Polo ripete il suo no; andiamo a velare di R. I.
Polo ripete il suo no; andiamo a velare Summit in via del Plebiscito, poi solo un laconico comunicato al termine dei colloqui con Scalfaro Polo ripete il suo no; andiamo a velare Berlusconi: se non si può, facciamo un governo istituzionale ROMA. «Il Polo ritiene assolutamente inaccettabile qualunque governo con una maggioranza politica ed un presidente del Consiglio diversi ed in contrasto con la scelta dei cittadini». I vertici del Polo sono appena usciti dall'incontro con Scalfaro e Silvio Berlusconi sta leggendo un comunicato di scontata bocciatura per il «candidato» D'Alema. E' l'epilogo di una giornata difficile per i leader del centrodestra, trascorsa quasi in clausura in via del Plebiscito. Per sette ore Berlusconi, Fini, Casini, Tatarella, La Loggia e D'Onofrio hanno spulciato (e cercato di interpretare) le agenzie che riportavano le dichiarazioni dei «protagonisti» della crisi. Di lancio in lancio, di telefonata in telefonata, l'ipotesi della «candidatura D'Alema» ha preso sempre più corpo, fino a diventare certezza. Per capire quale sia stata l'atmosfera di quel vertice, bisogna rifarsi all'unica dichiarazione rilasciata, in un pomeriggio di inconsueti silenzi, da Casini. «Ho visto che D'Alema è il candidato ufficiale dell'Ulivo - ha detto il leader del Ccd -. Viene da sorridere: ieri l'Udr non ha accettato Prodi anch'esso candidato dell'Ulivo. Voglio vedere oggi con che faccia potrebbe appoggiare D'Alema». E poi la frase-chiave degli umori del Polo: «Questa è una situazione - ha detto ancora Casini - in cui primeggiano trasformismo e poca serietà. Siamo dall'altra parte e siamo contenti di esserlo». Sulla effettiva «contentezza» del Polo si possono anche avere opinioni contrastanti, a seconda della propria collocazione politica. Quel che invece è indubitabile è che il centrodestra oggi (e più in generale nel corso di questa crisi) si è trovato «dall'altra parte». I giochi, insomma, li stanno facendo i Cossiga, i Bertinotti e i leader dell'Ulivo. A Berlusconi e ai suoi alleati non resta che stare a guardare e contenere i moti di impazienza. Alla soddisfazione per la caduta del governo Prodi si contrappone l'incertezza sul fu¬ turo, sulle alleanze impreviste o temute, che rischiano di mettere l'opposizione in uno stato di debolezza e per un periodo indefinito. Per il Polo, due sono i rischi connessi ad un governo D'Alema. In primo luogo la ricostituzione della maggioranza del 21 aprile. E, più ancora, in prospettiva, la creazione di una maggioranza ben più solida con l'apporto di Cossiga. La stessa maggioranza, cioè, che potrebbe eleggere il nuovo Capo dello Stato alla fine del semestre bianco. «Il Polo - recita il comunicato letto dal Cavaliere dopo il colloquio con Scalfaro - ha responsabilmente confermato le valutazioni già esposte duran¬ te l'incontro di martedì scorso. Ed ha ribadito ancora una volta che le elezioni sono l'unica soluzione legittima e rispettosa per la volontà dei cittadini. Avendo comunque constatato la contrarietà della maggioranza delle forze politiche allo scioglimento delle Camere, il Polo ha ribadito a Scalfaro di essere disponibile ad accettare soltanto un governo elettorale di garanzia, un governo cioè che risolva gli adempimenti legati alla Finanziaria e all'avvio della moneta unica e porti il Paese al voto nel più breve tempo possibile in un clima più sereno di quello attuale». Dunque, visto che le elezioni non si possono avere (e for¬ se nemmeno si desiderano) non rimane altro che chiedere un governo abilitato a risolvere le emergenze economiche e comunitarie. E che poi tolga il disturbo. Una sorta di governo delle «larghe intese», ma senza la partecipazione diretta del centrodestra che però sarebbe pronto a non erigere alcuna barricata. Il problema è che, in questo momento, il Polo non ha nessuna carta da giocare per dare forza alle proprie richieste. Da qui la necessità di rimanere alla finestra. In attesa, e nella speranza, che i giochi degli altri falliscano e che quindi anche il Polo possa tornare ad avere voce in capitolo. [r. i.]
Luoghi citati: Roma
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