dell'abbandono del nucleare», e restringe i tempi per la ricerca del «consenso». Ma che impone - contemporaneamente - modalità e approssimazioni temporali sull'effettivo distacco dall'energia atomica sempre respinte, prima del voto, dagli ecologisti. La decisione mette naturalmente sotto pressione le imprese produttrici di energia, che la scorsa settimana minacciavano di presentare richieste di danni per miliardi di marchi, e che ieri si sono limitate a sottolineare: il «principio del consenso» non significa «accettazione di un negoziato» e tantomeno «disponibilità a un abbandono». Se infatti fra un anno non ci sarà accordo su un calendario, il governo procederà a fissarlo per legge. Ma le associazioni ambientaliste gridano al tradimento: «Una farsa scandalosa», tuona una delle più attive, l'«Unione per la difesa dell'ambiente e della natura», denunciando «la mancanza di coraggio» dimostrata dei Verdi. Insiste l'assocazione antinucleare Bbu: «Il partito di Joschka Fischer si è piegato, le centrali atomiche saranno chiuse la settimana dei tre giovedì». Il negoziatore dei Verdi Juergen Trittin - un esponente della sinistra costretto al realismo dalla necessità di non far fallire le trattative con l'Spd, e candidato al ministero dell'Ambiente - parla al contrario di «soluzione ragionevole», prevedendo che le centrali meno sicure e più vecchie saranno chiuse entro 4 anni; e sottolinea l'imposizione di migliori garanzie sulla sicurezza dei reattori. Ma molti suoi colleghi di partito la pensano diversamente, e certo le discussioni saranno accese, al Congresso straordinario che dovrà approvare il programma comu¬ ne di governo, la settimana prossima. «Nella nostra piattaforma elettorale si parlava di abbandono "immediato" - sottolinea la responsabile per i problemi energetici al Bundestag uscente, Ursula Schoenberger ma il risultato delle trattative con l'Spd è tutt'altra cosa». Unica ma «insufficiente consolazione» - secondo la sinistra del partito - la definitiva rinuncia ai trasporti di scorie verso centrali di trattamento straniere: la fine dei «treni nucleari». Che governare significhi accettare compromessi i Verdi candidati a governare lo stanno imparando in fretta. Ma dopo il sì alla linea Nato sulla crisi del Kosovo (che stamane sarà sottoposta al voto del Parlamento uscente, con prevedibili spaccature rispetto alle posizioni filoamericane del futuro ministro degli Esteri Fischer), non sarà facile a una base cresciuta nella tradizione antinucleare piegarsi a una contraddizione ideologica, prima ancora che politica. Emanuele Novazio GLI IMPIANTI CONDANNATI ri di Ph%sbur9f rTbrigheim |_Z __T^fu • Neckary/eslheim 357 KNKI GERMANIA Gundremmingen JESI 11365 li LEGENDA 1302 Una centrale nucleare tedesca I Verdi sono scesi a compromessi rispetto al passato e i gruppi ambientalisti protestano IN SERVIZIO FUORI SERVIZIO CAPACITA' LORDA (in MWe)

Persone citate: Emanuele Novazio, Fischer, Joschka Fischer, Juergen Trittin, Ursula Schoenberger, Verdi

Luoghi citati: Germania, Jesi, Kosovo