Giorno di guerriglia contro Jospin

Giorno di guerriglia contro Jospin Mille teppisti della banlieue seminano il terrore a Parigi: brasserie distrutte, auto in fiamme, 110 arresti Giorno di guerriglia contro Jospin In piazza500 mila liceali: scontri e saccheggi PARIGI DAL NOSTRO CORRISPONDENTE Tra automobili in fiamme, scippi a raffica, cariche, saccheggi, e scene da guerriglia metropolitana che la Francia 1998 credeva ormai confinate in polverosi album fotografici sul Maggio '68, svapora il sogno di una mobilitazione studentesca immensa ma normale, allegra e festosa come i ragazzi scesi ieri in piazza per chiedere: «Voghamo studiare, aiutateci». Cinquecentomila in Francia. E 40.000 a Parigi. Ma oggi non si parlerà che dei Mille, gang venute dalla banlieue con un solo obiettivo: violenza gratis. Centodieci sono in cella. La maggioranza, tuttavia, e ripartita con la refurtiva e un «giorno da leoni» da raccontare agli amici. Hanno messo kappaò duemila tra flic e crs (i celerini della V Repubblica), slalomando fra caschi e manganelli. L'attrezzatura è quella classica. Jeans, sciarpa o passamontagna, mazza, coltello. Ne sanno qualcosa i 5 feriti, tra cui un ufficiale di polizia con grave trauma cranico. Aveva preso per il braccio l'ennesimo teen-agers sfascia-vetrine, 1 suoi compagni gli sono volati addosso in gruppo, pestandolo con ferocia. Poi via, piuma che airivassero i rinforzi. Colpire e dileguarsi. Questione d'occhio, ma non solo. Sorpresa: ogni commando ostentava il suo bravo telefonino hi tech. Ideale per scambiare informazioni tra complici su blocchi, zone sguarnite, bersagli facili. In somma, la hot line del guerrigliero urbano, in diretta non stop come la «Cnn». Furioso il sindaco Tibéri. Che assolve, comunque, i suoi baby-amministrati. I «casseurs», dice, non sono parigini. Jean-Marie Le Pen scioglie la litote. E accusa, senza troppe circolocuzioni, i figli di Africa Nera e Maghreb che popolano le grandi periferie francesi. Dinnanzi al desolante spettacolo, anche il segretario ps Francois Hollande chiede «ordine». E Jospin? Neppure una parola. Il leader prg - i «radicali di sinistra» - Jean-Michel Baylet lo definisce, dopo breve incontro, «sereno e tranquillo». Ma soltanto un primo ministro irresponsabile oggi non proverebbe gravi inquietudini. Giovedì scorso promise in tv «maggior sicurezza» nei trasporti pubblici. E le rues di Parigi? Ventiquattr'ore fa erano il Bronx in versione Rive Droite. Gli incidenti più significativi hanno luogo a Place de la Nation e dintorni, da cui il grande corteo doveva dipanarsi per 12 km raggiungendo infine Saint-Germain. Sulla piazza, una enorme brasserie-tabacchi. E' chiusa. Ma l'assaltano a decine. Vetri in frantumi, tavoli e sedie lanciati sul marciapiede. Il caveau con le «bionde» e gli Avana non resisterà a lungo. Le stecche volano fuori, tra grida di gioia. Poi tocca alle botteghe. Ne fanno le spese 30, forse 40. Svaligiate. Si appicca il fuoco. E quando arrivano i pompieri, una bella sassaiola. Oltre 100 vetture e motorini rovesciati con perizia barricadera, cacce all'autoradio. E, nella fuga, danni sul metrò. Parigi doveva inaugurare alle 17 la fastosa linea Méteor. Sprangata in extremis. Le altre offrono tuttavia ai cameramen televisivi begli zoom sullo sfregio collettivo. In superficie, chi può scappa. Ma non è facile orizzontarsi tra le grida. Un liceale barcolla, accoltellato. Nathalie, 16 anni, è in lacrime. Colpa dei gas? No, rabbia. Le hanno scippato un pomeriggio magico. «Doveva essere la festa delle ragazze. Perché adesso comandiamo noi. In "Ottobre '98" i maschi sono minoranza. Un'ora fa mi sentivo felice. Mi guardi, voglio solo andarmene a casa». La imitano in tanti. E a chi non vuole arrendersi, la banda dei Mille toglierà ogni speranza. Gli scontri punteggiano il percorso. Edicole, cabine telefoniche devastate. Come in western di serie B, i bottegai abbassano le serrande. C'è chi, asserragliato, brandisce la pistola. Risuonani spari. La forza pubblica latita. Il ministro degli Interni Chevenement è all'ospedale, reduce da un coma. Al segretario pcf che gli rende visita confiderà: «Va benone. Leggo Kissinger su "Le Monde"». I suoi uomini, invece, vanno malissimo. Il ministro dell'Education Natio¬ nal Claude Allegre ne sollecita la protezione. Tardiva e inefficace. Ma perlomeno si bloccherà la manifestazione prima che arrivi al ministero. Comunque, i «casseurs» non demordono neppure sulla Rive Gauche. E' buio, quando cala il sipario dell'ennesima giornata nera per monsieur Jospin nelle ultime due settimane. Allegre aveva esordito al mattino, su «Liberation», con le abituali promesse. Voleva stempe¬ rare la crisi. «Studenti cari, sono con voi. Avete ragione». Li riceve. E a sera, con 7 proposte rilancia il dialogo. Gli chiedevano locali idonei, professori in maggior numero, fondi speciali. L'autorità scolastica abbozza. Ma i quattrini deve ancora trovarli. I giovani gli replicano indicendo un nuovo rendez-vous di massa per martedì. Casseurs, astenersi s'il vous plàit. Enrico Benedetto Il primo ministro tace i suoi alleati lo descrivono «sereno e tranquillo» La protesta giovanile e lo scacco dei dispositivi di sicurezza segnano la fine dell'idillio con la Francia Tre immagini della «giornata orribile» della Francia e del governo Jospin Alla protesta dei liceali si è aggiunta la carica dei teppisti: scontri e saccheggi sono stati le conseguenze

Persone citate: Claude Allegre, Enrico Benedetto, Francois Hollande, Jospin, Kissinger, Marie Le Pen