AL SERVIZIO DELLA VERITÀ'

AL SERVIZIO DELLA VERITÀ' AL SERVIZIO DELLA VERITÀ' AL principio c'è la meraviglia. Al principio del retto pensare, del rotto filosofare. «Le conoscenze fondamentali scaturiscono dalla meraviglia», scrive Papa Wojtyla, «l'essere umano è colto dallo stupore nello scoprirsi inserito nel mondo, in relazione con altri suoi simili dei quali condivido il destino». E' lo «sguardo», dunque, lo sguardo fisico e lo sguardo dell'intelletto, che fa nascere la filosofia, che è di per sé la saggezza del pensare. L'uomo si guarda attorno, si fa delle domande e cerca risposte. Le domande sono così elencate da Wojtyla: «Chi sono? Da dove vengo e dove vado? Perché la presenza del male? Che cosa ci sarà dopo questa vita?». Ma è soltanto quando allo «sguardo», alla «vista», si aggiunge 1'«udito» che la saggezza diviene completa. L'udito fa nascere la fede: «fides ex audituv. Che cosa ode l'uomo? Anche qui c'è un'altra meraviglia: lo stupore è che Dio, il grande Creatore, non sta lassù, solo, indifferente alle avventure e alle disavventure umane, ma parla all'uomo: prima c'è stato il parlare, la familiarità di Dio, con il suo Popolo ebraico; poi lo stesso Dio, in Cristo, si è calato sulla Terra per condividere l'avventura umana e continuare, anzi perfezionare, quella prima parola. Quando si uniscono la «vista» e l'«udito», allora c'è veramente la buona filosofia, il buon pensare dell'uomo. Così hanno fatto molti filosofi del passato: Sant'Anselmo, San Bonaventura, San Tommaso d'Aquino; così hanno fatto molti filosofi moderni: Newman, Rosmini, Maritain, Soloviev... Ma al mondo, si sa, non c'è soltanto lo sguardo dell'uomo e il parlare di Dio. Il mondo, diceva proprio Maritain, «è un dominio spartito, un campo comune a tre: Dio, Satana e l'uomo». Racconta una favoletta filosofica indiana che un uomo camminava per la strada e due lo seguivano. A un tratto, l'uomo si chinò, raccolse qualcosa per terra e lo mise nella sua bisaccia. «Brutto affare per te», disse uno dei due che erano dietro, «quell'uomo ha trovato la verità». «Oh, non ti preoccupare», disse l'altro, che era il Diavolo, «adesso ci penserò io a fargliela organizzare». Ecco, l'uomo è capace di trovare la verità e si muove per trovarla. Per questo, scrive Wojtyla, «ogni uomo è in certo qual modo un filosofo». Ma può avvenire che l'uomo sia spinto a organizzare la verità, non diciamo proprio al modo del Diavolo, ma, afferma, il Papa, non «in consonanza con la parola di Dio». Insomma, l'udito non ascolta più la voce del Creatore. Poi, magari, proprio per non essere, o non voler essere, nella vita e nel comportamento «in consonanza con Dio», l'uomo si confeziona addosso una filosofia ad hoc, proprio come diceva un filosofo, Fichte (e Wojtyla è certamente d'accordo). «La filosofia che uno ha dipende da che uomo uno è». Ad ogni modo, ecco, allora, che nasce il cattivo modo di pensare, nascono le cattive filosofie che circolano per il mondo con nomi diversi (eclettismo, storicismo, scientismo, pragmatismo) anche al nostro tempo; questo nostro tempo cosiddetto del «postmoderno», caratterizzato dall'«assenza delle certezze», «all'insegna del provvisorio e del fuggevole»; il tempo in cui, «grazie alle conquiste scientifiche e tecniche», l'uomo, lamenta il Papa, si illude di essere «demiurgo», cioè pensa di «poter giungere da solo ad assicurarsi il pieno dominio del proprio destino». Che fare? A questo punto, consiglia Wojtyla, occorre «abbandonarsi con fiducia ad altri che possono garantire la certezza e l'autenticità della verità stessa». Chi sono questi altri? «La Rivelazione cristiana», dice Wojtyla, «come verità suprema, è la vera stella di orientamento per l'uomo». Di quella «verità suprema», la Chiesa è depositaria: essa, sostiene il Papa, ha «la consapevolezza di essere depositaria di un messaggio che ha la sua origine in Dio». La verità umana, la verità teologica è, dunque, lì. E quella verità non può essere cambiata, perché su di essa la Chiesa non ha una signoria. La Chiesa, conclude Wojtyla, è serva della verità; essa ha la «diaconia alla verità». Diaconia vuol dire servizio: servizio alla verità. Domenico Del Rio